Palla al centro

108 10 0
                                    

Maggio, 2012

In meno di una settimana avevo scoperto che la mia ex-migliore amica era l'amante del mio ex-ragazzo, il ragazzo che frequentavo attualmente forse sarebbe diventato padre di un'altra ragazza e per di più, la settimana appena trascorsa, era stata carica di interrogazioni e di preparazione per l'esame del PET. E ancora non avevo avuto un crollo psico-fisico-emotivo.

Forse sfogarmi con qualcuno sarebbe stato liberatorio.

Ed infatti quel pomeriggio sono di nuovo sul pullman che mi porterà a casa di Jemy. Oramai è quasi un mese che non esce di casa, i suoi genitori sono sempre più decisi a portarlo con loro a Roma ma la fine della scuola imminente li sta facendo desistere e vorrebbero che Jemy non perdesse l'anno, recuperando in quelle ultime settimane. Ovviamente non sanno del casino che ha combinato, poiché si è inventato di essere vittima di alcuni bulli. Mi chiedo come gli sia saltato in mente di dire una cosa del genere, piuttosto che assumersi le sue responsabilità e anzi chiedere un vero aiuto.

È sabato pomeriggio quando decido di andarlo a trovare. Ma sono un po' amareggiata perché pensavo di trovare il solito ragazzino con il quaderno.

JK, ora ricordavo perfettamente il nome.

Ma non c'è quasi nessuno su quel pullman, a parte due ragazze della mia età circa intente a chiacchierare su dei libri appena acquistati, e un ragazzo molto più grande di me con le cuffiette alle orecchie, che sbadiglia assonnato. Non vedo l'ora di essere a casa di Jemy.

- Che faccia - è, infatti, la sua accoglienza quando mi fa entrare nella sua sala giochi personale.

- Non me lo sottolineare, grazie - sono state due settimane assurde, ero lì per rilassarmi e trovare la pace persa.

- Cosa è successo che non potevi raccontarmi a telefono? - Jemy spegne la televisione e aspetta mentre mi siedo sul divano di fronte quello in cui era seduto, invece, lui.

Non saprei da dove partire, ma decido di cominciare dall'inizio. Sono un fiume in piena, non  prendo fiato un minuto mentre Jemy si limita a fare qualche espressione quando gli racconto le cose più scottanti. Non perdo occasione per liberare tutta la rabbia che avevo accumulato e non risparmio considerazioni e commenti personali. Quando ho finito Jemy è senza parole.

- Wow! - dice soltanto - Peggio di una commedia americana! - continua, infilandosi in bocca uno dei popcorn che aveva, in una ciotola, in grembo.

- Non fare il cretino - ma ammetto che la sua battuta è stata divertente, così finiamo per ridercela insieme e smorzare un po' quell'aria pesante .

- Però c'è una cosa che non ho capito -

- Cosa? -

- Hai detto che T-Boy lo ha preso a calci, ma perché? -  vorrei avere una risposta a quel suo assurdo comportamento, ma non avevo fatto altro che chiedermelo per tutta la settimana anche io.

- L'unica cosa che ho sentito urlargli è stato "Prima papà, adesso questo" - quella era una delle cose che mi erano rimaste fisse in testa, perché, cosa c'entrava suo padre con Seo? - Non ho davvero idea di cosa ci sia tra quei due - alla fine esordisco, concludendo quel discorso.

- E con Joon hai davvero intenzione di continuare? - lo sguardo di Jemy è estremamente serio quando mi pone quella domanda. Tuttavia annuisco decisa - Non è ancora detto che sia davvero lui il padre - gli riferisco - La sorella di T-Boy è stata anche con un altro ragazzo -

- Sarà, ma per nove mesi dovrai dividerlo con un'altra - odio quando dà quelle sentenze, a volte sapeva essere davvero meschino - Non fare quella faccia Key, lo sai che è così - e mi faceva innervosire ancora di più quando sapeva che fossi d'accordo con lui ma non ne ero contenta e allora me lo faceva notare.

どうして欲しい?// What do you want?حيث تعيش القصص. اكتشف الآن