12. Fine di tutto, o inizio di qualcosa

116 27 9
                                    

Il tempo sembrò rallentare improvvisamente. La scena tragica che seguì quel gesto sembrò sospesa, distaccata dallo scorrere dei minuti e dei secondi.
Il dito indice dell'uomo premette il grilletto senza alcun tipo di esitazione, ed il colpo inevitabilmente partì. Lungo la distesa sabbiosa si propagò un suono forte ed improvviso, seguito dall'eco che si creò quando le onde sonore raggiunsero le mura.
Nux non fu immediatamente in grado di capire che cosa fosse appena accaduto. Aveva appena afferrato il braccio di Etnia, quando lei smise improvvisamente di agitarsi. Gli altri Trivial si erano allontanati da loro, facendo due o tre passi indietro; Nux poté vedere nei loro occhi il suo stesso stupore.
Il capo desiderava quella ragazza per sè... Ma allora perché le aveva sparato?
Osservò con aria persa la canna fumante della pistola, mentre veniva lentamente e abbassata. Non riusciva a capire che cosa stava accadendo, e la sua mente d'un tratto si era appannata. Come quando si cerca di vedere il paesaggio attorno a sé stessi, ma non ci risulta possibile a causa di una fitta nebbia.
-Doveva essere perfetta- esclamò il capo, sputando a terra in segno di disgusto. -Non mi interessa più-.
Gli altri Trivial si allontanarono ancora di qualche passo, avendo ormai compreso che non vi sarebbe stata alcuna ricompensa. A differenza di loro, però, Nux non si mosse.
Sentì il corpo della ragazza tremare sotto al palmo della sua mano, e subito dopo la vide cadere a terra, sbattendo le ginocchia contro alla sabbia scottante. Aveva avvolto le braccia attorno alla pancia; la sua maglietta era già zuppa di sangue. I capelli castani, che ricadevano sulle sue spalle in modo disordinato, coprivano solo in parte l'espressione di dolore che albergava sul suo volto sudato.
Nux rimase ancora immobile, per qualche manciata di secondi. Il suo cervello era andato in tilt; non riusciva a far altro che guardarla, incapace persino di capire che cosa stesse provando.
Poi, tutto d'un tratto, un pensiero intrusivo si fece spazio in quel vuoto. L'azione che compì subito dopo, con la velocità di un fulmine, fu dettata dal suo istinto e fu del tutto incurante di ogni insegnamento ed imposizione a cui il Trivial aveva giurato fedeltà eterna.
Scattò in avanti sprofondando gli scarponi nella sabbia per darsi lo slancio, e nel giro di un secondo era già a pochi palmi dal volto, adesso spaventato, del suo capo. Chiuse saldamente il pugno destro, e non esitò ad issarlo in aria, e puntarlo dritto sulle mandibole dell'altro. Lo colpì con tutta la forza che riuscì a racchiudere in quel gesto, senza esitazione alcuna.
Il volto pulito e ben tenuto dell'uomo si colorò di rosso, mentre cercava di recuperare l'equilibrio; cadde però rovinosamente al suolo, emettendo un gemito di dolore e portandosi entrambe le mani alla testa.
In quel momento, era davvero ridicolo.
Tutti gli altri Trivial osservarono la scena con le bocche spalancate, incapaci di realizzare cosa fosse appena accaduto. Quella era la prima volta, da quando la città fu costruita, che un Trivial si ribellava al proprio capo.
Una cosa del genere era inconcepibile. Per loro non era solo il peggior reato che si potesse commettere, ma anche la peggiore condanna che un'anima potesse subire: un Trivial che si permette di fare un gesto del genere, non sarà mai e poi mai accolto dello Halle. Non potrà mai trovare riposo. Non potrà mai veder cessate le sue sofferenze.
Nux ritrasse il pugno, ed il suo sguardo si posò sul corpo dell'uomo che adesso si agitava a terra in preda al dolore. E fu proprio in quell'esatto momento che realizzò che cosa aveva appena fatto.
"Come ho potuto..?".
Guardò la mano con cui l'aveva appena colpito, con uno sguardo terrorizzato. Le sue dita iniziarono a tremare.
" Cosa ho fatto...?".
Sentì la gola seccarsi, i battiti del cuore accelerare dentro al suo petto.
"Perché?".
Ogni speranza che avesse mai avuto, si spezzò in quell'esatto momento. Capì che ogni sforzo che avesse mai fatto in vita sua era appena diventato vano, inutile, nullo.
Fu come se la sua esistenza si fosse fermata lì, in quell'istante. Non aveva più alcun motivo per continuare a respirare.
Il ragazzo si voltò indietro. C'era il vuoto nel suo sguardo, come si fosse annullato in sé stesso; ma la sua espressione cambiò immediatamente quando tornò a guardare Etnia.
Era ancora seduta a terra, con la testa bassa e le braccia avvolte attorno al busto. Era viva; ma per quanto ancora?
Senza fermarsi a pensare ulteriormente, si avvicinò a lei e la afferrò con entrambe le braccia, sollevandola da terra. La strinse sul suo petto, e si incamminò in una direzione qualunque allontanandosi dagli altri più velocemente che poté.
Fu proprio grazie allo stupore generato dal suo gesto, che non fu seguito da nessuno degli altri Trivial; adesso, parevano tutti intenti ad assicurarsi che il loro capo stesse bene. Nux si voltò indietro a guardarli, prima di riprendere a camminare; erano chini su di lui.
Il sole sembrava picchiare ancora più forte, mentre il Trivial correva verso le mura sud. Non aveva neanche uno straccio di piano, ma sapeva che se non avesse fatto qualcosa in fretta la ragazza che teneva tra le braccia sarebbe morta.
Passo dopo passo, il ragazzo si allontanò sempre più dalla zona in cui tutto era accaduto, e le mura Sud si facevano sempre più vicine. Etnia sembrava ancora molto vigile, e questo era di certo positivo; ma pareva piuttosto confusa e spaventata, motivo per cui si era avvinghiata al collo di Nux temendo di cadere.
Balbettò qualcosa di incomprensibile, qualche parola soffocata da alcuni gemiti di dolore; poi, finì per poggiare la testa sul suo petto, esausta. A causa della perdita di sangue aveva subito un improvviso calo di pressione, causa per la quale era vittima di forti giramenti di testa, nonché di una nausea insopportabile.
Finalmente, dopo un lungo tratto percorso sulla sabbia rovente, i due furono abbastanza vicini alle mura da poter trovare un pò di sollievo, grazie alla lunga ombra che esse proiettavano a terra. Nux rallentò lievemente il passo non appena i raggi smisero di bruciare la sua pelle, ma continuò a proseguire deciso. Aveva ormai il fiato corto, e le mani sudate rendevano più complicato fare presa su di lei.
-Hei! Ragazzo!-.
All'improvviso, udì una voce. Dapprima non fu chiaro da quale direzione provenisse; ma poi il Trivial, voltandosi a sinistra, notò un uomo che agitava le braccia fra le sbarre di un cancello.
Uno dei cancelli che conducevano alla Città.
-Da questa parte!-.

Trivial Donde viven las historias. Descúbrelo ahora