Capitolo 15

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Strinsi la sua mano che era poggiata a terra e nel silenzio di quella stanza provai a confortarlo. Christian si ostinava a non guardarmi e a non rivolgermi la parola, non capivo se stesse elaborando ciò che gli avevo detto o se avesse rinunciato di nuovo a me.

Mi sentivo a disagio in quella situazione, la stanza era sommersa da silenzio assordante e la situazione sembrava non voler cambiare.
-Forse è meglio se te ne vai. - furono le uniche parole che uscirono dalla sua bocca e mi sembrarono taglienti come lame.
Sentii gli occhi che mi pizzicavano, le lacrime minacciavano di scendere lungo il mio viso e per evitarmi una situazione ancora più penosa di quella che stavo vivendo, presi la mia borsa e corsi via da quella fonte di dispiacere. Ero sotto shock mentre uscivo dall'edificio e la mia vista era offuscata dalle lacrime impedendomi di vedere dove stavo andando.

Ero sdraiata sotto un albero da una buona mezz'ora e fissavo il cielo mentre copiosamente scendevano lacrime silenziose, i singhiozzi strozzati era l'unico suono che percepivo nella notte. Non mi capacitavo ancora del modo in cui lui mi aveva cacciata da quella stanza e probabilmente dalla sua vita. La mia forza interiore e la mia testardaggine non potevano nulla contro un uomo tanto freddo e enigmatico come lui.
-Guarda chi c'è! La bella addormentata. –  il commento di una voce maschile seguita da una serie di sghignazzi mi distrasse dal mio monologo interiore.
Non mi mossi dalla posizione in cui ero, sperando che l'idiota che aveva voluto fare il simpaticone se ne stesse già andando per la sua strada.
-Per svegliarla ci vuole un bacio! – sentii un'altra frase stupida seguita dalle stesse risate viscide.  Deglutii irritata e mi alzai sui gomiti per poter vedere in faccia l'essere nauseante che continuava a fare il pagliaccio di strada con i suoi, altrettanto nauseanti, amici.
La figura che intravidi fu quella di un ragazzo mediamente alto, dai capelli scuri lunghi legati in un codino.
-Preferirei anche Freddy Krueger a te, idiota. – dissi a denti stretti mostrando a distanza il dito medio. Mi alzai dalla mia postazione e decisi di tonare in stanza. L'unica cosa che sentii prima di entrare nel dormitorio fu un lungo boato da parte degli idioti che mi avevano infastidita.

Erano passati cinque giorni dalla notte in cui Christian Miller mi aveva cacciato dall'aula in cui avevamo cenato. Non accadde più nulla da quella notte in poi; ogni volta che cercavo il suo sguardo durante le lezioni trovavo solo il grande muro che aveva edificato attorno al suo cuore. Non vi fu più alcun contatto tra di noi, avrei potuto affermare che addirittura mi evitasse ogni volta che gli era possibile.
A metà mattinata di un noioso giovedì, partecipai nella sala conferenze, insieme a tutto il corso di psicologia a un seminario su Paul Ekman e le micro-espressioni. Per qualche istante ero riuscita a smettere di pensare all'uomo che mi aveva tanto scombussolato, ma ad un certo punto della conferenza la vibrazione del mio smartphone nella borsa attirò la mia attenzione.
"Miller ha lasciato qualcosa per te in stanza. Vieni presto, sono curiosa. xxx -Kath"
Non potevo negare l'emozione e l'adrenalina che mi scorreva nelle vene, nonostante questo, decisi di rimanere fino alla fine del seminario per seguire con attenzione; non potevo dare la priorità a qualcuno che non l'avrebbe mai data a me, dovevo pensare più a me stessa e meno a quell'uomo che freddamente mi aveva cacciata in passato.

Dopo un bel respiro profondo entrai nella mia stanza, nella quale stranamete non c'era nessuno ad aspettarmi se non un post-it su cui Katherine mi avvisava di essere andata ad incontrare urgentemente Brett.
Solo nel momento in cui decisi di lasciarmi cadere sul letto trovai una busta con su incise le mie iniziali "S.W." con una calligrafia elegante ma a me sconosciuta.
Ero quasi certa che quella fosse da parte di Miller e quando la presi tra le mani per aprirla sentivo il cuore uscirmi dalla cassa toracica per la potenza delle palpitazioni.
"Sophia,
non ho in serbo per te parole di scuse o giustificazioni per il mio comportamento e neanche il desidero di ricadere nei soliti cliché scrivendo una lettera d'amore dopo una lite.
È a me oscuro il motivo di questo inchiostro su carta. Conosco bene la forza delle mie parole, che può essere una forza costruttiva o una distruttiva e so di aver usato con te l'ultima delle due varianti.
Non avevo intenzione, mia cara, di ferire il tuo animo puro ma era, invece, mia intenzione distruggere tutte le illusioni, tutte quelle che ti sei creata nella tua brillante testa, cioè di potermi salvare da me stesso o da qualcos'altro. Non sarai l'eroina di questa storia.
Il tuo disperato romanticismo e l'ingenuità ti impediscono di vedere la realtà, non hai tutta la forza che pretendi di avere per risollevare me o quello che ho in me.
Se solo tu non ti fossi avvicinata alla porta che porta all'abisso io non ti avrei spinto via, ma tu sei straordinariamente cocciuta.
Rivivi la serenità che ti contraddistingue e lascia scivolare via l'ansia che ti ha provocato la mia vicinanza. Non spegnerò la tua luce solo per puro egoismo.
-Christian Miller "
Quel pezzo di carta tremava nelle mie mani, non riuscivo a credere al fatto che con quella lettera volesse solo ribadire la necessità di starmi a distanza. Sentivo come se i lati di quel foglio mi stessero tagliando l'animo invece che le dita con cui lo reggevo.
Presa da un forte attacco di rabbia strappai quel foglio bianco in tanti pezzetti e li lasciai cadere come fiocchi di neve sul pavimento.
Sdraiata sul mio letto pensavo solo a quanto patetica potevo apparire agli occhi di quel professore, mi aveva definita come un'ingenua, come colei che vuole fare l'eroina della situazione. "Ma che cazzo ne sai tu di me!" sbraitò la mia voce interiore. Le lacrime continuarono a scendere copiose sul mio viso.
D'un tratto la forte rabbia che provavo, mi fece alzare dal letto e mi fece sedere davanti ad un foglio bianco di posta elettronica indirizzato al professor Miller sul quale vomitai tutto quello che passava per la mia testa.

The professor Where stories live. Discover now