Ultimatum

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Maggio, 2012

- Tra meno di due settimane dovremmo fare l'esame ed io non ho ancora capito la metà degli argomenti! - Sono alla sala giochi, con la solita stecca in mano, mentre aspetto che Joon metta l'ennesima palla in buca.

- E allora perché non torni a casa a studiare invece di stare qui a farti mettere la dignità sotto i piedi? - ecco, l'ennesima palla va in buca e Joon non perde occasione anche di schernirmi con un sorriso, che non racconta nulla di casto, sulle labbra.

- Di che dignità stai parlando? - gli faccio eco io e ricambio il suo sorriso con un sguardo malizioso. Joon si avvicina e mi afferra per i fianchi - Di quella che perderò io se non smetti di guardarmi così - mi dice poi prima di baciarmi. Quel pomeriggio non ci sono molti ragazzi alla sala giochi, ma cerchiamo lo stesso di non farci travolgere troppo dalla passione, che negli ultimi giorni sembra essere aumentata a dismisura.

Eravamo convinti di passare innosservati, quando qualcuno toglie la stecca dalle mani di Joon un po' troppo prepotentemente.

- Giochiamo - T-Boy ha uno sguardo impassibile e il colore di capelli, sempre più chiaro, sottolineano ancora di più quella sua quasi inesistente espressività. Questa volta indossa un giubbino di jeans, all'orecchio gli pende la solita croce e per la prima volta noto che sul collo ha un tatuaggio: vedo chiaramente la testa di un serpente.

Io e Joon ci guardiamo per un attimo. E dal modo in cui fissa i suoi occhi nei miei vuole sicuramente farmi capire tacitamente di non rispondere e di farmi da parte, anche se avevo ragione nell'essere arrabbiata. Così gli passo la mia stecca e mi siedo su uno sgabello, lì affianco, mentre Joon mette apposto il tavolo.

- No, tu vattene - ma evidentemente T-Boy non mi vuole tra i piedi ed infatti, senza neanche guardarmi in faccia, mi fa cenno di andarmene.

- Come scusa? - lo guardo corrucciata.

- Key - però mi richiama Joon - Vai da Yu - la sua sembra più una richiesta disperata.

Li guardo entrambi stizzita e poi scendo dallo sgabello cercando di non farmi prendere da qualche moto di pazzia e sbattere la faccia di T-Boy sul tavolo da biliardo.

Tuttavia penso che ci sia una ragione per cui quel gradasso non mi abbia voluto lì, e furbamente decido di non allontanarmi troppo e di appostarmi in un posto in cui avrei potuto ascoltare la loro conversazione senza essere notata.

Per fortuna il tavolo che avevamo scelto io e Joon si trovava proprio accanto alle slot e, quindi, mi posiziono dietro una di quelle. C'è solo un tipo che sta giocando, un ragazzo di qualche decina di anni in più di me, mi lancia un'occhiata disinteressata e ritorna con lo sguardo allo schermo della slot.

Per i primi dieci minuti nessuno dei due scambia parola. T-Boy gioca con disinteresse ma nonostante il poco impegno messo, riesce comunque a stare in vantaggio rispetto Joon che invece, noto dalla mascella serrata, è tesissimo.

- Vorrei chiederti una cosa - ecco che finalmente quello sbruffone si decide a dare un senso a quella situazione - Cosa?- domanda Joon, e sebbene cerca di stare tranquillo percepisco un po' di nervosismo dal tono della voce.

- È vero che mia sorella è incinta di te? - dovevo immaginare che era quello il motivo di tutta quella messinscena.

Joon, tuttavia, non risponde subito sembra che voglia calibrare bene la sua risposta.

- Cosa ti ha detto esattamente, Miwa? - è la prima volta che sento il suo nome, finalmente so anche io come si chiamava la ragazza che avrebbe messo a repentaglio la mia relazione con Joon.

どうして欲しい?// What do you want?Where stories live. Discover now