27. Andate Via Da Quì

36 8 3
                                    

-Svegli! In piedi, muovetevi! -.
Le grida acute di una donna strapparono via con violenza i due giovani dal loro sonno. Nux balzò istintivamente giù dal letto mentre Etnia, meno reattiva, riuscì giusto a sollevare la schiena prima di incrociare lo sguardo dell'intrusa. Aveva gli occhi spalancati ed il fiato corto; qualcosa non andava.
-Dovete andarvene subito da quì! - gridó la donna, gesticolando - Arrivano i soldati! Vengono per voi! -.
-Aspetta, quali soldati? - esclamò la ragazza confusa, mentre si issava sulle gambe.
-I soldati della Città Celeste, stanno venendo per voi! Metteranno a soqquadro tutto il villaggio per trovarvi, dovete andare via! -.
Nux lanciò ad Etnia uno sguardo preoccupato. - Come fanno a sapere che... -.
-Andatevene!! - gridó una quarta voce, questa volta maschile, che proveniva dell'esterno della capanna. - Ci ammazzeranno tutti per colpa vostra! Via da quì!! -.
Senza farselo ripetere una seconda volta, Nux infilò gli scarponi ed afferrò il polso di Etnia per trascinarla via con sé. Lei non si oppose, seppur si sentisse ancora particolarmente confusa e di certo non pronta a rimettersi in viaggio verso chissà quale meta.
-Andate via!! -. Gruppi di abitanti del villaggio si erano riuniti sulla strada per scacciare via i due viandanti, ormai divenuti un enorme rischio per la loro sicurezza.
Nux passò in mezzo alla folla con la testa bassa senza dire una parola, seguito dalla ragazza che guardava con disperazione tutti quei volti prima gentili, ma adesso divenuti ostili.
Giunti al cancello del villaggio vennero letteralmente spinti fuori ed in un men che non si dica i due si ritrovarono di nuovo soli nel deserto arido. All'orizzonte, soltanto sabbia.
-Dobbiamo spostarci velocemente e sperare di trovare un riparo- disse Nux, guardando la ragazza dritta in faccia - Pensi di farcela? -.
Lei annuì brevemente, senza dire una parola.
Fu così che tornarono in cammino, senza cibo né acqua, sulla sabbia scottante e sotto al sole che seppur fosse mattino aveva già iniziato a bruciare la pelle. Le sagome del villaggio si facevano sempre più lontane man mano che i due giovani proseguivano il loro disperato cammino.
Nux si voltò indietro per assicurarsi che lei stesse mantenendo il passo; le sorrise lievemente nel vano tentativo di rassicurarla, e nel momento in cui tornò a voltarsi avanti fu aggredito ancora una volta da una serie di violenti colpi di tosse. Si fermò sprofondando gli scarponi nella sabbia e chinò la schiena portandosi una mano alla bocca.
-Nux, stai bene! -.
Come era accaduto la volta precedente, una abbondante macchina di sangue rosso adesso imbrattava il palmo della sua mano.
Etnia la vita, e strabuzzò gli occhi. - Oh no, no no, questo non è normale- farfugliò.
Ma il Trivial non parve preoccuparsene allo stesso modo. - Non c'è tempo adesso, dobbiamo trovare un riparo-.
-Nux, era già successo altre volte o... -.
-Abbiamo le guardie alle calcagna- la interruppe. - Guarda là -. Allungò una mano ed indicò un punto all'orizzonte, tra la sabbia. Erano delle rocce piuttosto grandi al centro delle quali pareva spuntare una palma, forse poteva esserci una piccola oasi, ma era difficile dirlo con certezza da quella distanza.
-Dobbiamo raggiungere quelle rocce e metterci a riparo.
Proseguirono il cammino senza dire niente, il Trivial ad aprire il cammino, ed Etnia che lo seguiva. Sul volto della ragazza si poteva leggere chiaramente la sua preoccupazione, e non si trattava soltanto della situazione nella quale si trovavano. Quella macchia di sangue non presagiva nulla di buono.
Erano ormai giunti a metà strada, quando all'orizzonte dietro le loro spalle comparve la sagoma di un automezzo. Una jeep dell'esercito della Città Celeste avanzava verso di loro ad una velocità che in nessun modo avrebbero potuto superare.
