5. Un film.

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La luce del tramonto rendeva tutto più caldo e accogliente. Hermione era seduta con la schiena contro il tronco di un albero, il mantello che la avvolgeva stretta proteggendola dall'aria fredda e pungente di quel giorno, gli occhi rivolti verso il lago con il sole che lentamente, sotto la prospettiva della ragazza, veniva inghiottito dalle acque nere del lago e tutte le creature che lo popolavano.

Da circa due settimane, aveva preso l'abitudine di venire lì alla fine dei corsi. A volte portava con sé dei libri o degli appunti per poterli studiare lì invece che in biblioteca, altre volte invece rimaneva semplicemente seduta lì a pensare a cosa le era successo durante l'arco della giornata. Anche la cosa più semplice o insignificante, quando veniva lì e restava da sola con sé stessa, si tramutava in un pensiero a volte lunghissimo, che la teneva impegnata a volte per tutta la durata della sua pausa. Spesso si era ritrovata a dover correre in Sala Grande perché, presa dai suoi pensieri, si era completamente dimenticata della cena e doveva sbrigarsi se non voleva rimanere a stomaco vuoto.

Oggi, per esempio, era stata una giornata particolarmente pesante. Quando Hermione aveva sentito il professor Silente pronunciare il nome di Harry quando lo aveva estratto dal Calice di Fuoco, il mondo si era come fermato intorno a lei. L'unica a cosa che era riuscita a pensare in quel momento, era: "non lui, non di nuovo, non lui".

Da quando lo aveva conosciuto, dal loro incontro "leggermente" imbarazzante nella cabina del treno, Harry era diventato una calamita sempre più forte per i guai. Questo lo aveva penalizzato un sacco: spesso le persone dimenticavano quanto fosse già stata difficile la vita per un ragazzino che per undici anni aveva vissuto in un sottoscala, e la complicavano ancora di più con i loro pettegolezzi e le loro chiacchiere sussurrate alle spalle del ragazzo. Non riuscivano a capire che Hogwarts, per Harry, rappresentava un modo per ricollegarsi ai suoi genitori, un mondo dove trovare pace e tranquillità, un modo per evadere dall'inferno dove veniva quell'orrenda famiglia di Babbani che l'avevano trattato peggio di un roditore in cantina.

Molti ragazzi avevano scelto la strada più semplice: lasciarlo perdere. Avevano posto sulla bilancia il peso della propria vita, e avevano deciso che era troppo importante per essere messa a rischio essendo amici di una persona come Harry Potter. Con gli anni le cose erano solo peggiorate, sempre di più, ma per Harry c'erano sempre Ron ed Hermione. La ragazza poteva già sentire, anche se erano solo poco più di tre anni che lo conosceva, che per lui lei ci sarebbe sempre stata. Perché Harry gli dava l'idea di un ragazzo che aveva tremendamente bisogno di amici sinceri in un mondo che continuava a voltargli le spalle.

Per questo la ragazza si sentiva tremendamente tradita.

Poco prima che Hermione si recasse al suo appuntamento con il lago Ron l'aveva fermata per discutere della questione del nome di Harry nel Calice, ed Hermione era rimasta a dir poco sconvolta nel vedere la rabbia che negli occhi in genere sempre caldi e accoglienti del ragazzo. Come poteva Ron biasimarlo per quello che stava capitando al loro amico?

Per quanto Hermione avesse provato a far ragionare il ragazzo, Ron era rimasto della sua idea, duro come la pietra. Alla fine Hermione era riuscito solo a convincerlo di parlarne con Harry per quanto la cosa sembrasse già inutile alla ragazza. Non aveva mai dubitato, nemmeno per instante che Harry avesse messo il suo nome nel Calice. Quante volte Harry sarebbe dovuto scampare di poco una morte certa per convincere il ragazzo che erano i guai a cercare il Bambino Sopravvissuto, e non il contrario?

Adesso, per quanto la ragazza cercasse di rilassarsi, la sua mente era una cacofonia di voci e sguardi. Riusciva ancora a sentire nelle proprie orecchie i bisbiglia degli altri studenti nella sala Grande quando Harry era stato chiamato dal loro Preside, o le grida di scherno e di rabbia quando alla fine era scomparso dietro una porta insieme a tutti gli insegnanti e il professor Silente. Se chiudeva gli occhi, poteva ancora vedere tutti i loro sguardi che vagavano dai rabbiosi ai sollevati – come se stessero sperando che quella sarebbe stata la volta buona per sbarazzarsi di Harry definitivamente – fino allo sguardo da tradito di Ron mentre incrociava gli occhi della ragazza. Dal primo momento Hermione aveva sentito che c'era qualcosa che non andava, ma non avrebbe mai immaginato che Ron potesse davvero arrabbiarsi con il loro migliore amico per qualcosa a cui non era nemmeno responsabile.

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