Spaghetti per cena?

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L'ascensore si apre al piano terra. Colgo l'occasione per fumare una sigaretta mentre Vittoria cerca di estrarre una pallina con dentro "Elsa di frozen"da una di quelle macchinette infernali per bambini.
Spengo il mozzicone e ci avviamo al parcheggio, lei con la sua palla con Elsa io con la mia valigetta. Mentre stiamo per arrivare all'auto e io sto cercando le chiavi nella borsa Vittoria mi chiama.
"Zia, c'è un signore appoggiato alla tua macchina, lo conosci?"
Alzo la testa e per poco inciampo e cado a terra.
Appoggiato alla mia auto c'è Paulo. Ha in mano il telefono e lo sta mettendo nella tasca dei jeans slavati che indossa, sopra ha un maglione grigio, un giubbino di pelle che riconosco essere di Dolce e Gabbana, snikers nere completano il suo costoso outfit.
Se ne sta lì appoggiato, con sulla faccia quel sorriso da schiaffi che però mi fa rotolare lo stomaco a livello delle ginocchia.
"Zia, lo conosci?" Mi chiede ancora Vittoria
"Si, Vitto, tranquilla lo conosco...vieni" la prendo per mano e attraversiamo la strada del parcheggio.
"Ciao, credevo non uscissi più!"mi dice, come se fosse normale che lui sia lì ad aspettarmi.
"Scusa se ho un lavoro...che ci fai qui?"
"Ti ho riportato la macchina...lo sapevi"
"Sapevo che mi avrebbero riportato la macchina, non che lo avresti fatto tu! Beh, del resto però me l'hai fatta sparire..."
Ride. Cosa ci sarà da ridere.
"Sempre spiritosa...dovresti ringraziarmi"
"Come no! Grazie per avermi fatto prendere un colpo..."
"Zia, ma lui è il meccanico?" Vittoria riporta entrambi alla realtà.
Paulo ride forte e anche a me scappa una risata.
"No Vitto, lui è...un mio amico, si chiama Paulo ...Paulo lei è mia nipote Vittoria"
"Un nome da Prinsesa per una vera prinsesa...piacere Vittoria"
Lei gli tende la mano e lui le fa un piccolo inchino che la fa ridere subito. Devo dirle che non deve credere al principe azzurro, tanto non esiste!
"Mangi con noi Paulo? Io stasera dormo dalla zia!" Vittoria esce con questa frase che mi arriva addosso come una bastonata.
"Beh, Vittoria dovremmo chiedere alla zia se le fa piacere che io ceni con voi?"
Manipolatore! Usa la bambina per arrivare a me, lo guardo con gli occhi socchiusi e lui capisce perfettamente cosa voglio dire. Ma in realtà cosa devo fare? Non posso certo deludere Vittoria, si chiederebbe perché non gradisco la compagnia di un amico. E poi dicono che mi assomiglia!
Entrambi si voltano a guardarmi ma è Vittoria a parlare ancora.
"Zia, vero che Paulo può cenare con noi?" Una serpe in seno! Ecco cosa ho davanti!
Le sorrido e mi sforzo di rispondere.
"Beh, Vittoria se Paulo non ha altri impegni e gli fa piacere..."
"Hai altri impegni?" Lei lo guarda quasi minacciosa
"No prinsesa! Non ho impegni"
"Allora mangi con noi?" Insiste lei senza pietà
"Accetto volentieri!"
"Siiii! Sei contenta zia?"
Eh come no! Penso.
"Certo! Dai saliamo che sicuramente c'è traffico...Vittoria, non abbiamo il seggiolino, sali che ti allaccio la cintura."
"Non preoccuparti, ci penso io alla prinsesa" e così apre lo sportello posteriore della mia auto e la fa salire.
Io giro intorno alla macchina, metto dietro la mia valigetta mentre vedo Paulo che con attenzione siede Vittoria e le allaccia la cintura.
Salgo al posto di guida e lui si siede in quello del passeggero. Averlo così vicino mi fa arrivare subito il suo profumo è un inopportuno calore mi invade il viso.
