2. Ossa rotte.

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Ad Hermione stava venendo un mal di testa come mai prima di allora. I lamenti del ragazzo la stavano letteralmente uccidendo. Draco Malfoy non poteva fare a meno di girare per la scuola senza lamentarsi o piagnucolare della piccola ferita che aveva al braccio. Certo, nel mondo magico un braccio spezzato avrebbe creato non poco dolore e tantissime cure da seguire, medicinali e tutto il resto, ma lì erano nel mondo dei magni. Dannazione, l'anno prima Madame Chips aveva fatto ricrescere le ossa nel braccio di Harry!

Ogni volta che la ragazza andava a trovare Harry in quei due giorni che il suo migliore amico aveva passato in infermeria dopo la caduta dalla scopa volante durante la partita di Quidditch per colpa dei Dissennatori, lui era lì a piagnucolare come una ragazzina isterica che non riusciva proprio a chiudere il becco.

Anche se ricordava benissimo la sincerità nei suoi occhi del giorno in cui era arrivata ad Hogwarts, in Sala Grande di fronte a tutti i ragazzi della scuola, tutto ciò era completamente dimenticato con quei versi e piagnistei, che scacciavano via quei meravigliosi e allo stesso tempo complicati e dolorosi ricordi come delle foglie secche al vento di autunno.

Come se non bastassero quelli in infermeria, Draco, dopo essere stato dimesso dall'infermeria – Hermione credeva più che Madama Chips lo avesse cacciato, non riuscendo più a tollerale per un secondo di più il Serpeverde –, si era impegnato a diventare insopportabile anche per i corridoi, le classi e a colazione, pranzo e cena. Nessuno sembrava tollerarlo, Hermione se ne rendeva conto dalle occhiate che tutti gli altri ragazzi gli lanciavano, nessuno si azzardava a richiamarlo o ad urlargli di tenere quella maledetta bocca chiusa e di abbassare un po' quel suo ego che poteva fare invita al monte Everest.

Ora, anche nel parco della scuola dove Hermione credeva di essere al riparo da quei lamenti, doveva sorbirseli. Vide con occhi stanchi e rabbiosi l'entrata del ragazzo, con la fasciatura – del tutto esagerata – al braccio legata al collo. Con lui c'erano i suoi fidati mastini: Tyger e Goyl, che non perdevano occasione di ripetere a tutti i ragazzi con cui Draco si lamentava, di quanto il loro "capo" fosse stato coraggioso a sopportare tutto quell'indicibile dolore, ed avere la forza immane di rimanere a scuola, mettendo la sua vita in mano ad un incompetente come Madame Chips. "Certo", pensò scocciata Hermione, "dovremmo dargli proprio una medaglia per l'onore".

«Penso proprio che mi resterà la cicatrice», borbottò il ragazzo mentre si avviava a superare il parco, lanciando occhiate a destra e sinistra per controllare se ci fosse qualcuno oltre loro tre. Di certo lo faceva per assicurarsi che tutta la scuola lo avesse ascoltato lamentarsi, in modo che quando Lucius Malfoy avrebbe fatto ricorso alla scuola – perché lui avrebbe fatto di certo ricorso –, tutti gli alunni non avrebbero potuto dire di aver visto il ragazzo in totale salute. Beh, almeno i Serpeverde lo avrebbero fatto: Hermione non era sicura delle altre Case, ma di certo Grifondoro non gli avrebbe dato nemmeno no straccio di ragione.

Hermione lo osservò con uno sguardo eloquente mentre attraversava il parco, sperando silenziosamente dentro di sé che non la notasse, ma non del tutto: dentro la ragazza c'era anche una parte che la incitava, gli ordinava di andare da lui e prenderlo a sberle, sperando che ciò gli facesse riprendere un po' i sensi, abbandonando del tutto quella scenata.

Sfortunatamente, il ragazzo la notò.

«Cos'hai da guardare mezzosangue?».

Hermione sbuffò e tornò al suo libro.

"Fa che se ne vada. Fa che se ne vada. Fa che se ne vada".

«Allora?».

"Perché Merlino non ascolta mai le mie preghiere?".

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