Capitolo 5

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Verso l'una di notte Lilianne salutò i suoi amici fuori dalla confraternita per poi accompagnarmi in quella che avrebbe dovuto essere la nostra stanza per una notte.
Dopo essermi fatta spazio tra la folla che ballava all'interno del grande salone al piano terra, salì le scale seguendo la mia amica fino al terzo piano.
La osservai nella penombra mentre sfilava una chiave dalla tasca posteriore dei jeans per aprire la porta bianco latte della sua stanza.
-Benvenuta nella mia umile dimora. - mi sorrise facendo intravedere le fossette non appena spalancò la porta e accese la luce della sua camera.
Osservai attentamente la piccola stanza, in mezzo ad essa torreggiava un letto ad una piazza e mezza, i muri erano color lavanda mentre i mobili e la grande libreria vicino al letto erano color panna in contrasto.

-Prima di metterci a letto vuoi sgranocchiare qualcosa? - mi domandò Lil mentre poggiavo la sua borsa su una sedia nei pressi della porta d'entrata.
-Magari! - risposi ricordandomi che avevo mangiato molto poco durante il giorno e che il mio stomaco vuoto aveva iniziato a protestare.
La ragazza dai capelli color ginger scomparve e mi lasciò sola nella piccola stanzina per accomodarmi, mi lasciai cadere su una piccola poltroncina e chiusi gli occhi un'istante provandomi a rilassare.
La mia mente era di nuovo tornata a quella biblioteca dell'università, lì dove avevo vissuto emozioni contrastanti. Mi sembrava di sentire ancora il suo odore, potevo ancora percepire il suo respiro sul mio collo e le mani allacciate intorno alle mie braccia.
Mentre mi passavo una mano lì dove lui aveva posato le sue labbra sentì un tonfo che mi fece sobbalzare. Una figura maschile ridendo entrò barcollando con un bicchiere in mano nella stanza, per poi richiudere la porta alle sue spalle e poggiarsi ad essa.
-E tu chi saresti? Dov'è Lilianne? – chiese sorpreso il giovane ragazzo tentando di mettere a fuoco la mia figura dopo avermi notato.
Era un ragazzo alto, dalle spalle large e dalle braccia muscolose, i capelli erano biondo cenere mentre gli occhi color cioccolato e un accenno di barba che gli dava un'aria rude.
-Lilianne è uscita, sta tornando. - risposi seccata da quell'interruzione senza muovermi dalla mia postazione e aspettando che quell'idiota se ne andasse.
-Bene bene. E non vuoi dirmi il tuo nome carina? - si staccò dalla porta facendo qualche passo nella mia direzione cercando di mantenere l'equilibrio.
-Senti alcolizzato del cazzo, fai un altro passo e giuro che accartoccerò il tuo bicchiere e te lo farò ingoiare. - dissi a denti stretti ormai al limite della pazienza per poi dipingermi un mezzo sorriso sulle labbra
Il motivo principale per cui odiavo le confraternite era proprio perché chiunque poteva permettersi di disturbarti nella tua stanza e distruggere la pace tua interiore, figli di papà che mischiavano alcool e droga solo per sentirsi trasgressivi visto che la loro vita fino ad allora era stata così "perfetta" da annoiarli.

Il ragazzo si bloccò all'istante e scoppiò a ridere mostrando la dentatura perfetta e facendo vibrare il petto scolpito sotto la t-shirt bianca.
-Ho preso un po' di tutto... - Lilianne si materializzò nella stanza con in mano bustine di patatine e di M&M's, rimase bloccata sulla soglia alla vista di quel ragazzo nella stanza.
-Ma chi ti ha dato il permesso di entrare nella mia stanza Zac? - gli chiese lei gettando i pacchetti sul letto e incrociando le braccia sotto il seno.
-Liliii, volevo augurarti la buona notte. Non fare la cattiva. E dimmi chi è la stronzetta che ti sei portata in stanza? - si lamentò lui mettendo un tenero e giocoso broncio.
-Lei è Sophia e vacci piano con le parole. - gli spiegò lei con tono paziente.
-Oh, Sophia! Io sono...- iniziò lui allungando la mano verso di me per presentarsi.
-Quello che ora andrà a nanna. - completò la ragazza spingendolo fuori dalla stanza ignorando le sue proteste.
Lil sbatté la porta bianco latte della sua stanza, per poi infilare la chiave nella serratura e segregarci dentro così da non avere nuove sorpresine durante la notte.
-Scusalo. Non è sempre così. Sta sera ha esagerato un pochino. Ha rotto da due mesi con la ragazza e ancora non gli è passata. - mi spiegò lei iniziando ad aprire un pacchetto di patatine.
Non sentivo alcun interesse nel conoscere la vita di quel tizio, anche se dovevo ammettere che tra tutti quelli che avevo visto lì dentro lui non era niente male. Era un ragazzo carino, purtroppo l'atteggiamento lo fregava.
Dopo aver mangiato un po' di schifezze e chiacchierato di alcune cose, ci accoccolammo nel letto cadendo in un sonno profondo nonostante gli schiamazzi proveniente dalle altre stanze.

The professor Où les histoires vivent. Découvrez maintenant