【𝐂𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝟏𝟖✔️】

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⚠️Storia originale di
MesserMoon
su Ao3⚠️

Questa è solamente una traduzione, i diritti vanno tutti all'autrice/ore.
Fatemi notare errori.
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Capitolo 18✔️】



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𓅇 Lily è sdraiata sul pavimento della sua camera da letto, il giradischi acceso in sottofondo, la musica che le scivola addosso. Fa un caldo terribile, troppo caldo per muoversi o pensare. Le sue dita trascinano pigramente la moquette beige che ricopre tutte le stanze della casa tranne il bagno e la cucina. Suo padre parlava sempre di strapparla, ma non ci è mai riuscito. È contenta che non l'abbia fatto. Ora si sente come a casa—dopo aver trascorso tutto l'anno circondata dalla pietra, torna a pavimenti morbidi e colori caldi.

"Lily!" Una voce stridula interrompe la musica.

Lei non si muove. Non apre gli occhi. Forse se rimane molto, molto immobile non riusciranno a trovarla.

Dopo appena due minuti la porta della sua stanza viene spalancata. "Gesù Lily, non mi hai sentito?"

Sospira, spalancando un occhio per scrutare la figura imponente della sorella, i capelli scuri ancora a bigodini, la camicia da notte verde menta che ha da quando aveva tredici anni e che le sfiora le ginocchia.

"No, scusa," dice Lily con tono mite, senza preoccuparsi di muoversi. Questo, come prevedibile, fa infuriare Petunia.

"Hai detto che avresti aiutato," ogni cosa con sua sorella è un leggero e velato senso di colpa.

Hai detto che avresti aiutato.

Sei in debito con me.

Fatti perdonare.

Per la magia.

Per non essere qui.

Hai detto che avresti aiutato.

Lily sospira, tirandosi in piedi e appoggiando le braccia sulle ginocchia.

"Di che cosa hai bisogno?"

Petunia è davvero molto carina—forse la più carina tra le due—il problema è che ha sempre un'aria stralunata. Aspra e infelice e costantemente delusa. La rende poco attraente da guardare.

"Cibo per il mio addio al nubilato, cibo buono però, non solo patatine del supermercato."

Lily sbatte le palpebre. "Cibo buono?"

Petunia sospira come se Lily fosse la persona più stupida che abbia mai conosciuto. "Formaggi e baguette e taglieri di salumi."

"Salumi?"

"Gazuntite."

"No, è—" Lily ride. "Non importa," si alza in piedi. "Sì, okay, posso andare a prenderti degli stuzzichini eleganti. Per quando ti servono?"

"Per le quattro."

Gli occhi di Lily sfiorano l'orologio sul comodino. Sono solo le dieci del mattino. Non ha idea del motivo di tutte quelle urla. Come se per prepare uno spuntino ci volessero più di sei ore—anche se si tratta di uno spuntino elegante.

"Inoltre, prendici un po' di prosecco."

Lily le rivolge uno sguardo piatto. "Sono minorenne."

La sorella sorride sgradevolmente. "Eppure riesci ancora a prendere quelle sigarette sporche che non vuoi far vedere alla mamma."

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