Guido piano nel traffico dell'ora di punta mentre Vittoria catalizza tutta l'attenzione di Paulo che le risponde sempre.
"Zia, stasera fai la carbonara?" Sono concentrata sulla guida quando mi fa questa domanda.
Mentalmente ripasso il contenuto del mio frigorifero e mi rendo conta di avere tutto il necessario.
"Va bene Vittoria, ma non so se Paulo può mangiare la carbonare..."
"Perché? Non ti piace?"
"Adoro la carbonare prinsesa! E la mangio volentieri...poi se la fa la zia..." Dice lanciandomi uno sguardo di sottecchio.
"La carbonara della zia è la più buona del mondo!"
"Allora mangerò la carbonara più buona del mondo con te e la zia stasera."
Immersa nei miei pensieri li sento parlare per tutto il tragitto.
Dopo mezz'ora di intense chiacchiere tra loro, arriviamo al mio appartamento.
Mi fermo nel cortile per far scendere Vittoria e Paulo poi metto la macchina in garage e chiudo.
Entriamo dall'ingresso principale, chiamiamo l'ascensore che ci mette un po' ad arrivare. Mentalmente ripasso la disposizione del mio appartamento sperando che tutto sia in ordine. Non che mi interessi più di tanto, solo non vorrei fare brutta figura con lui.
"Eh sì, si vede che non ti interessa..." Ripete l'omino nella mia mente.
L'ascensore è ancora più piccolo di quelli dell'ospedale e di casa di Paulo se è possibile e tra lo zaino di scuola di Vittoria, la sua borsa di danza e la sua piccola valigia per la notte aggiunta alla mia valigetta, io e Paolo ci troviamo schiacciati sul fondo della cabina con Vittoria in mezzo che non smette di parlare.
Le nostre braccia si sfiorano, e anche se non è un contatto diretto sento qualcosa muoversi nel mio stomaco.
Arrivati al piano possiamo finalmente uscire da quella trappola infernale. La prima è Vittoria che con una mano trascina il suo trolley da scuola e con l'altra tiene stretta la mano di Paulo nemmeno fosse suo padre e potesse perdersi in questo atrio.
I due hanno un intesa perfetta! Parlano come se si conoscessero da una vita. La cosa un po' mi turba è un po' mi fa sorridere. Vittoria è di per se una bambina solare e matura ma di solito diffida un po' degli uomini grandi, forse per colpa del rapporto con il padre che è separato da Stefania. Con Paulo invece l'intesa è perfetta. I casi della vita.
Cerco le chiavi di casa nella borsetta e faccio cadere la mia valigetta da lavoro.
"Diamo una mano alla zia Vittoria che dici?"
"Si hai ragione, scusa zia!"
"Non preoccuparti amore non è un problema, c'è la faccio..."
Paulo prende la mia valigetta e io infilo là chiare nella porta e apro. Accendo la luce e sospiro piano vedendo che è tutto apposto.
Appoggio la borsetta sul divano mentre Paulo mette la mia valigetta sulla piccola scrivania che Vittoria gli indica.
Mi tolgo la giacca e la appendo all'attaccapanni, prima che io possa parlare e dire qualsiasi cosa , tipo "mettiti comodo o fai come se fossi a casa tua" Vittoria prende di nuovo la mano di Paulo e al grido di: "Vieni! Ti mostro la casa..." Lo trascina in giro per il mio appartamento. Lui mi guarda con un sguardo misto di scusa e non so che altro, gli sorrido in segno di totale comprensione per il turbine di parole e movimenti a cui mia nipote lo sta sottoponendo.
Vado in cucina e per prima cosa metto l'acqua nella pentola, prendilo la padella per la pancetta che tolgo dal congelatore, preparo le uova sul ripiano e la ciotola che mi servirà per sbatterle.
Nel corridoio sento Vittoria che fa da Cicerone a Paulo.
"Questa è la camera dal letto! La testiera era della nonna della zia e lei l'ha tenuta perché le voleva tanto bene...io dormo da questa parte è la zia dorme sempre di la..."
