11. Ti prego di ascoltarmi

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Punto V del C.E.T.: Un Trivial può restare in convalescenza per un tempo massimo di cinque giorni, al termine del quale in caso di mancata guarigione verrà sottoposto al processo di soppressione.
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Etnia correva più velocemente possibile, affondando gli stivali nella sabbia, senza mai mollare la presa sul polso di Nux. Stava guardando all'orizzonte nella speranza di scorgere una via d'uscita da quel posto, quando improvvisamente si sentì strattonare da dietro. Si voltò di scatto, e si rese conto che il ragazzo aveva smesso da un momento all'altro di correre, puntando i piedi a terra.
-Che fai?!- esclamò lei, tentando di tirarlo verso di sé. -Ci raggiungeranno se non ti muovi!-.
Lui, tuttavia, non sembrava preoccupato di questo. Il suo sguardo sembrava profondamente triste, forse deluso. -Non stiamo facendo una cosa giusta..- farfugliò con un filo di voce. Teneva la bocca socchiusa e lo sguardo basso.
Etnia lasciò il suo polso e si spostò di lato, notificando la presenza di un gruppo di Trivial in lontananza che, probabilmente su ordine del capo, li stavano raggiungendo. -Non c'è tempo per pensare a questo!- esclamò -Dobbiamo andarcene da quì!-.
Nux, tuttavia, scosse la testa. -Non voglio marcire sotto terra- disse con voce stanca -Devo obbedire agli ordini se voglio che le porte dello Halle si aprano per me...-.
Etnia lo guardò per qualche secondo, disarmata. Davvero non riusciva a capire come potesse credere a tutte quelle stupidaggini, come potesse non avere il minimo sospetto che si trattasse di storie inventate per incentivare gli schiavi a lavorare sodo. Eppure a lei sembrava così ovvio, così scontato...
-Ascolta- disse, guardandolo dritto negli occhi -Se quelli ci raggiungono, sotto terra ci andiamo subito-.
La reazione di Nux, tuttavia, non fu certo quella che aveva sperato. Scattò in avanti e la afferrò, bloccandola nuovamente con entrambe le braccia. La ragazza iniziò subito a divincolarsi, cercando di colpirlo con i gomiti per allentare la sua presa. -Lasciami!- gridò con tutto il fiato che aveva in gola -Lasciami subito!-.
Nux fu sbilanciato più volte dal suo continuo agitarsi, finché non decise di buttarla a terra con uno spintone e bloccarla lì, con la faccia contro alla sabbia, fermando entrambe le sue braccia a terra facendo uso delle proprie ginocchia.
-L'ho presa di nuovo!!- iniziò poi a gridare, in direzione del gruppo di Trivial che stava avanzando in loro direzione. -L'ho presa!-.
Etnia emise un gemito di dolore, a causa della pressione che lui le stava applicando sulle braccia. In quella posizione riusciva a malapena a respirare, e l'aria che entrava nella sua bocca era resa bollente dalla vicinanza con la sabbia. La sua fronte era bagnata di sudore, di cui una goccia stava percorrendo il profilo del suo naso fino a cadere giù.
-Nux.. Ti prego...- riuscì a dire, annaspando.
Lui tuttavia non sembrò ascoltarla ed iniziò ad agitare le braccia segnalando la sua posizione a tutti gli altri. Solo allora, osservando con attenzione il gruppo di Trivial in avvicinamento, notificò la presenza del capo assieme a loro. Ciò era cosa davvero strana, considerato che non si allontanava mai dalle zone d'ombra dei capannoni né tantomeno correva mai nel mezzo della distesa di sabbia in quel modo; era evidente che la ragazza le interessava davvero molto. Era la prima volta che si abbassava a tanto.
Nux gioì, e sentì il suo corpo scosso da un fremito. Questa volta sarebbe stato fiero di lui, non c'era alcun dubbio!
