Chapter Thirty-Seven

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⚠️Storia originale di MesserMoon su Ao3⚠️

Questa è una traduzione italiana, potrete trovare la storia originale (in inglese) su Ao3, sul suo profilo.

Mi scuso per alcuni errori con i verbi, (passare da passato prossimo a passato remoto per esempio), ed eventuali ripetizioni ma mi attengo al testo originale dell'autore/ice.

Alcune parole di cui che non trovo una giusta traduzione verranno messe in fondo al capitolo.

Rispetto la punteggiatura, le parole in corsivo e gli spazi, senza modificare l'opera originale.

Nota: La traduzione è fatta interamente da me. @KookSpook
La copertina della storia pure.

Capitolo Trentasette

⚠️TW: morte/omicidio (non descritto graficamente, avviene fuori dallo schermo, no personaggi principali)
TW: discussioni su stupri e violenze sessuali
TW: il più breve accenno possibile al cristianesimo⚠️

HOGWARTS ANNO 1013

PARTE I: SALAZAR

C'è una stanza nel castello che si rivela solo quando è più necessaria. Non può essere vista su nessuna mappa né localizzata con nessun incantesimo. Una volta entrati i suoi occupanti sono tenuti al sicuro, la stanza si prende cura di loro, fornendo loro tutto ciò di cui hanno bisogno—essere comodi, essere soddisfatti, essere felici. L'idea era stata di Salazar, gli altri lo assecondavano. Assecondare la sua paranoia. Avere un posto sicuro dove nascondersi è molto importante per Salazar. In effetti, è la ragione per cui è vivo.

Quando aveva sei anni sua madre lo svegliò una volta nel cuore della notte. C'erano state molte urla e persone che correvano. Tutta la loro famiglia viveva in un piccolo cottage in campagna. I suoi fratelli e i cugini e gli zii lavoravano tutti nei campi, mentre le donne lavavano e seminavano e cucinavano. La casa era piena di gente e di risate e di vita. Salazar l'adorava. Amava tutti loro. Ma quella notte le grida non erano state ubriache o gioiose. Erano state spaventose.

"Vieni tesoro mio, dolcezza, vieni, vieni," gli aveva detto sua madre mentre lo portava fuori di casa e attraversava il prato posteriore verso il piccolo capanno che usavano per conservare gli attrezzi e la carne secca. Aveva spostato casse e altri detriti prima di stendere una coperta a terra in un angolo e fargli cenno di sdraiarsi. Salazar era troppo stanco per fare domande.

"Dormi ora tesoro," gli aveva baciato la testa. "Andrà tutto bene. Ma devi restare qui, sì? Non muoverti, non fare alcun rumore, non finché non vengo a prenderti okay? Sal?"

"M'kay mamma," aveva farfugliato, già mezzo addormentato.

"Bravo ragazzo."

Era vagamente consapevole che lei stava spostando le cose al loro posto davanti a lui. Nascondendo alla vista.

Quella fu l'ultima volta che vide sua madre.

L'ultima volta che vide la sua famiglia.

La città Babbana a un giorno di distanza aveva sentito delle voci su di loro. Su quello che erano. Da buoni Cristiani non potevano permettere che un tale abominio continuasse. Una famiglia di streghe e stregoni. Di adoratori del diavolo.

Salazar non avrebbe mai saputo cosa fosse successo esattamente. Perché la sua famiglia non avesse usato la magia contro di loro. O se l'avevano fatto, perché fosse fallito. Si era addormentato nel capanno. E quando si era svegliato la sua famiglia era morta, la loro casa bruciava all'alba. Le fiamme non si erano ancora spente.

Avere un posto dove nascondersi è importante per Salazar.

È particolarmente importante in un luogo fatto per i bambini. Hogwarts è viva—non solo un edificio ma un essere vivente che pensa e sente e agisce. È il protettore di ogni bambino tra le sue mura. Una madre surrogata. Che terrà al sicuro i suoi figli quando i mostri verranno a cercarli nel cuore della notte. È per questo che ha aggiunto la stanza ai progetti della scuola, per questo ha elaborato il complicato lavoro di incantesimo necessario per renderla possibile. Ci ha lavorato per mesi, in modo che fosse presente in caso di emergenza. Quando gli studenti avrebbero avuto più bisogno della madre.

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