2. Il suo problema.

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Le serre di Hogwarts erano sempre state qualcosa che Hermione desiderava vedere. come sempre, ne aveva letto sui libri e visto quale illustrazione, ma ai ragazzi del primo anno non era permesso visitarle, solo dal secondo in poi. E adesso lei poteva non solo visitarle, ma anche studiare tutto ciò che contenevano.

Era appena finita la prima lezione con la professoressa Sprite, e tutti i ragazzi erano andati via. Tranne lei: aveva trovato la scusa di aver dimenticato uno dei suoi libri in serra, ma in realtà voleva restare un altro po' ancora con le piante, e gli alberi, e quell'aria calda e umida. Persino le mandragole le erano piaciute così tanto che aveva avuto voglia di accarezzarle. Non perché erano carine – tutto erano, tranne che carine – ma perché erano magiche. Le prima piante che prendevano vita che vedeva da sempre.

Hermione prese un altro respiro profondo, inalando quell'aria che altri ragazzi della sua età odiavano. A lei erano sempre piaciuta la natura e tutto quello che comprendeva. Non solo i fiori e le piante, ma anche la terra, l'erba, le rocce. Tutto era natura, e tutto era bellissimo per i suoi occhi.

«Vuoi stare fermo?». Hermione si voltò nel sentire quella voce. La riconobbe subito: era la professoressa Sprite. La ragazza si avviò verso il suo studio per chiederle se avesse avuto bisogno di qualcosa – il suo tono di voce sembrava molto scocciato.

Superando la soglia, Hermione si rese conto che la donna non era da sola. Una piccola cassetta era aperta sulla scrivania della professoressa, al suo interno contagocce, ampolle, aghi e quant'altro. Sulle due sedia all'angolo opposto della stanza, c'era la Sprite con il suo ridicolo cappello a punta e gli abiti sporchi di terra. Era piegata in avanti, mentre continuava a lamentarsi sotto voce. Davanti a lei, sulla sedia opposta alla sua, c'era Draco, addosso ancora la tunica che tutti i ragazzi avevano indossato per entrare nella sera, intorno al collo le cuffie. Sul suo volto una smorfia di dolore, mentre teneva una mano stesa davanti a sé, con la professoressa Sprite che lo teneva stretto a sé per un polso evitando di fargli ritirare la mano. Il guanto della sua mano destra era posato sulla scrivania, accanto alla cassetta aperta, e il suo dito indice, che apparentemente la professoressa stava tentando di medicare nonostante le lamentele di Draco, era graffiato e macchiato leggermente di sangue.

«Malfoy, fermo», ripeté di nuovo la Sprite alzando lo sguardo verso il ragazzo che gli stava seduto di fronte. La donna notò anche la figura alle spalle del ragazzo, e sorrise. «Oh, salve signorina Granger. Perso qualcosa?».

Hermione vide chiaramente le spalle del ragazzo irrigidirsi quando udì il suo nome, ma Draco non si voltò, continuando a pretendere che non ci fosse nessuno nella stanza oltre lui e la professoressa che gli stava medicando il dito.

La ragazza scosse la testa in risposta alla donna. «No, professoressa. Ero solo rimasta un po' indietro».

«Benissimo, allora», esclamò la professoressa con il viso che si letteralmente illuminò dal sollievo. «Vieni qui e dammi una mano, Granger. Questo signorino non vuole proprio stare fermo, e devo pulire e chiudere la ferita, o potrebbe venirgli una brutta febbre. Ci sono stati anche alcuni casi di crescita di terzi arti... », quest'ultima frase, la Sprite la mormorò a voce bassissima, ma non servì a nulla perché sia Hermione sia Draco lo sentirono.

«Cosa?», esclamò inorridito Draco.

La donna lo ignorò deliberatamente. «Allora, signorina Granger, che ne dice di una mano?».

Hermione si sentiva stranamente in soggezione. Non si era incrociata mai più direttamente con Draco dopo quello sguardo a Diagon Alley, se non nei corridoio o nelle classi delle lezioni che Grifondoro e Serpeverde condividevano, e adesso stargli così vicino la faceva sentire... strana, come se fosse fuori luogo. S^, si era ripromessa a se stessa che avrebbe cercato di capire cos'era successo durante quell'estate per cambiare il ragazzo in quel modo, ma semplicemente non si sentiva ancora pronta. Aveva mille cose per la testa in quei giorni, e non voleva distrarsi cercando di risolvere quel dannato rompicapo che era Draco Malfoy. Sentiva che se si sarebbe riavvicinata di nuovo a lui, non sarebbe riuscita a smettere di cercare una risposta alle sue domande riguardo lui.

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