Messaggi inaspettati

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Varcata la soglia dell'ospedale sento la tensione sciogliersi. Questa è casa mia. Il secondo luogo, dopo il mio appartamento in cui mi sento me stessa.
"Beh, anche  a casa di Paulo ti sei sentita a casa mi sembra..." L'omino inconscio non perde un colpo. "Sei malefico!" Gli rispondo e con sicurezza mi dirigo verso il bar. L'ambiente non è affollato, al bancone c'è una giovane ragazza che ho visto qualche volta, qui i turni sono veloci, le persone passano, e ricordarsi tutte le facce e quasi impossibile.
Lei però mi riconosce.
"Buongiorno dottoressa Donati, caffè?" Dice con una voce allegra. Mi è simpatica e le sorrido.
"Si grazie. Non credo di ricordarmi il tuo nome...scusami"
"Ginevra. Mi chiamo Ginevra. Non si preoccupi dottoressa"
Mi prepara il caffè e lo posa sul bancone, è giovane, probabilmente fa l'università, sono curiosa e glielo chiedo.
"Che cosa fai nella vita Ginevra? Non credo tu sia solo una barista..."
"In effetti no dottoressa...studio medicina, sono al secondo anno...faccio la barista per mantenermi agli studi..."
"Certo che fare la barista in un ospedale per una che studia medicina e' un paradosso!"
"Già vero! O un segno del destino...chi può dirlo"
"Hai ragione!"
"Comunque non faccio solo la barista, da oggi farò anche l'animatrice al quinto piano per i bambini...so che è un progetto che ha messo in piedi lei...e' molto ammirata da queste parti sa?"
"Davvero? Credevo di essere solo odiata per la mia proverbiale simpatia con il personale..."
"No dottoressa! Di cose se ne dicono tante, anche troppe...lei fa rispettare le regole ed è precisa questo è un dato positivo, ma non tutti lo interpretano allo stesso modo...l'invidia fa brutti scherzi...ora che poi ha sottoposto i giocatori della Juventus alle prove dello sforzo..."
È sveglia la ragazza. Lascio la tazzina sul bancone e riprendo la mia valigetta.
"Beh, Ginevra  vedo che voci corrono in fretta...stato un piacere conoscerti...devo andare ma credo che ci rivedremo presto."
"A presto dottoressa. Buona giornata."

Esco dal bar con un sorriso. Prendo l'ascensore e mi dirigo al quinto piano. Prima di schiacciare il bottone di chiamata mi viene in mente di chiamare il meccanico perché mi sistemi la macchina.
Esco dalla vetrata principale è mi accendo una sigaretta, facendo due passi avanti dovrei vedere la sagoma della mia macchina. Estraggo il cellulare pronta a chiamare l'officina. Alzò lo sguardo per vedere la posizione esatta dell'auto da indicare al mio meccanico ma rimango a bocca aperta.
La mia macchina non c'è! Forse ho sbagliato parcheggio ma sono certa di averla parcheggiata esatta te in url punto. Non ci posso credere, mi hanno rubato l'auto!!!
Sono sconvolta, non mi è mai successo prima di restare senza auto e francamente non ho idea di che cosa fare.
Chiamare i carabinieri? Si mi sembra una buona idea. Devo fare denuncia...ma quante possibilità ci sono che ritrovino la mia macchina a Torino? Meno di zero.nella mia mente passano tutte le possibilità compresa la consapevolezza che dovrò comprarmi un altra auto con la conseguente spesa che comporterà.
Mentre la mia mente continua a vagliare tutte le possibilità inframezzata dai peggiori improperi che mi ricordo il telefono che  ho in mano vibra per segnalarmi un messaggio in arrivo. Getto il mozzicone per terra e lo schiaccio con rabbia. Guardo lo schermo e vedo la notifica di un messaggio in arrivo da Paulo.
Accanto al nome c'è l'icona di un "diamante". Non ho dubbi sul mittente l'unico problema è che io non ho il numero di Paulo!
Apro il messaggio.
