4. Non puoi.

152 14 0
                                    

Hogsmeade era... unica. Hermione non riusciva a trovare nessun'altra parola per descriverla. Le persone, i negozi, le costruzioni in generale: tutto era alterato da quella preziosa ed unica cosa chiamata "magia" che la ragazza ancora non riusciva a capire fino in fondo, con ogni giorni qualcosa di nuovo da capire, imparare o semplicemente ammirare.

Una delle prime cose che Ron le aveva costretto a visitare era Mielandia. La prima e fino a quel momento l'unica attrazione del paesino. Ormai erano fuori dalla scuola da quasi due ore, e il suo amico ancora non si decideva ad uscire e visitare tutti gli altri negozi e pub che avevano visto sui lati della strada arrivando lì.

Hermione, a dire il vero, non ci trovava poi niente di così interessante. Certo, all'inizio era stato strepitoso guardare e mangiare tutte quelle caramelle, lecca-lecca, cioccolatini e liquirizie unici nel loro genere, ed avevano sapori sempre strani tra loro e unici, che rasentavano a volte il disgustoso – ma che Ron, e anche la curiosità stessa della ragazza, le costrinsero ad assaggiare. Ma dopo tutto quel tempo lì dentro, persino una caramella che balla con un cioccolatino perdeva l'attrazione. Ron, invece, sembrava non averne mai abbastanza. I sui occhi continuarono ad essere grandi e illuminati anche quando provava un dolce per la dodicesima volta.

Se ci fosse stato anche Harry, di certo le cose sarebbero andate in maniera diversa. Anche il suo migliore amico di certo avrebbe speso molto del suo tempo e del suo denaro a Mielandia, ma prima o poi – proprio come Hermione – si sarebbe stufato, e Ron tendeva ad ascoltare molto di più Harry rispetto alla ragazza.

Quando per forse la decima volta Hermione aveva provato a richiamare l'attenzione di Ron per uscire da tutto quello zucchero e cioccolato, e lui non si era nemmeno degnato di ascoltarla, la ragazza era uscita dal negozio. Di fronte all'entrata di Mielandia c'era una panchina, quindi la ragazza ci si sedette aspettando che il ragazzo si fosse reso conto della sua assenza e sarebbe andato a cercarla. Anche se, ad essere sincera, Hermione non era completamente certa; o almeno non sarebbe successo nella prossima ora... o forse due ore.

Per quanto Hermione si promettesse si aspettare per altri cinque minuti e poi lasciarlo lì, sapeva che in realtà non lo avrebbe fatto. Si riprometteva sempre altri cinque minuti, altri dieci minuti, altri quindici minuti. Ma di certo non l'avrebbe lasciato lì da solo: in parte perché non gli andava, in parte perché non sapeva dove andare tutta da sola. Si sarebbe sentita un'idiota ad andarsene in giro per Hogsmeade senza sapere nemmeno quale sarebbe stata la strada di ritorno, o visitando negozi e pub da sola. Tutti gli altri ragazzi l'avrebbero presa per una stupida o qualcuno che non aveva nessun amico con cui godersi una giornata d'inverno.

Perciò, alla ragazza non restava altra cosa da fare se non guardarsi intorno per ammazzare il tempo. Le strade erano colme di persone e ragazzi di Hogwarts che si godevano la giornata, che si scambiavano battute, che mettevano in mostra i loro acquisti o si godevano qualcosa da mangiare ridacchiando. Hermione, dopo soli cinque minuti passati ad osservare due ragazzi seduti ad una panchina non troppo distante dalla sua che si scambiavano battute e coccole, si sentì una perfetta idiota. D'improvviso pensò che sarebbe stato meglio andare in giro da sola che restare da sola e immobile su una panchina osservando le persone come una sfigata.

La ragazza voltò lo sguardo dalla parte opposta alla coppia, verso un negozio di manici di scopa. "Quello sarebbe stato decisamente un negozio dove Harry avrebbe perso ore", pensò la ragazza con un sorriso malinconico sulle labbra. Forse per la prima volta si rese conto di quanto gli piaceva la presenza dell'amico di fianco a lei. Probabilmente era perché, proprio come Hermione, Harry stava imparando quel mondo passo dopo passo, mentre Ron lo conosceva da sempre.

La porta del negozio si aprì, e ne uscì Draco. Il ragazzo si tirò sulla testa il cappuccio del suo cappotto e si infilò le mani in tasca, mentre una folata di vento lo colpì in pieno, scuotendo la pelliccia del suo cappuccio e riempiendola di piccole palline bianche di neve, rendendo il suo viso ancora più pallido del normale. Con sorpresa della ragazza, Draco era uscito da solo dal negozio, e Tyger e Goyl non sembravano nelle vicinanze. Possibile che i doberman avessero lasciato solo il loro padrone?

Scordati di meWhere stories live. Discover now