-Nux, sono loro! Ci hanno visti! -.
Il ragazzo cessò immediatamente di camminare e si voltò indietro, notando con disperazione che la ragazza aveva ragione.
A quel punto sarebbe stato stupido provare a scappare, non c'erano nascondigli nel raggio di miglia.
La jeep frenò bruscamente ad una decina di metri di distanza, ed una coppia di soldati vestiti di bianco, con il fucile in braccio, scesero dal mezzo.
Nux avanzò di un passo per mettersi davanti ad Etnia, come a volerle fare da scudo umano.
-Bene bene, eccoli quì. Un Trivial ed una ragazzina, esattamente come ci avevano detto-.
-Aiuto!! Etnia!! -.
Solo allora i due si resero conto che c'era ancora qualcuno a bordo della jeep. Era Timber!
Il ragazzino, ammanettato e legato ai sedili posteriori, sembrava terrorizzato. Aveva il viso rosso e le guance solcate dalle lacrime.
-Timber!! - gridó la ragazza facendo un balzo in avanti. Fu subito fermata dalle braccia di Nux, che la trattennero sul posto. - Sei impazzita? Vuoi farti sparare? -.
La ragazza si ricompose, ma non fu in grado di trattenere le lacrime. - Il mio fratellino... - farfugliò.
-Abbiamo ordine di ammazzarvi entrambi, sapete? Ma nella Città Celeste è sempre tutto così... Perfetto. Non succede mai niente, a meno che non fai parte dello squadrone che si occupa dei cantieri-. Una delle guardie avanzò di qualche passo, con il fucile stretto contro al petto.
-Quindi io e il mio collega abbiamo voluto rendere la questione un pò più interessante-. Si voltò indietro, e fece cenno all'altra guardia di recuperare il bambino ancora bloccato in macchina.
-Voglio fare uno scambio con voi altri due-.
Etnia e Nux si lanciarono un rapido sguardo confuso.
-Il bambino verrà lasciato libero- intervenne la seconda guarda, aprendo la portiera e scaraventando Timber a terra, ancora legato con le manette. - Ma in cambio vogliamo il Trivial-.
Il silenzio calò in quel deserto per una lunga manciata di secondi. Etnia, che poco prima aveva sentito una candida speranza accendersi dentro di sé, adesso era di nuovo disperata ed avvilita.
Nux o suo fratello. Come poteva prendere una decisione simile?
Il Trivial si voltò a guardarla, e nei suoi occhi si accorse che lui aveva già deciso.
-Nux, fermo! No! -.
Nonostante le grida della ragazza, continuò ad avanzare fino a giungere proprio davanti ad una delle guardie, quella che pareva essere il capo.
L'uomo in divisa sorrise malignamente, pareva estremamente soddisfatto. - Chinati in ginocchio, schiavo- esclamò ridacchiando. Allungò le braccia e poggiò lentamente la canna del fucile sulla testa del ragazzo. - Inchinati ai tuoi superiori-.
-Nux, non farlo! - gridó Etnia.
Ma lui non parve sentirla. Abbassò lo sguardo, chinò le ginocchia e puntò i palmi sulla sabbia scottante.
La guardia rise di gusto. - Come puoi vedere, ragazza della Città Celeste, non puoi trasformare uno schiavo in un gentiluomo- asserí. Rise ancora di gusto sputando a terra. - Può scappare anche in capo al mondo, ma resterà sempre uno schiavo-. Si voltò poi indietro verso il collega, e gli fece cenno di liberare il bambino.
-Etnia!! -. Correndo e piangendo disperatamente, Timber saltò tra le braccia della sorella che lo accolse a sua volta con le lacrime agli occhi.
-I Trivial hanno l'obbedienza nel sangue- continuò la guardia, facendo scorrere la canna del fucile sulle spalle di Nux. -È questa la loro natura. Nascono e muoiono dei sottomessi perché è così che deve essere-.
Etnia deglutì saliva e trattenne il fiato, rabbiosa. - Questo non è vero e voi lo sapete- disse con la voce che tremava.
Nel frattempo il Trivial, ancora chinato a terra, teneva gli occhi chiusi, completamente immobile.
La guardia indietreggiò di un passo, questa volta allungando il fucile e puntandolo diritto alla testa del ragazzo. - Alza la testa, Trivial- gli disse - Voglio che mi guardi mentre ti sparo-.

Trivial Onde histórias criam vida. Descubra agora