"...ho dimenticato di dirti che stamattina ho fatto ritirare la tua macchina dal nostro meccanico...te la riporterà stasera verso le 18.00...buona giornata princesa linda"
Mi arriva il sangue al cervello in meno di un secondo! Ha fatto portare la MIA auto SENZA CHIEDERMELO dal suo o loro meccanico di fiducia! Ma chi si crede di essere!
Sono furente! Potrei strozzarlo con le mie mani se lo avessi qua davanti. Decido in un istante di chiamarlo.
Spingo il tasto di chiamata dal messaggio. Il telefono squilla un paio di volte prima che la sua voce mi risponda dall'altro capo della linea.
"Hola princesa linda, non credevo di ricevere una tua chiamata oggi... Al massimo un messaggio per ringraziarmi..."lo sento sorridere e il sangue mi ribolle
"Dimmi, pequeno in quale momento esattamente ti ho autorizzato a spostare la mia auto, farla portare da un meccanico e cosa non trascurabile: PERCHÉ HO IL TUO NUMERO DI TELEFONO SUL MIO CELLULARE???"
Lui ride piano, lo sento e credo che il fumo mi stia letteralmente uscendo dalle narici.
"Cálmate linda c'è una risposta per tutto..."
"Ecco, allora comincia a rispondere e fallo rapidamente..."
"Da dove vuoi che inizi?" Mi chiede sarcastico
"Da dove vuoi purché ci siano spiegazioni...nene"
"Dunque...vediamo..."
"Paulo parla e in velocità ..."
"Lo sto facendo ma mi interrompi..."
"...."
"Entonces, stamattina ho chiamato il meccanico per riparare la tua auto mentre ti facevi la doccia...è il nostro meccanico di fiducia...mentre chiamavo mi ha chiesto il numero di telefono per contattarti se avesse fatto tardi nella consegna...non gli ho dato il tuo numero perché non lo avevo così gli ho detto di chiamare me quando l'auto sarà pronta..."
"Continua..."
"Quando ho riattaccato ho pensato che non avevo il tuo numero, ma tu ti stavi vestendo...ho chiamato il mio cellulare con il tuo così mi è rimasto il tuo numero e a te il mio...visto che c'ero ho anche registrato il mio nome, tu non lo avresti mai fatto!"
"Fammi capire, ti sei appropriato del mio telefono per avere il mio numero senza chiedermelo! Sai che cosa significa la parola privacy Paulo, vuol dir che ci sono persone che ci tengono alla loro vita privata, che non si vogliono concedere tutto e subito a chiunque...ma siccome sei un megalomane egocentrico tu te ne freghi del fatto che la gente voglia tutelare la sua privacy" vomito tutte le parole in un fiato restando quasi senza respiro.
Ma lui certo non se ne sta zitto.
"Hai ragione dottoressa, ma dimmi in quale momento volevi tutelare la tua privacy esattamente: quando eri sul mio divano, sul tavolo della mia cucina o nel mio letto?"
Colpita e affondata. Il cuore mi manca un battito e le immagini mi ritornano alla mente.
"Sei veramente un gentiluomo! In ogni caso non mi hai chiesto il mio numero..."
"Me lo avresti dato se te lo avessi chiesto?"
"Non lo so...ma cosa c'entra...ti rendi conto che sono qui fuori nel parcheggio, ho avuto quasi un infarto perché credevo mi avessero rubato la macchina? Mi è venuto un colpo!"
Lo sento ridere e quella è la goccia che fa traboccare il vaso. Sono fuori dalla grazia di  Dio.
"STRONZO!!!" Urlo nel microfono e attacco mentre lui sta ancora ridendo.
Mi dirigo a passo di marcia verso l'ingresso. Oltrepassò la vetrata e schiaccio con rabbia il bottone di chiamata dell'ascensore.
Le porte si aprono quasi subito, entro e spingo il tasto del quinto piano.
Appena si chiudono le porte e rimango da sola nel l'abitacolo le parole mi escono di bocca come un fiume in piena.