Oh signore! Tra un po' gli dirà pure dove è il cesto della biancheria sporca. La devo fermare!!!
Poi non riesco a pensare a Paulo che vaga per la mia camera da letto...
"Preferiresti che si rotolasse direttamente sul letto con te..." L'omino con il suo sorriso malizioso fa di nuovo capolino nella mia mente..."sei un maiale!" Sono le uniche parole che gli rivolgo.
Vado in camera dove Vittoria ha costretto Paulo a sedersi sul letto e ad aiutarla a disfare la valigia.
"Vittoria! Smettila di torturare Paulo! Devi ancora farti la doccia! Su, prendi le tue cose che ci laviamo..."
"Zia, posso fare da sola...altrimenti Paolo resta solo..."
"Sono certa che può sopravvivere da solo per qualche minuto...dai, prendi la tua roba e andiamo in bagno..."
"Prinsesa, ti conviene obbedire alla zia prima che non ci prepari la cena!" Dice lui sorridendo anche con gli occhi.
Vittoria prende le sue cose dalla valigia e si dirige verso il bagno impettita.
"Scusa, non è sempre così logorroica...non so cos'ha stasera... Di solito è più tranquilla...però le piaci, non fa così con nessun uomo adulto che non sia mio zio" gli dico mentre prendo le cose per cambiarmi.
"È molto intelligente e simpatica e non mi dà nessun fastidio...sembra più grande della sua età e..." Si ferma un attimo prima di parlare e io lo guardo.
"E..." Gli chiedo
"...ti assomiglia come una goccia d'acqua...quando l'ho vista uscire con te dall'ospedale...ho creduto fosse tua figlia..."dice quasi in un sussurro
"Lo dicono tutti che ci assomigliamo...anche nel carattere sfortunatamente per lei...ma la amo più della mia vita!"dico
"Non ho dubbi che la ami e lei ama te..."
Dal bagno arriva la sua voce acuta.
"ZIAAAAAA! Vieni, mi devo lavare i capelli..."
"Arrivo Vittoria!"
Lui sorride ancora.
"La prinsesa ha bisogno del tuo aiuto..."
"Si...Paulo fai come se fossi a casa tua, cerco di fare il prima possibile poi mangiamo..."
"Tranquilla...vai da Vittoria"
Nel bagno vittoria si è già preparata per entrare nella doccia, decido di svestirmi e di lavarmi con lei per fare prima. Ci metto un po' perché i suoi capelli lunghi sono intricati .
Finisco di lavare anche me stessa e usciamo dal box doccia.
Mi metto l'accappatoi e asciugo lei mettendole un asciugamano in testa a turbante, le do la crema per il corpo, le infilo l'intimo è una tuta comoda.
Usciamo dal bagno, lei con il turbante in testa e io ancora in accappatoio. Paulo sta parlando al cellulare ma appena ci vede attacca e io mi rendo conto che ho addosso solo l'accappatoio.
Vittoria va in camera con il phon in mano e io chiudendomi l'accappatoio sul seno gli dico che arriviamo subito.
Lui mi guarda con quel suo sguardo di velluto che mi percorre dalla testa ai piedi e un sorrisetto che non ha bisogno di spiegazioni.
Vado in camera e mi vesto velocemente con un paio di leggins neri, un reggiseno semplice e una maglia dal collo largo che mi scivola su una spalla lasciandola scoperta alla "flash dance" un po' anni ottanta ma comodo.
Esco dalla camera per dire a Paulo che asciugo i capelli a Vittoria e poi arrivo.
Lui si dirige verso la camera.
"Prinsesa, se vuoi ti asciugo io i capelli così la zia prepara la cena...que dice? Está bien?"
Figuriamoci se a lei non sta bene!
"SIIIII!!! ...zia vai a fare da mangiare che ho fame!"
Li guardò perplessa ma decido di lasciarli fare.
"Agli ordini capo!" E mi dirigo in cucina.
