Orgoglio in buca

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Marzo, 2012

- E con questa è la terza volta di seguito che vinco - Jemy ha un sorriso a trentadue denti, un sorriso fastidioso, quasi strafottente.

- Grazie tante, stai giocando contro una principiante, chiunque vincerebbe contro di me - gli smorzo subito l'entusiasmo lanciandogli un euro: questa volta avrei offerto io la partita a biliardo.

- Non ne hai mai abbastanza, eh? - Jemy afferra i soldi e li infila nella fessura in basso al tavolo - Non credevo fossi una tipa masochista - mi lancia uno sguardo malizioso, ma io lo ignoro invitandolo a posizionare le palle sul tavolo.

Comunque ha ragione. Da quando avevo scoperto il gioco del biliardo, avevo preso come una fissa. Ogni volta che entravo nella sala giochi mi fiondavo al primo tavolo libero e constringevo chiunque a giocare con me. Ero diventata insopportabile, ma i ragazzi della sala giochi mi trovavano buffa e pertanto qualcuno esaudiva le mie richieste.

- Quando vincerai una partita, ti inviterò a cena Key - Xavier, il proprietario della sala giochi, mi sta guardando da dietro il bancone del bar con quel suo sorrisino sornione e non manca di farmi l'ennesima battuta della giornata, ovviamente tutta la sala giochi scoppia a ridere e parecchi ragazzi fanno i loro stupidi commenti. Comunque Xavier è un tipo apposto, Jemy dice che mi ha preso in simpatia ma che lo sorprende ogni volta vedere una ragazza come me in quel posto.

- Ma in che senso? - infatti gli sto chiedendo per l'ennesima volta.

Jemy posiziona la stecca e tira la palla, l'ennesima che va in buca - Insomma, ti sei vista? -

Abbasso lo sguardo per darmi un'occhiata: ho una semplice maglietta nera, un jeans, e degli anfibi, cosa avevo di strano?

- Non in quel senso - scoppia a ridere lui - Non sei di certo il tipo di ragazza che frequenta questi posti, tutti sanno che vai al classico - alzo gli occhi al cielo per l'ennesimo cliché che devo sorbirmi quella settimana.

- Non vi capisco, sinceramente -esordisco mentre posiziono la mia stecca, ma è proprio quando sto per tirare che tutto diventa confuso.

Un ragazzo ha appena afferrato Jemy per la felpa e con violenza lo ha sbattuto contro il tavolo, mi sposto giusto in tempo prima che una palla mi arrivi in pieno volto.

- Dove sono i soldi, Jemy? - il ragazzo che lo ha afferrato è T-Boy.

Non lo vedevo da molto tempo, in realtà non lo vedevo quasi mai perché i posti che frequentavano erano decisamente diversi. Tuttavia l'ultima volta che lo avevo visto, era più basso, aveva capelli più scuri e corti, e non ricordavo avesse tutta quella forza fisica.

Quando fa quella domanda a Jemy è davvero furioso, ma lo continua a tenere per il collo e non gli permette di parlare. Mi sento impotente, ma devo fare qualcosa. Nella sala nessuno fa nulla, guardano tutti la scena senza alzare un dito, ma dal comportamento impassibile di Xavier mi rendo conto di una cosa:
T-Boy doveva avere un ascendente molto forte.

- Dove diavolo sono i miei soldi? - continua a urlare come un pazzo, ma non riesce a rendersi conto che Jemy non potrà mai parlare se continua a stringerlo così per il collo.

- Se non lo lasci andare, come diavolo fa a risponderti? Lo stai strozzando! -

Forse non avrei dovuto intromettermi, all'improvviso l'attenzione della sala è rivolta a me. Tutti mi guardano come se avessi appena sputato addosso al Papa, ma lo sguardo di T-Boy è quello che mi fa pentire di aver parlato.

T-Boy mi sta guardando in cagnesco, come se avessi osato fargli un torto spregievole, tuttavia lascia andare Jemy che scatta seduto potendo ritornare a respirare, riesco solo a sentirlo tossire perchè il mio sguardo è fisso in quello di T-Boy. Sono abbastanza sicura che mi abbia riconosciuto.

どうして欲しい?// What do you want?Where stories live. Discover now