"Ricordo tutto di te..."

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Quando entrò nella stanza Paulo non c'è, dal bagno sento provenire il rumore dell'acqua e capisco che è lì che si trova.
Sul letto vedo appoggiati degli indumenti. I pantaloni di una tuta, una canottiera e una maglia a maniche corte, praticamente le stesse cose che ho indossato l'altra volta. Mi spunta un sorriso, alla fine trovo carino che si sia ricordato ci che ho messo.
Mentre sto prendendo gli indumenti esce dal bagno e si avvicina alle mie spalle.
"Ho scelto le cose giuste?" Mi chiede mentre mi abbraccia da dietro facendo scorrere le mani sul mio ventre e attirando la mia schiena a contatto con il suo petto.
"Ti ricordi che cosa ho messo?" Domando
"Mi ricordo tutto di te..."
Mentre parla mi sposta i capelli e le sue labbra si posano sul mio collo, morbide e calde in un bacio delicato e intimo, come se fosse un abitudine, chiudo gli occhi e sospiro.
In questo momento non mi passa nulla per la mente di ciò che gli ho urlato nell'ultima telefonata.Non mi arriva quel senso di pugnalata che quelle foto mi hanno provocato, non riesco a sentire la rabbia che il suo comportamento aveva fatto nascere in me.
Non sento nulla che non siano le sue braccia intorno a me, le sue labbra sul mio collo, il suoi petto contro la mia schiena e quel profumo inconfondibile che è solo suo.
La stanchezza però è tanta e questo contatto me la fa percepire ancora di più.
Poggiò una mano sulla sua testa, tra i suoi capelli mentre è ancora chino sul mio collo.
"Sei stanca...lo so...vai a fare una doccia...ti aspetto a letto" mi sussurra in un orecchio leggendomi praticamente nel pensiero.
"Ok..." Non ho altro da aggiungere.
Mi volto verso di lui e poso un piccolo bacio sulle sue labbra. Prendo le cose che mi ha preparato e mi dirigo in bagno, sciogliendomi dal suo abbraccio.
"Ti ho lasciato uno spazzolino nuovo vicino al lavandino" mi dice mentre vado verso la porta.
"Grazie."
Chiudo il battente alle mie spalle. Mi spoglio velocemente e altrettanto velocemente mi infilo sotto il getto della doccia.
Il massaggio dell'acqua serve a rilassare i mie muscoli tesi e ad aumentare la percezione del senso di stanchezza.
Resto lì ancora un po', pensando che di là mi aspetta lui e la cosa mi fa sentire così bene, così calma e pacata che mi ritrovo a sorridere sotto il getto dell'acqua.
Mi asciugo e infilo canottiera e maglietta, dei pantaloni non sento il bisogno, mi farebbero troppo caldo e uscire da qui solo con gli slip è un pensiero che non mi imbarazza minimamente.
Trovo lo spazzolino che mi ha preparato vicino al lavandino, prendo il dentifricio e mi lavo i denti, poi lo ripongo vicino al suo.
Raccolgo i miei indumenti pensando che domani dovrò chiedere a mia zia di portarmi qualcosa dal mio appartamento per questi giorni e che ciò vorrà dire spiegarle a grandi linee la situazione e farla entrare in casa di Paulo. Se c'è una cosa che mia zia ha di sviluppato è il fiuto! Peggio di un cane da tartufi! Dovrò essere brava a dissimulare qualsiasi sentimento o cosa del genere nei confronti di Paulo e non sarà facile. Ma ci penserò domani. Ora no. Ora voglio solo riposare.
Quando torno in camera la luce è soffusa e arriva dalla lampada sul comodino di lui.
Paulo è steso, il braccio sinistro sotto la testa, con il destro regge un libro. Da lontano non vedo il titolo. Appena mi vede chiude le pagine e posa il volume. Io metto le mie cose sulla poltroncina ai piedi del letto, sento il suo sguardo su di me.
"I pantaloni non ti andavano bene?" Domanda con un sorriso per nulla dispiaciuto del fatto che non li abbia indossati.
"Mi fanno troppo caldo sotto le coperte..." Rispondo sorridendo ma senza fissarlo troppo.
"Vado a controllare tua madre..."
"Sono già andato io...sta dormendo" risponde prontamente.
"Bene...mi fido..."
Sposto le coperte morbide e mi infilo nel letto coprendomi fino alla pancia non ho tempo di sistemare il cuscino o le lenzuola perché lui mi è subito vicino, anzi addosso.
Mi attira verso di se facendomi girare su un fianco e obbligandomi ad averlo di fronte. Le mie gambe si intrecciano alle sue in un incastro perfetto. Il suo braccio mi avvolge la vita mentre io gli poggiò una mano sul petto. È tutto fluido e naturale, perfetto e semplice allo stesso tempo.
Gli accarezzò il viso stanco spostandogli un ciuffo di capelli.
Mi avvicino alle sue labbra e senza pensare nulla, assolutamente nulla, lo bacio. Non si fa pregare e subito risponde. Il bacio è lento e delicato, soffice e vellutato, tenero come una danza, un movimento calmo e pacato. Mi accorgo di essere io a guidare questo gesto languido, perché sono io che voglio fargli sentire che gli sono vicina, che comprendo, che ci sono, che sono lì anche per lui.
Sento la sua mano accarezzarmi lentamente la schiena, scendere lungo i miei glutei e la mia coscia in un gesto tranquillo, ma allo stesso tempo possessivo, di chi sa di toccare qualcosa di esclusivamente suo o che desidera avere solo per se.
Ed è così che mi sento, solamente sua in questo momento, così come lui mi appare esclusivamente mio.
Mi stringo di più a lui. Quella carezza ha acceso in me il desiderio. So cosa vorrei, nonostante la stanchezza, nonostante quello che ha fatto, nonostante si affacci il pensiero che quella bocca che sta baciando me ha fatto lo stesso con un'altra, e di certo molto più di una sola.
Quel pensiero mi punge nell'orgoglio e mi spinge a rendere quel contatto più intenso.
La mia bocca chiede di più. La mia lingua si muove in modo più esigente. Vorrei lasciare un marchio, qualcosa che possa dire che solo io posso baciarlo così! Solo io posso averlo. Solo io posso stare tra le sue braccia e che da ora, da questo istante nessun altra potrà avvicinarsi a lui, al suo corpo, alla sua bocca a niente di lui.
In breve mi ritrovo sotto il suo corpo, sotto quel peso che già conosco.
Paulo si scosta da me anche se io non voglio lasciar andare le sue labbra.
"Che cosa succede chica?...i tuoi baci sono ...fuego...ma questo è quasi un...Marchio!"
Ma allora mi legge veramente nel pensiero!
Lo guardo, ma per non pensare a quello che ha detto con le dita gli sfioro le labbra.
"Lo prendo come un complimento..." È la prima cosa che mi viene in mente.
"Lo è!...so quello che vorresti...ma sono troppo stanco..."
"Non ti devi giustificare...mi sono lasciata prendere la mano...sono molto stanca anch'io..."
Continuo ad accarezzargli il viso e a restare sotto di lui, godendomi il piacere di sentirlo di nuovo su di me.
Si sposta leggermente su un fianco, poggia la testa sul mio seno e io lo accarezzo. Accarezzo i suoi capelli, sento il suo respiro sulla pelle scoperta dallo scollo a "V" della maglia.
"Mi sei mancata..." Dice piano.
"Abbiamo dormito solo una volta insieme..."
"Una volta è sufficiente per farti capire cosa ti  fa stare bene..." Alza la testa poggiando le labbra sulla pelle scoperta del mio seno mentre la sua mano lo accarezza sopra la stoffa sottile della maglietta.
Sospiro. Mi rendo conto che mi piace da morire averlo così vicino, sentirlo accarezzarmi e avere le sue labbra sulla pelle.
"Vorrei perdermi ogni sera tra le tue curve e addormentarmi sul tuo seno..."
Vuole farmi morire. Il mio stomaco si capovolge.
"Posso dormire qui stanotte? Qui dove posso sentire il tuo cuore..." Mi chiede quasi impaurito da una mia possibile risposta negativa.
"Certo che puoi..."
Mi guarda negli occhi e io ricambio lo sguardo con un sorriso che mi viene da dentro.
Anche lui sorride.
"Non sarai scomoda?..."
"No...se mi fai mettere bene..."
Sistemo meglio il cuscino sotto la testa, mi giro leggermente per essere più comoda, stendo le braccia per fargli capire che può avvicinarsi e non se lo fa ipetere.
La sua gamba si mette tra le mie, la sua testa si poggia piano sul mio seno, mettendo la fronte a contatto con il mio collo.
Lascio che le mie mani sfiorino la sua schiena, passo le dita tra i suoi capelli che sono davvero folti. Tocco la sua fronte, seguendo il profilo del suo naso.
"Sei scomoda?" Mi domanda piano
"No, sto benissimo..." E senza rendermene conto poso un bacio sulla sua fronte.
Sospira piano tenendo gli occhi chiusi.
"Cate...se continui mi addormento subito."
"Devi riposare quindi va bene...rilassati, è stata una serata pesante"
"Uhm..."
Emette solo un suono, sento il suo corpo che si rilassa, il respiro che diventa regolare e so che si è addormentato.
Sposto leggermente la testa per averene la conferma è intravedo i suoi occhi chiusi, il viso più rilassato, la sua mano è rimasta poggiata sulla mia pancia appena sotto il seno destro.
Prendo un profondo respiro mentre continuo la mia carezza leggera. Quanto mi piace essere qui in questo momento? Moltissimo. Perché mi sento così bene in questo letto, con lui così vicino?
Una risposta si affaccia alla mia mente ma non oso materializzarla con un pensiero completo.
Mentre penso ad ignorare quella risposta, mi ricordo di una canzone. Una canzone di Loredana Berte', di qualche tempo fa, "sei bellissima" era il titolo.
Come è che diceva?

"Che strano uomo avevo io
Con gli occhi dolci quanto basta
Per farmi dire sempre
Sono ancora tua
E mi mancava il terreno
Quando si addormentava sul mio seno
E lo scaldavo al fuoco umano
Della gelosia..."

Adesso capisco cosa voleva dire "e mi mancava il terreno quando si addormentava sul mio seno..."
Mi manca effettivamente il terreno! È pericolosa questa sensazione eppure è qualcosa di così piacevole! Un dolce tormento. Un veleno che ti uccide lentamente ma di cui non puoi fare a meno, un pugnale che si conficca nella carne, sempre più in profondità, lentamente, per fare più male. Un sasso legato addosso che trascina nel profondo delle acque senza potersi liberare. Eppure non riesco a sottrarmi. Non riesco a non tenerlo così. Vicino al mio cuore che batte e che forse lo sta cullando nel sonno. Vicino al mio respiro che si mescola con il suo. Vicino al mio corpo, vicino alle sue mani, e così pericolosamente vicino alla mia anima.
Si muove leggermente e per non svegliarlo resto ferma. La sua testa finisce sul mio cuscino, mormora qualcosa.
"Sei come velluto..." Dice nel sonno posando le labbra ancora sulla pelle sensibile del mio collo.
"Shhhh...duerme mi bebe"
Lo accarezzo di nuovo e ancora lo bacio sulla fronte e lui torna a respirare regolarmente.
Cullata dal suo respiro chiudo gli occhi anch'io e scivolò nel sonno mentre mi sento perfettamente al mio posto.

L'altro battitoWhere stories live. Discover now