Punto e basta!?

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Dai sensi di P.
Uscire da casa sua è stato difficile. Alzarsi dal suo letto mi è sembrato uno sforzo sovrumano, anzi forse disumano, perché io avrei voluto restare lì, a guardarla dormire anche tutto il giorno. Avrei voluto aspettare che si svegliasse, o solo continuare a sentire il suo respiro regolare, guardare i suoi occhi chiusi, poter continuare ad accarezzarla indisturbato...e magari, una volta sveglia...
"E inquirenti sentirti parlare come una donna sai?" Mi dice la mia coscienza.
"E perché?"
"Perché non l'hai mai fatto  prima...cioè...con le altre...voglio dire..."
"Ho capito cosa vuoi dire...ma non è vero? Mi fai sembrare uno stronzo senza cuore..."
"Ma tu sei uno stronzo senza cuore quando si tratta di donne! Sei uno che prende ciò che vuole e dà l'indispensabile...o no?"
"No! Qui se c'è una stronza sei tu! Io non sono così freddo...sono diffidente...è diverso!" Le rispondo
"Sei diffidente appena si attaccano a te come cozza allo scoglio! Appena capisci che voglio di più della scopata! Allora ti allontani e di solito torni dalla cara Antonella! La Penelope 3.0 che ti aspetta a casa...tanto lei si accontenta di tutto ciò che le dai, non fa troppe domande, sta al suo posto, ti segue come un cagnolino devoto e a te, diciamolo, va benissimo così!"
"Sei veramente acida oggi! Ma che ti prende?"
"Cosa prende a me? Cosa prende a te! Conosci questa donna da due, tre giorni e sembra che tu non possa fare a meno di lei, ma in realtà da lei hai già ottenuto quello che cerchi dalla gran parte delle altre donne o meglio...ragazze...cos'è che vuoi da lei? Che cosa ti fa sembrare la cosa diversa dalle altre? Questo mi piacerebbe capire..."
Mentre la mia vocina coscienziosa parla mi rendo conto, malvolentieri, che ha ragione, non proprio su tutto...o meglio non mi piace pensare che abbia ragione su tutto ma per buona parte di ciò che dice.
Mi ritrovo a domandarmi cosa rende diversa questa situazione? Che cosa c'è in Caterina che mi attrae così tanto?
Lungo il tragitto che mi riporta a casa per poi andare in ritiro continuo a rimuginare su queste domande, senza trovare veramente una risposta, o meglio non voglio soffermarmi sulle possibili risposte. Troppe cose mi passano per la testa, troppe sono quelle che ho da fare..., la partita di domenica, le due settimane con la nazionale, il casino che mi ha creato mio fratello...no! Non posso continuare a pensare e ripensare a tutto come in un circolo vizioso.
"Hai bisogno di prenderti un po' di tempo...forse questa pausa della nazionale può servire...non credi? Così potrai anche parlare con Antonella..."
"Se avrò tempo...ma è improbabile..." Dico mentalmente
"Cazzate! Alla fine la rivedrai...se non altro per il filo di senso di colpa che hai nei suoi confronti per tutte le volte che le hai messo le corna e lei ti ha aspettato..."
"Va bene! Tregua! Probabilmente la vedrò ok!? Ma non per senso di colpa...non è che lei non si sia data da fare!"
La coscienza sorride senza rispondermi, ma con un ghigno quasi beffardo, derisorio, che non mi piace per niente, anche perché alla fine farò come ha detto e la cosa mi dà ancora più fastidio.
Accendo la radio per non sentire più la voce insulsa che mi viene da dentro. E mentre guido per gli ultimi chilometri verso casa torno a pensare a lei, che forse si sta girando nel letto mentre dorme, forse mi cerca ma non ci sono...non posso esserci anche se lo vorrei...lo vorrei fortemente. Scuoto la testa...ho davvero bisogno di una pausa, devo rimettere in ordine i pensieri o...o sarà un caos.

Quando riapro gli occhi è passato mezzogiorno da un pezzo. Mi sento ancora stanca. Mi giro verso la parte vuota del mio letto matrimoniale.
Chissà perché non vorrei che lo fosse oggi. Sul cuscino è rimasta la leggera impronta della testa di Paulo. Faccio un profondo respiro. Passo la mano sul cuscino e me la porto alle narici, subito sento quel profumo che ormai so essere solo suo. Chiudo gli occhi per assaporarlo meglio. Mi sento così stanca! Accendo la luce sul comodino e mi volto di nuovo a guardare il lato vuoto, accorgendomi che sul letto c'è qualcosa. Mi metto a sedere, allungò la mano e prendo un biglietto di carta su cui è posato un bacio perugina.
La cosa mi fa battere il cuore lo ammetto, e anche se non voglio, se non vorrei, sento le labbra che sorridono.
Apro il foglietto di carta e lo stomaco sembra volermi arrivare in gola.

L'altro battitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora