➥ quarantaquattro

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Davvero non c'era un posto di lavoro qui? A New York?

Non volevo lasciare Charlotte sola, i nostri risparmi si stavano esaurendo, l'università si avvicinava e non potevo essere più preoccupata.

Ero un po' ansiosa di cominciare le lezioni e poter terminare la mia carriera scolastica: turismo e ristorazione.

È una carriera che sto percorrendo da molto tempo, da quando avevo 16 anni avevo l'idea fissa di avere un mio hotel e di poter viaggiare per il mondo. Quando mi sono diplomata mi sono presa un anno sabbatico per riuscire a capire meglio cosa volessi fare della mia vita.

È veramente deprimente che il mio futuro dipenda dalla me adolescente. Tuttavia, la me adolescente non era una completa idiota, a 20 anni sapevo già quello che avrei voluto per la mia vita; sebbene la me adolescente aveva grandi aspettative per il futuro, ora non erano così grandi ma continuavano ad essere lì.

Continuai a camminare per le strade senza sapere cosa fare e mi fermai per sedermi su una panchina in un parco lì vicino.

Avevo gli occhi fissi sul mio telefono, controllando i miei social, quando una mano mi si appoggiò sulla spalla.

Spaventata, feci un piccolo strillo e mi girai per trovarmi davanti un ragazzo che mi guardava abbastanza nervoso.

"Mi dispiace, non volevo spaventarti." Parlò con un mezzo sorriso.

Era un tipo okay, di questo ero sicura, non gli davo più di 25 anni.

"Volevo chiederti l'ora." Questa volta il suo sorriso si era fatto un po' più grande.

Per tutti i santi Lexi, lui voleva solo domandarti l'ora e tu ti sei spaventata.

Annuii e guardai l'ora sul mio telefono.

"Mancano cinque minuti alle otto." Risposi imbarazzata per il mio comportamento.

"Grazie." Il suo sorriso continuava ad essere presente sul suo viso. Chi era? Vincent? "Il mio nome è Beckett Jovan." Mi allungò la mano. Un po' dubitante gli tesi la mia. "Posso sedermi accanto a te?" Indicò il posto vuoto sulla panchina.

Non ci vedevo niente di male in questo, perciò accettai.

"Credo che tu non mi abbia detto il tuo nome." Parlò dopo essersi seduto.

Spostai una ciocca di capelli dietro al mio orecchio
e poi parlai.

"Mi chiamo Lexi." Sorrisi gentilmente. Non gli avrei detto il mio nome completo. Magari era un pazzo e dopo questa conversazione mi avrebbe rapita.

"È un piacere Lexi." Annuì nella mia direzione. "Sei di qui?" Domandò aprendo una nuova conversazione.

"Se con questa domanda vuoi sapere se vivo qui la risposta è sì, se vuoi sapere se sono nata qui la risposta è no." Stai zitta Lexi.

Beckett sorrise e dopo mi guardò.

"In verità volevo sapere se vivessi qui vicino." Rilasciò una piccola risata.

"Oh.. sì, una strada più in là." Disse sentendo le mie guance ardere.

Realmente sono una stupida.

Beckett annuì e fece un'altra domanda:

"Lavori o studi?"

Mi schiarii la gola.

"Inizierò l'università una volta terminate le vacanze e per il momento non ho un lavoro, ho solo fatto da da fotografa ad un evento."

"Sei una fotografa?" Annuii senza guardarlo. "Credo che tu abbia trovato la persona giusta."

Quando disse questo alzai immediatamente la testa.

"Mia sorella compierà preso i 16 anni e farà una festa, potresti fare le foto, mi incaricherò io stesso di farti avere una buona paga." Disse sorridendo. "Accetti?"

Davvero?

"Parli davvero?" Domandai, un piccolo sorriso iniziava ad apparire sulle mie labbra.

Beckett annuì ridendo.

"Ti do il mio numero, fammi sapere." Disse dandomi un piccolo biglietto.

Oh, Dio! Grazie per questo!

Senza dire niente, accettai il suo biglietto.

"Lexi!" Sentii una voce gridare.

Chiusi i miei occhi mentre analizzavo quella voce.

"Amore sei qui." Apparve Harry e mi guardò sorridente.

Beckett si schiarì la gola e si mise in piedi.

"Devo andare, spero tu consideri la proposta, ci vediamo." Mi salutò con un sorriso, non riuscii a salutarlo dato che se n'era già andato.

"Che cazzo ti succede?!" Gridai verso Harry.

Lui rise e scrollò le spalle.

"Stavo solo facendo pratica se qualche giorno esco con Madison e ti vedo parlare con qualcuno, è solo per marcare il territorio." Il suo sorriso beffardo apparve.

"Vai a fanculo, idiota!" Mi girai e camminai lontano da lui.

"Amen." Lo sentii urlare mentre rideva.

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