"Stronzo, megalomane egocentrico..."non sono mai banale"...e ci credo, ti infili nella vita delle persone e fai quello che vuoi, anche fargli portare via la macchina a sua insaputa, prenderti il numero di telefono senza chiedere...grandissimo stronzo che non sei altro! Bambino viziato...hijo de P........no questo non posso dirlo non conosco quella santa donna che ti ha messo al mondo con questo carattere di merda!"
Mi guardò nello specchio dell'ascensore, ho gli occhi spalancati, le guance arrossate e sto iniziando a sudare.
Il mio omino decide di svegliarsi d'improvviso.
"Ullala'...abbiamo trovato un uomo che ti tiene testa..." Sibila
"Un uomo? Un bambino viziato, megalomane, egocentrico, presuntuoso, egoista..."
"Però mi sembra che quel bambino egocentrico, presuntuoso, megalomane, ti abbia fatto divertire parecchio ieri sera e stanotte..."
Le sue parole mi riportano alla realtà delle immagini che per un po' erano sparite dalla mia mente.
Riflessa ancora nello specchio mi guardò di nuovo e portandomi la mano sulla faccia mi parte una risata quasi isterica.
"...hai dimenticato viziato, egocentrico e egoista...e comunque si hai ragione una serata di buon sesso! Non posso negarlo..."
"Sesso? È stato davvero solo sesso?" Mi sussurra ancora la vocina melliflua dell'omino.
"Eh no! Ti ho dato ragione una volta! Accontentati! È stato solo sesso! Punto!"
Su questo ultimo mio pensiero arrivo al piano ed esco dell'ascensore lasciando il mio piccolo inconscio a braccia conserte e con la testa ciondolante in un segno di assenso assolutamente derisorio, pensi quello che vuole, conta quello che credo io.
L'attività nel reparto è già iniziata, vado nel mio ufficio, mi tolgo giacca e borsetta, metto il mio camice bianco e infilo al collo lo stetoscopio a forma di cane di peluche che piace ai più piccoli, qui tutto deve essere a loro misura.
Infilo il cellulare nella tasca del camice con la vibrazione inserita e inizia subito a vibrare.
Lo estraggo, pronta a rispondere a tono qualora si tratti del mio ultimo interlocutore, ma sul display appare il nome di mia zia.
"Ciao zia, come va?"
"Ciao amore, tutto bene...e tu come stai?"
"Bene, sono appena arrivata in ospedale e iniziò il giro di visite. Tu sei già in negozio?"
"No, sto uscendo...hai sistemato la macchina? Ma dove eri ieri sera?"
"Si, macchina sistemata, la riportano in giornata..." Dico a denti stretti ancora arrabbiata.
"...devo andare zia, ho un sacco di cose da fare dico sviando la sua ultima domanda, ma lei non è il tipo che molla la presa.
"Allora, dove eri ieri sera?"
"Sono stata a cena fuori zia, ho veramente da fare ..."
"...uhm...senti, Stefania stasera ha un impegno e io e lo zio siamo a una sfilata, tu finisci alle 18 vero?"
"Si zia, chiedimi quello che mi devi chiedere e facciamola finita..."
"Puoi tenere Vittoria con te stasera è stanotte? Te la porta in ospedale alle 18"
"Sì certo, non c'è problema."
"Grazie tesoro, buona giornata."
"Anche a te zia" riagganciò e mi dirigo in corsia.
Non mi pesa affatto tenere mia nipote Vittoria sette anni di brillante intelligenza e vivace sensibilità, sarà un piacere trascorrere la serata con lei ma devo pensare a qualcosa per riempire il frigo e sfamarla.
Rimetto in tasca il telefono ma all'istante vibra per l'arrivo di un messaggio.
Lo estraggo e stavolta la notifica dice "Paulo" con quell'imoticon a diamante di fianco.
Sarei tentata di non leggerlo ma la curiosità femminile è più forte della mia volontà, quindi sblocco e apro il messaggio wattapp.

L'altro battitoWhere stories live. Discover now