I passi degli altri Trivial si avvicinavano sempre di più; Etnia iniziava a sentirli. -Ti prego Nux... Ascoltami-. Non poteva credere che sarebbe andata a finire in quel modo, dopo tutti gli sforzi che aveva fatto. Era stata una stupida, sin dall'inizio; avrebbe dovuto dare ascolto al vecchio quando le aveva detto di non proseguire, e soprattutto non avrebbe mai dovuto fidarsi di quel ragazzo. A pensarci adesso, con la faccia sulla sabbia bollente, si chiese come avesse potuto afferrarlo per il polso e portarlo con sé. Non era forse ovvio, che sarebbe accaduto questo?
-Nux... Ascoltami...- continuò ad insistere, con la poca voce che le restava. -Loro non ti saranno riconoscenti...-.
A quel punto il ragazzo si voltò a guardarla, dall'alto in basso. -Taci. Non sai quello che dici- esclamò, piegando il volto in un'espressione schifata. -Lui salverà tutti-.
La ragazza, seppur esausta, non si diede per vinta. -Sei uno stupido... Possibile che tu non capisca?-. Staccò il volto da terra di qualche centimetro, annaspando, nel tentativo di vedere ciò che stava accadendo attorno a sé. La presa di Nux tuttavia la bloccava, e votarsi dal lato in cui sentiva provenire i passi degli altri le era impossibile.
-State lontani- gridò ad un tratto il Trivial, rivolgendosi agli altri -Voglio consegnarla io!!-. La sua richiesta tuttavia non fu accolta: in pochi secondi, si creò il caos. I Trivial si buttarono su Nux come leoni su una preda, separandolo a forza dalla preziosa ragazza. Nel mezzo della massa ognuno iniziò a lottare contro gli altri per prendere Etnia con sé, difendendosi a suon di pugni, morsi e spintoni.
Etnia si ritrovò nel bel mezzo di un uragano; un numero indefinito di mani tentavano di afferrarla per le spalle, per le braccia, ed ovunque fosse possibile. Veniva spinta da tutte le parti, cadde a terra più volte e venne rialzata, tirata a destra e sinistra. Nel mezzo di quel caos non riusciva più a vedere nulla, se non un gran numero di volti dalle espressioni folli che miravano proprio a lei. Perse completamente di vista Nux, che a pochi metri di distanza stava a sua volta lottando per riprendersi ciò che gli era stato rubato.
Ognuna di quelle persone, disperata e distrutta dalla fatica di una breve vita, vide in quell'occasione la propria salvezza. Ognuno sarebbe stato disposto a tutto, pur di riuscire a consegnare personalmente la ragazza al capo.
Nuvole di polvere si alzarono dalla sabbia volteggiando a mezz'aria ed rendendo la visuale ancora più confusa. Nux riuscì a crearsi lo spazio necessario a raggiungere Etnia, subendo qualche pugno e spintone ed assestandone altrettanti; la vide, stretta nella presa di due persone mente una terza la tirava per le braccia. Il suo volto era animato da un'espressione di profonda disperazione e terrore, che si poteva leggere chiaramente nei suoi occhi scuri ormai gonfi e bagnati dalle lacrime. Implorava pietà, ma chi poteva sentirla?
Il ragazzo giunse vicino a lei, e riuscì a toccarle una spalla. Lei si voltò, e vide che lo riconobbe; la sua bocca si spalancò come stesse per dire qualcosa, ma le parole morirono nella sua gola.
-Toglietevi di mezzo!!-. La voce del capo, nonostante tutto il caos che si era creato, fu immediatamente riconosciuta da tutti i Trivial. Nel giro di un paio di secondi, ognuno di loro si era fermato al proprio posto ed aveva rivolto l'attenzione all'uomo che, mentre sistemava il colletto della camicia con una mano, avanzava disinvolto. Di fermò a qualche metro di distanza, e sollevò lentamente il braccio destro.
Il suo pugno grassoccio reggeva saldamente una pistola.
Sorrise, e puntò la canna proprio verso la ragazza.

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