Chapter Fifty-Six (Epilogue)✔️

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⚠️Storia originale di Messermoon su Ao3⚠️

Questa è solamente una traduzione, i diritti vanno tutti all'autrice/ore.
Fatemi notare errori.
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Capitolo Cinquantasei (Epilogo)




Passarono il fiume dell'oceano, la roccia bianca, i portali del sole e la terra dei sogni, e presto raggiunsero il campo di asfodeli, dove dimorano gli spiriti, spettri di uomini consumati. Qui si imbatterono nello spirito di Achille, figlio di Peleo, e anche di Patroclo.




Questo è il luogo in cui tutto e niente si toccano e tutto ciò che siamo si libera, traboccando dalle nostre linee, sanguinando. Ricordi, pensieri, sentimenti, non più contenuti dai confini del nostro corpo. Qui è dove la vita e la morte sono vecchi amici che si incontrano per un tè e si chiedono della salute dell'altro. Qui è dove un ragazzo con i riccioli scuri e gli occhi tempestosi sta in un giardino da qualche parte in Scozia, l'erba alta che gli solletica le ginocchia mentre guarda le nuvole all'orizzonte.

Chiude gli occhi e inclina la testa verso l'alto, crogiolandosi nella luce. Il sole, che di solito è lontano e sbiadito—un ricordo e nulla più—oggi, è luminoso e caldo e gli bacia dolcemente le guance, i capelli, le spalle.

"Okay, mi arrendo, cosa stai facendo?"

Gli occhi di Regulus si aprono di scatto e si gira. James Potter è appoggiato a uno degli alberi dietro di lui, le braccia incrociate sul petto, un sorriso che gli pende dall'angolo della bocca e il sole che luccica sugli occhiali. Il ragazzo dai capelli disordinati alza gli occhi al cielo.

"Niente stelle, quindi non stai parlando con nessuno. Forse per abbronzarsi al sole? Per quello dovrai toglierti qualche strato in più," fa l'occhiolino a Regulus.

"Cosa?"

"Ho detto—"

"No—stai zitto—ti ho sentito."

James alza le mani in segno di resa. "Hey, me l'hai chiesto tu."

"Volevo dire—" Regulus si interrompe, strofinandosi gli occhi. "Che ci fai qui?" Gli trema la voce.

"Ti guardo spudoratamente."

"No—smettila—smettila," sta tremando. "Non puoi stare qui."

"Reg," la voce di James si fa dolce e ogni parte di Regulus—ogni pensiero, ogni sentimento e ogni ricordo che lo fa alzare—si riduce in polvere.

"No," scuote la testa. "Dimmi che questo non è—che non è reale. Non puoi essere qui."

"Reg," sembra più vicino ma Regulus non riesce ad aprire gli occhi.

"Ho fatto la cosa giusta," la sua voce vacilla.

"Lo so."

"Dovevi stare bene. Ho fatto la cosa giusta, pericolosa e stupida, ma l'ho fatta perché tu stessi bene. Dovevi stare bene."

Regulus non sa come faccia a respirare a fatica se non ha nemmeno il polso.

"Reg," con la stessa voce soave. "Mi guardi?"

"No."

"Per favore?"

"Vai via. Ti prego vai via. Ti prego non stare qui. Non stare qui. James non dovresti essere qui. Stavi per avere un bambino."

"L'ho avuto—beh, l'ha avuto Lily se vogliamo essere tecnici."

"Non è divertente."

"Reg," sospira lui. "Per favore mi guardi?"

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