15. Il diario

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Sono tornato presto oggi. Il pullman, non so perché, ci ha messo un po’ meno. Forse il nuovo autista è più sbrigativo. Decido di fare una doccia prima di mangiare qualcosa. Poi, forse, farò un giro al bar.

Indugio a lungo sotto l’acqua, mentre lascio vagare i pensieri. Elena era, come al solito, in corriera. Significa che non se l’è presa per quello che le ho detto. Meglio così. Devo stare più attento alle mie reazioni, però. È solo che nasconderlo diventa sempre più difficile. Ci sono rimasto proprio male a scuola. Le sue parole, il suo tono tagliente mi hanno ferito più di quanto credessi possibile. Non so, forse ha ragione Elena, sicuramente sono io che esagero. È che non mi era mai successo. Sì, avevo avuto cotte di poco conto per qualche compagno, in passato, ma niente di così viscerale. Lo nascondevo senza problemi e si esauriva a livello fisico.
Quando si tratta di Chri, invece, è tutto assolutamente ingestibile.

Suona il campanello e mi stupisco. Chi sarà a quest’ora? La mamma ha il continuato anche oggi, non è a casa. E poi, avrebbe le chiavi. Magari è Elena. Credo di non averle mai detto dove abito, ma immagino che non sia necessario. Devo ancora capire come ha fatto a procurarsi il mio numero, ma ho il forte sospetto che mi abbia sottratto il telefono e abbia chiamato il suo, per poi cancellare la chiamata. Lo so, è folle, ma non ho altre spiegazioni. Adesso non può essere che lei.

Vorrei ignorarla, ma il campanello continua a suonare insistente e non sopporto i rumori molesti. Mi fanno impazzire. Mi sciacquo velocemente e scendo, un asciugamano intorno alla vita e uno sulle spalle, per tamponare i capelli gocciolanti.

«Chri?» Balbetto incredulo aprendo la porta «cosa ci fai qui?»

Mi guarda così a lungo che penso che sia successo qualcosa di brutto. O che voglia mollarmi un pugno. Poi, fa uno dei suoi rarissimi sorrisi, di quelli che gli illuminano tutto il viso, che accendono il blu dei suoi occhi.
E che mi mettono completamente fuori combattimento. È la persona più assurda che conosca, forse è per questo che mi piace tanto.

«Disturbo? Il cancello era aperto.»

«Sì, lo lascio aperto quando sono a casa.»

«Posso entrare? Così finisci di farti la doccia, magari.» Scuoto la testa, mentre mi asciugo i capelli.

Ora sono consapevole di essere praticamente nudo. «No, ho finito. Solo pensavo che non saresti venuto.»

«E perché?» Perché? Perché mi hai detto di non romperti le palle.

Perché mi hai detto che di me non te ne frega un cazzo, che ti do sui nervi e poi mi fai questi sorrisi irresistibili che mi dimostrano tutt’altro. Perché sei completamente pazzo, lunatico e stronzo. E perché se continui a passare tutti i pomeriggi a casa mia, dovrò ammanettarmi al termosifone per impedirmi di saltarti addosso.

«Perché non ci siamo messi d’accordo,» dico invece, più semplicemente.

«Scusa. Pensavo che ci saremmo visti tutti i giorni fino alla fine del ripasso di terza. Se vuoi facciamo domani.»

«No, no. Entra pure. Hai fame?»

«Un po’,» ammette con un piccolo sorriso.

È così diverso da questa mattina. I suoi sbalzi d’umore sono logoranti, ma quando è allegro è così bello stare con lui che non ho voglia di tirare di nuovo fuori l’argomento Elena. Lo evito accuratamente, tanto non c’è nulla da dire.

Il pomeriggio trascorre serenamente, come il giorno prima, ma nessuna telefonata arriva a togliergli il sorriso. Dopo aver studiato un po’, tiriamo fuori qualche libro dagli scatoloni e Chri ne sceglie un paio da portare a casa.

Universo Dentro - Zenzonelli VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora