Capitolo 24

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Tenni a freno la lingua mentre l'ira si diffondeva nel mio petto, visto che la lezione ancora non si era conclusa ed io non potevo permettermi di rispondere al caro professore come avrei voluto. La rabbia era diventata una raffica di vento che da un momento all'altro avrebbe potuto spegnere il lume della mia razionalità, facendomi scoppiare in una sfuriata stratosferica davanti a tutti.
Quando la lezione si concluse Lucas mi salutò, sorprendendomi, con un bacio sulla guancia e mi lasciò sola nell'aula a risolvere il mio grande problema.
-Miss White, mi dica. –  disse il professore una volta che arrivai davanti alla sua postazione mentre riponeva i suoi fogli nella borsa senza neanche guardarmi.
Mi guardai intorno per vedere se fosse rimasto qualcuno in aula prima di avvicinarmi ancora di più a lui per un'imminente scenata.
-Quanto è infantile il tuo comportamento Christian? –  chiesi a bassa voce con prudenza.
Poggiai le mani strette a pugno sul tavolo e continuai a tenere lo sguardo fisso sul giovane insegnante che continuava ad ignorarmi mentre trafficava con fogli e libri.
-Miss White, non è il caso che se la prenda con me a causa della sua impreparazione. Forse ieri sera sarebbe dovuta rimanere in stanza a studiare invece di andare in luoghi pericolosi. – disse lui facendo trapelare più sarcasmo di quanto potessi tollerare in quel momento.
I nostri occhi non si erano ancora incontrati da quando eravamo rimasti soli, così feci il giro della cattedra color mogano per potermi avvicinare.
-Allora dovrò cancellare tutti i miei impegni di sta sera per studiare Comte. – poggiai il sedere al bordo del grande tavolo e incrociai le braccia davanti al petto. Consapevole del fatto che lui mi avesse invitato a cena, potevo solo ripagarlo con la stessa moneta facendolo arrabbiare e declinando l'invito.
-Condivido la sua scelta. –  una risposta secca mi gelò il sangue nelle vene. Detto ciò prese la borsa, la poggiò su una spalla e, dopo essersi aggiustato il colletto della camicia bianca, mi oltrepasso.
-B-bene. – sussurrai ancora scioccata per lo scarso risultato che avevo ottenuto.
In un modo sciocco, molto poco furbo mi ero data la zappa sui piedi da sola; mi portai la mano tra i capelli che in quel momento desideravo staccarli ad uno ad uno per la frustrazione.
Inaspettatamente una mano forte mi tirò per un braccio facendomi perdere l'equilibrio per poi ritrovarmi   completamente incollata ad un corpo sodo e muscoloso.
-Miss White, mi ero dimenticato di rammendarle cosa si perderà sta sera a causa della sua arroganza. - con una voce roca e illegalmente sexy Christian Miller mi sussurrò nell'orecchio mentre ero di spalle, tenendomi stretta a lui.
Pensavo che nulla potesse essere più intenso dei nostri visi a pochi millimetri di distanza, finché lui non mi baciò sul collo; iniziò a lasciarmi una scia di baci fino all'orecchio.
Sentire la sua bocca sulla mia pelle era come cadere: era vertigine e turbine, follia dei sensi. Inoltre, era l'unico modo che conoscevo per arrendermi. Un suono in lontananza ci catapultò nella realtà facendoci staccare ed interrompendo l'incantesimo.
In una frazione di secondo Christian Miller si smaterializzò lasciandomi sola nell'aula a riprendere ossigeno dopo quell'assalto.

-Che stronzo...- mormorai tra me e me mentre sghignazzavo per quello che era accaduto.

La testa era china sul libro di psicobiologia da più di un'ora ma nella mia testa non vi era spazio per apprendere le funzioni dei due emisferi del cervello, in quanto anche il più remoto angolo della mia mente era occupato da Mr. Miller e dall'invito declinato.
-Ancora rimpiangi la tua scelta? –  chiese Katherine mentre stava stesa sul letto a pancia in giù con il libro di diritto davanti.
-Un pochino. –  minimizzai io.
-Allora alza il posteriore e vai da lui Sophia White.
Forse avevo bisogno solo di una conferma in più per fare quello che già avevo in testa da un po', cioè di catapultarmi nella stanza del mio affascinante docente. Con un sorrisetto furbo sulle labbra, lasciai cadere l'evidenziatore sul letto e mi andai a preparare in bagno in tutta fretta. In pochi minuti ero riuscita a piastrare i capelli e truccarmi leggermente, per poi uscire.

The professor Where stories live. Discover now