34. Qualcosa di magico

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Mi infilo una lunga tunica di iuta marrone che mi fa sentire come se avessi l’orticaria e mi volto verso lo specchio. Dietro di me, nel riflesso, Chri mi mostra il pollice verso e scuote la testa mentre Elena scoppia a ridere.

«Direi che anche il frate fantasma è bocciato,» mugugna tra le risate.
Sospiro e mi volto, scoraggiato.

«Ragazzi, perché non abbandoniamo l’impresa? Dai, lasciatemi venire senza costume.»

«Per me va bene,» butta lì Chri con un sorriso allusivo «solo che mi sa che avrai un po’ freddo.»

Gli mostro il medio e sprofondo nella poltrona rossa accanto al camerino. Camerino è una parola grossa, in realtà si tratta di un separé improvvisato con un lenzuolo bucato, appeso a una corda. Il negozio di costumi teatrali è gremito di gente. Oggi tutti sembrano dedicarsi ai preparativi per la serata. Sono stanco morto e il mio stomaco brontola dalla fame, perché ho già digerito il panino divorato sul sedile della macchina di Chri. Lui ha addirittura mangiato mentre guidava, per non perdere nemmeno un minuto. Gli altri sono andati al centro commerciale a caccia di parrucche e accessori per il trucco e noi siamo qui, a cercare qualcosa per me. Da tre ore. Minuto più, minuto meno.

È un ambiente piccolo e soffocante, polveroso e i vestiti sono appesi ovunque, alle pareti, su carrelli mobili sparsi per la stanza, al soffitto. Non c’è un solo centimetro libero e le persone devono strizzarsi per passare e aspettare ore per essere serviti. Il problema è che non puoi arrangiarti, perché il caos è infernale e qui dentro non riuscirei a trovare nemmeno un elefante vestito di rosa. La proprietaria, una donnina minuscola e completamente pazza, con i quattro capelli che le restano tinti di rosso fuoco e sparati ovunque, corre qua e là snocciolando idee e porgendo ai clienti fagotti impolverati. Ora che la guardo bene mi ricorda un po’ Gollum travestito da Maga Magò.

«Allora, hai deciso?» Mi chiede con una vocina stridente, passando per controllare come va con il mio costume.

Scuoto la testa. Ho già provato un licantropo, un pescatore assassino e un costume da scheletro attillatissimo che mi faceva sentire praticamente nudo e completamente idiota. Solo a Chri era piaciuto.

«Per te ho un’idea meravigliosa, tesoro,» dice a Elena, ignorandomi. Mi sa che ci ha rinunciato pure lei

«Non sai già cosa mettere, vero?»
Lei scuote la testa, sorridente.

«Bene, bene! Te lo porto subito! È perfetto per la tua taglia,» e sparisce in un attimo.

«Okay, anche lei ha abbandonato l’idea di trovare il costume per me,» sentenzio, mezzo sollevato.

Elena mi dà una spinta. «Per forza, non collabori!»

Sbuffo «mi fa schifo Halloween.»

«Non riesco a capire come tu faccia a guardare tanti horror e odiare Halloween. Non sei coerente,» mi fa notare Chri.

«È una festa idiota. Non mi va di andare in giro vestito come un cretino.»

Sono stato mascherato tutta la vita, adesso ho solo voglia di indossare la mia pelle. E poi che vuol dire? Non è che perché guardo gli horror devo per forza andare in giro ad accoltellare la gente.

«Che noia!» Esclama Elena «sai che sei una palla? Me lo dici come fa a piacerti tanto, Chri?»

Lui mi fissa un attimo e sorride, alzando appena un angolo della bocca, poi si sporge verso di lei e le sussurra qualcosa all’orecchio. Lei sgrana gli occhi e scoppia a ridere, mentre Chri mi fa l’occhiolino.

«Veramente?» Chiede colpita, asciugandosi una lacrima e cercando di contenere l’ondata di ilarità.

Lui annuisce solenne, portandosi la mano al cuore in segno di giuramento.

Universo Dentro - Zenzonelli VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora