【𝐂𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝟏𝟕✔️】

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⚠️Storia originale di
MesserMoon
su Ao3⚠️

Questa è solamente una traduzione, i diritti vanno tutti all'autrice/ore.
Fatemi notare errori.
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Capitolo 17✔️



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𓅇 James trascorse l'ultima notte prima delle vacanze estive con Regulus. Erano sdraiati sulla schiena, le dita di Regulus tracciavano le linee del suo palmo e le vene del suo braccio, facendo formicolare e scintillare ogni centimetro della sua pelle. Era troppo sensibile sotto i tocchi appena accennati di Regulus. Parlarono un po', si baciarono molto, Regulus aveva quello sguardo lontano negli occhi—come se fosse già tornato a Londra. Stava già cercando di chiudere parti di se. James cercò di non farci caso. Di non lasciare che facesse male. Ma, ovviamente, lo fece lo stesso.

Era tardi quando finalmente lo disse, senza sapere perché avesse aspettato tanto, "Ho qualcosa per te."

Tirò fuori una pila di lettere, otto per la precisione, una per ogni settimana d'estate.

"Ho pensato di scriverne una per ogni giorno," disse ridendo, strofinandosi la nuca. "Ma mi sembrava eccessivo."

Regulus fissò le buste tra le mani, scorrendovi sopra, come se non riuscisse a credere che fossero vere. "Non sono sicuro di capire..." Disse infine.

"Beh so—so che non posso mandarti posta, durante l'estate, quindi, ho pensato di dartele adesso."

Regulus sbatté le palpebre. "Darmele adesso?"

"Sono tutte datate," proseguì James, "Così puoi leggerle come se te le stessi mandando in tempo reale. Ho solo pensato..." Si interruppe, scrollando le spalle. "Non volevo che rimanessi da solo per tutta l'estate," dopo un'altra lunga pausa abbassò gli occhi, con un'altra risata nervosa. "Forse è una cosa stupida—anzi—ora che lo dico ad alta voce è decisamente stupida. Scusa, non devi—"

Regulus lo baciò allora. Era stato un grande bacio—pieno di sentimenti e parole e disperazione. James non poté fare altro di accettarlo. Di abbracciarlo.

"Grazie," disse Regulus, quando finalmente si rialzarono per prendere aria. "Le amo. Ti amo."



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Alcune settimane dopo, sdraiato sul letto della sua casa d'infanzia, James ripercorse quel ricordo per la centesima volta. La sensazione che aveva provato nel sentire Regulus pronunciare di nuovo quelle parole—senza che fosse necessario forzarle o chiederle. Come se gli fossero venute naturali. Chiude gli occhi e cerca d'immaginare la sensazione delle labbra dell'altro ragazzo, il peso di lui nelle sue mani. Non sa se Regulus stia bene, se abbia letto le lettere, se stia pensando a James come James sta pensando a lui. Costantemente. incessantemente. Si sente crudo per tutte le cose che non sa.

"JAMES!" Grida sua madre, anche se ci sono una dozzina di Incantesimi e un elfo domestico che avrebbero potuto comunicare con lui in modo più efficiente, "COLAZIONE."

James scivola fuori dal letto, già vestito ma riluttante a lasciare la sua stanza. Sirius non ha mai cercato di parlargli da quando sono qui, ma questo non significa che non sia ancora incredibilmente scomodo stare nella sua stessa stanza. Una parte di James, quella meschina e infantile, è arrabbiata con Sirius perché non si impegna di più. Dovrebbe farsi in quattro per sistemare le cose. Dovrebbe implorare il perdono di James. Di Remus. Di Peter. Invece, è rimasto in silenzio, tenendo gli occhi bassi e il viso nascosto dietro una cortina di capelli scuri. Come se stesse cercando di sparire.

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