Accendo il fornello sotto l'acqua, metto a rosolare la pancetta e nel frattempo apparecchio la tavola.
Sento il phon che funziona e Vittoria che parla della sua lezione di danza come se lui fosse un amico che conosce da tempo.
Mentre butto gli spaghetti nell'acqua che bolle uno strano pensiero mi passa per la mente.
Forse è così che vivono le coppie con figli, sposate o conviventi. Un padre che aiuta una figlia, una madre che prepara la cena, una casa accogliente, voci di bambini e tranquillità .
Gia', deve essere così e le donne normali vivono, dividendosi tra lavoro e famiglia, figli e mariti o compagni, stanche a fine giornata ma piene di gratitudine per quello che hanno.
Ma io non sono una di loro. Io non sono una donna normale. Questa non è una delle scelte che posso fare. Questa situazione, questo momento non si avvererà mai per me. Il destino, crudele, ha scelto al posto mio tempo fa' e la sua scelta è irreversibile o quasi. La mia vita ormai è legata alla scienza a cui devo gratitudine certo, ma a cui mi capita di ripensare con un pizzico di rammarico.
Prendo le uovo, le rompo e iniziò a sbatterle. È inutile che continui a pensare al passato, non posso cambiarlo e non posso variare nemmeno il futuro probabilmente.
Con la frusta sbatto le uova per un po' e metto da parte i miei pensieri. Dalla camera da letto non sento più provenire il rumore del phon ma solo voci sommesse. Assaggio uno spaghetto per sentire la cottura, decido che mancano ancora un paio di minuti prima che sia al dente.
Vado verso la camera da letto senza fare rumore, dalla stanza proviene la vocina di Vittoria che ora e sommessa.
"...in questa foto siamo io, la zia e la mamma. Qui invece la zia e' con sua nonna che io non ho conosciuto... Qui la zia sta facendo un saggio di danza...poi ha smesso di ballare ma non so perché..."
"E esta foto Vittoria..." Chiede Paulo .
"Questa è la mia foto preferita della zia...la portò sempre con me..."dice la sua vocina.
"Porque?" Chiede ancora lui
"Perché qui la zia è bellissima...la mamma dice che era triste perché doveva affrontare una cosa brutta...ma aveva lo sguardo di una che sapeva di avrebbe vinto.."
Li spio da un angolo buio del corridoio, sono entrambi stesi sul letto, Vittoria dalla sua parte con la testa appoggiata su un braccio di Paulo e lui disteso su un fianco dalla mia parte del letto.
Nella mia mente che è offuscata dalla dolcezza ddi quella scena e dal pensiero che Paulo sarà, un giorno un ottimo padre, si fa largo l'immagine della foto che Vittoria gli sta mostrando e il brivido che mi percorre mi sveglia subito dai miei pensieri.
"Tu sai cosa doveva fare la zia?" Chiede lui
"Doveva fare un inte...."
Merda! Non deve parlare! Apro la porta socchiusa con un finto sorriso sulle labbra per dissimulare il turbamento che mi sta assalendo.
"Se gradite la cena è quasi servita..."
"Prinsesa, è meglio andare a cena..."dice lui
E vittoria subito si alza dal suo braccio, sistemando le foto nel suo diario che lascia sul letto.
"Andiamo!" Gli dice
Mi assicuro che si alzino e poi torno in cucina. Spengo gli spaghetti e li scolo. Vittoria fa la disposizione dei posti mettendosi a capo tavola per stare in mezzo a noi.
Vittoria vorrebbe aiutarmi a servire ma io ho troppa paura a terne la vicino ai fornelli e la rimando a sedere.
"Le prinsese non servono a tavola...siediti, aiuto io la zia."
Ecco, mi mancava che mi aiutasse lui a servire la cena! Forse era meglio se restava vittoria!
Decido di non farmi turbare dalla cosa, metto gli spaghetti nella teglia con la pancetta , li faccio saltare e aggiungo le uova.
Paulo mi aiuta davvero, portandomi i piatti da riempire. Nonostante l'odore del cibo il suo profumo mi arriva chiaro alle narici ma devo fare finta di niente e continuo a saltare gli spaghetti nemmeno fossi Cracco a Masterchef.
Con la pinza iniziò a fare le porzioni, sono venute piuttosto abbondanti e mentalmente penso che sto per far ingoiare a uno sportivo di professione un migliaio di calorie che di certo, in una sera normale, non si sarebbe sognato di mangiare. Ma ormai le sere normali dove sono finite? E poi è stato lui a dire che avrebbe mangiato volentieri la pasta no? Decido che non è un mio problema, in fondo al massimo domani farà un po' di corsa in più e avrà smaltito tutto.
Lui mi sfiora la schiena passandomi dietro per prendere i piatti e io raddrizzò le spalle come se avessi preso una scossa è faccio cadere due spaghetti sul piano di cottura.
Paulo mi guarda con i suoi occhi vellutati e quel sorrisetto beffardo da bambino che ha appena fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare ma che gli piace molto. Io lo guardo di sbieco con il chiaro intento di dirgli: " non farlo mai più".
Evidentemente capisce il significato e con un sorriso più ampio di prima mi dice "scusa..." Per nulla pentito del suo gesto.
Serve il primo piatto a Vittoria che saltella di felicità sulla sedia.
"Che profumino zia!"
"Speriamo sia anche buona...qui c'è il pecorino e il pepe se lo volete, tu vittoria niente pepe perché poi stai male!"
"Uffa..."
"Io invece entrambi...se sto male qualcuno mi curerà, che dici Vittoria?" Dice lui con un allusione chiarissima alle mie orecchie ma spero non a quelle di lei.
Lo guardò peggio di prima e lui sorride anche più di prima! Egocentrico!
"La zia ti curerà sicuramente! Lei fa guarire tutti..."
Perfetto! Vittoria sempre sul pezzo!
"Allora prinsesa rischierò di star male!"
"Magari è meglio se mangi un insalata..." Dico tentando di prendere il piatto di Paulo, sporgendomi sul tavolo e lasciando aprire di più la scollatura della mia maglia che in questo modo lascia poco all'immaginazione.
Lui mi afferra la mano che sta prendendo il suo piatto.
"Non ci provare nemmeno!" Dice.
Ma il suo sguardo va subito sulla mia scollatura che mostra ampliamento il reggiseno e il suo contenuto.
Ritiro la mano e la portò al collo della maglia per riprenderla, ma lui ha già visto tutto ciò che voleva è il mio è un gesto inutile e stupido.
"Come vuoi! Ma se stai male non ti curo! Sono un ortopedico non un medico di
famiglia!"
Vittoria sta già inforcando gli spaghetti, mugolando qualcosa di incomprensibile a bocca piena.
"Non si parla a bocca piena Vivi' lo sai" le dico sorridendo.
Lei manda giù e poi riprende.
"È buonissima zia!!! Meglio del solito..."
"Addirittura! Grazie."
Anche Paulo sta mangiando e alle parole di vittoria alza lo sguardo su di me.
Deglutisce, si pulisce con il tovagliolo e poi parla.
"Mi dispiace prinsesa, ma ti devo contraddire...non è buona!"
Io e vittoria ci fermiamo all'unisono con la forchetta a mezz'aria, io chiedendomi cosa ho sbagliato? La cottura? La pancetta? Non ho sbattuto bene le uova? Ma proprio oggi dovevo sbagliare uno dei pochi piatti che mi vengono bene di solito? E che palle...!
Vittoria lo guarda fisso in maniera inquietante con lo sguardo che quasi lancia fiamme e la minaccia sottintesa di: "ripeti quello che hai detto se hai il coraggio!"
Lui ci guarda e sorride.
"Scusa Vittoria se non posso darti ragione...ma questa carbonara non è buona come dici tu! È FANTASTICA!!!"
Lei gli rivolge un sorriso a trentadue denti da latte, come a dire "adesso sì che ci siamo" e gli da il cinque a cui lui risponde prontamente.
Io semplicemente penso "pezzo di stronzo!" È la seconda volta in una giornata che mi fai prendere un colpo! Appallottolo il tovagliolo di carta e glielo tiro addosso.
"Non si gioca con il cibo! " mi risponde
"Infatti ti ho tirato un tovagliolo!"rispondo.
"Non lo sai che l'ospite è sacro?" Mi dice maliziosamente
"No, a casa mia l'ospite lava i piatti!"
"No estas problema!"
Ridiamo tutti, l'atmosfera è piacevole e possiamo goderci la cena.
Paulo e Vittoria si spazzolano due piatti di pasta, sull'appetito di lei non ho dubbi e remore ma continuo a pensare che per lui non è proprio una dieta equilibrata ma in fondo è abbastanza grande per gestirsi, non è un mio problema.
Iniziò a sparecchiare per fare la lavastoviglie e Vittoria decide di andare in soggiorno a scegliere quale film dobbiamo vedere dopo cena.
Paulo rimane ad aiutarmi con le stoviglie ma avrei preferito che seguisse Vivi', la sua presenza rende la mia cucina troppo piccola e io divento impacciata nei movimenti.
"Vittoria aveva ragione, la tua carbonara è veramente ottima...sei anche un ottima cuoca..."
"Grazie...non ho molto tempo per cucinare in realtà...non sempre mi viene bene quello che faccio..."
"Beh, quello che ti ho visto fare fin'ora ti è venuto benissimo..." La sua voce si è abbassata notevolmente, caricando la frase di significati non tanto sottointesi.
Una vampata mi fa sentire imbarazzata" e con poche cose da dire.
"Non è che tu mi abbia visto fare molte cose..." Dico, anche se forse non è proprio una frase felice.
"Sai, non bisogna fare sempre cose...come se dice...enorme...per farsi apprezzare..."
Sto infilando gli ultimi piatti nella lavastoviglie e lui è alle mie spalle mentre parla, non voglio voltarmi, siamo già troppo vicini perché io riesca a mantenere un equilibrio mentale.
La mia precauzione non serve a molto. Lei resta fermo dietro di me. Con una mano mi sposta i capelli di lato scoprendo la spalla lasciata esposta dalla mia maglia e esponendo anche il collo. Passa la mano sulla mia spalla nuda e il pollice sulla mia nuca. Chiudo gli occhi cercando di non reagire.
Posa le labbra sulla mia spalla e il mio cuore aumenta i battiti, quello proprio non lo posso controllare. Continua a lasciarmi piccoli baci sulla pelle della spalla fino ad arrivare al l'incavo del collo e alla mia nuca dove invece di lasciare un semplice bacio si sofferma alla base del collo dove apre leggermente le labbra e con la punta della lingua lascia una leggera carezza che mi fa mancare il fiato e raddrizzare di scatto la schiena, ha beccato uno dei miei punti deboli.
"...ahem...Paulo..."
"...adoro sentire che ti manca il respiro...tu cuello es Muy sensible...nene"
Fortunatamente Vittoria corre in mio soccorso.
"Pau!!!! Vieni qui?" Lo chiama come se lo conoscesse da una vita.
"Arrivo...salvado por Vittoria...ti aspettiamo..."
Vittoria si materializza sulla porta della cucina e lui si sposta subito da me"
"Zia mi fai la camomilla?"
"Certo...la faccio per tutti...tu la vuoi Paulo?"
"Claro que si!"
Rimasta sola accendo la lavastoviglie, preparo un vassoio con le tazze sopra, lo zucchero e il miele, attendo che il bollitore fischi e passò una mano sul collo dove è passata la sua bocca. Cristo Santo! Perché mi fa questo effetto devastante?
L'acqua bolle, la verso nelle tazze e mi dirigo in soggiorno, loro sono sul divano, intenti a discutere su cosa vedere. Appoggio tutto sul tavolo basso davanti al divano e mi siedo.
Vittoria naturalmente è in mezzo a noi. Alla fine la scelta cade su "Maleficient".
Mi siedo all'altro capo del mio divano, dove c'è la penisola, certo non è comodo e grande quanto quello di Paulo ma fa la sua sporca figura accogliendoci tutti e tre.
Il film comincia e Vittoria catalizza la sua attenzione sullo schermo.
Allungò a tutti la camomilla che si è intiepidita e mi metto semi distesa. Lui è all'estremo opposto, comodamente a suo gaio appoggiato ai cuscini, penso che anche quelli resteranno intrisi del suo profumo e scaccio ogni altra scena legata ad un divano che appartiene alla sera precedente.
Mi sale alla mente ancora quel fastidioso pensiero che questa è una tipica cosa da famiglia. Da papà, mamma e figlia che la sera si ritrovano sul divano a guardare per l'ennesima volta un film scelto dalla piccola di casa. Scene di ordinaria vita, sempre quel l'ordinaria vita che non potrò mai avere. Perché stasera ci penso così spesso? È una questione archiviata, una scelta già fatta, un segreto sepolto in un angolo di me che non spolvero e non apro a nessuno! Allora perché tornare su questa storia? Non ha senso e nessun profitto ripensarci. Non cambia le cose. Non potrà mai cambiarle. E poi non voglio più pensarci, non voglio tornare sull'argomento è tanto meno voglio parlarne con chicchessia!
"Tanto meno vuoi parlarne con lui...vorrai dire.." L'omino del mio inconscio si riaffaccia alla mia mente giusto per farmi capire che non è diventato muto, ma era molto meglio se continuava ad esserlo!
"Non ne voglio parlare con lui e allora? Hai qualcosa in contrario?" Rispondo in questo dialogo interiore.
"No, ma visto che ieri sera non sei stata proprio vestita tutto il tempo...potrebbe aver visto quel...segno che nascondi con cura..."
"Non ha visto niente! Non è uno che sta zitto se si accorge di qualcosa...e poi, non credo ci saranno altre occasioni di esporre la mia "ferita di guerra" ai suoi occhi"..."
"Sei veramente convinta di quello che dici?"
"Più o meno si..."
"Oh, innocente fanciulla!..."
"Oh, invertebrato!"
La nostra conversazione silenziosa si chiude qui. Scuoto la testa per scacciarlo del tutto dalla mia mente. Mi allungo a posare la tazza vuota sul vassoio.
Mi rimetto seduta e vittoria, che già da qualche momento iniziava a ciondolare decide di ,stendersi sdraia tra noi due.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo, in realtà lo e quando siamo solo noi due, mette la testa sulle mie gambe appoggiandosi un po' alla mia pancia, poi stende le gambe su quelle di Paulo rischiando di dargli un calcio diretto alle parti basse. Lei non se ne rende conto ovviamente!
"Vittoria, scusa va bene che sei abituata a stenderti addosso a me ma stavi per dare un calcio a Paulo , poi non gli hai chiesto se gli va di avere i tuoi piedi puzzolenti sotto il naso!"
Lei ride un po' isterica per la stanchezza e un po' perché lui le fa il solletico sotto i piedi.
"Come potrei non volere questi piedini.." Dice continuando a farle il solletico e a farla ridere.
"Vitto, prima che ti addormenti andiamo a lavarci i denti e ammettere il pigiama così sei apposto..."
"No zia, non mi addormento..."
"Come se non ti conoscessi... Dai andiamo e poi puoi tornare a mettere i piedi sotto il naso di Paulo che ne è tanto felice!"le dico costringendola ad alzarsi.
"Ci aspetti Pau?..."
"Claro...certo, ti aspetto!"
"Ok! Non andare avanti con il film! Faccio presto!" E trotterellando va verso la camera da letto.
"Hai capito! Non osare guardare il Angelina Jolie senza il suo permesso!" Gli dico ridendo.
"La Jolie è solo un immagine...io ho due splendide donne stasera, che mi interessa di Angelina!"
Non so cosa rispondere perché non me lo aspettavo questo commento. È infatti non dico nulla. Sorrido come un ebete e raggiungo Vittoria in bagno.

L'altro battitoWhere stories live. Discover now