Lacrimosa coscienza

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Marzo, 2012

È passata una settimana da quando Jemy è stato dimesso dall'ospedale, ma ancora non esce di casa. I lividi stanno quasi scomparendo, e il brutto occhio nero sta prendendo di nuovo il suo colore naturale. Ma tuttavia il problema di T-Boy c'è ancora, ed io non sono più andata alla sala giochi per parlare con Xavier.

È venerdì e sono di nuovo al corso di inglese, mentre penso se è il caso che io mi metta in mezzo a quella situazione. La professoressa sta spiegando alcune regole grammaticali, ogni tanto lancio uno sguardo al libro, ma non sono molto concentrata.

- Dividetevi in coppie - sento poi dirle, mi giro quindi verso il mio compagno di banco ma mi rendo conto che non ho nessuno seduto accanto a me e ormai le coppie sono quasi tutte fatte.

- Miss Key non ha ancora un compagno, faccia coppia con lei - rivolgo uno sguardo alla cattedra e vedo Joon girarsi verso di me, alzarsi e prendere la sua roba. Non posso replicare, dobbiamo fare quell'esercizio in coppia e quindi devo stingere i denti solo per quell'ultima mezz'ora.

- Ti dispiace? - mi chiede indicando lo zaino che avevo appoggiato sulla sedia, scuoto la testa e lo tolgo subito.

Joon si siede accanto a me, indossa una felpa nera, credo sia sempre la stessa perché non l'ho mai visto con qualcosa di diverso, ma ha un buon profumo e non so perché ne vengo stranamente attratta. Tuttavia non ho molto tempo per osservarlo per via dell'esercizitazione che la prof ci ha assegnato e così senza troppe esitazioni cominciamo.

Rimango basita dalla pronuncia perfetta di Joon, una pronuncia molto americanizzata, ma comunque perfetta. E soprattutto rimango sorpresa dalla sua serietà, non avrei mai immaginato che un ragazzo come lui avesse così tanta dedizione nello studio. Tra l'altro si dimostra molto paziente perché continuo a fare sempre lo stesso errore, anzi ad un certo punto sembra che lo diverti anche.

A fine esercizio, però, ritorniamo ognuno nel proprio mondo e non parliamo fino a che non termina la lezione. Tuttavia noto Seo lanciarci qualche occhiataccia, che io ignoro completamente ma che non passano inosservate a Joon.

- Che vuole quel tipo da te? - mi chiede dopo l'ennesima occhiata di Seo. Faccio spallucce - È quello che mi chiedo anche io - gli rispondo con sincerità, anche se mi sento un po' in soggezione - L'altra volta era davvero arrabbiato - osserva, mentre segna qualcosa sul suo libro.

- È quello che si merita - gli rispondo algida.

- Deve proprio averti fatto qualcosa di brutto, per odiarlo così tanto - Joon ha un mezzo sorriso sulle labbra mentre fa quell'ennesima osservazione.

- Diciamo solo che non è questa gran bella persona -

- Eh sì, ti ha proprio ferita - mi lancia uno sguardo ed ha ancora quel sorriso sornione sulle labbra, ma io non rispondo. Tra l'altro non ho assolutamente voglia di parlare di Seo con quel tipo.

A fine lezione prendo la mia roba e gli faccio un segno di saluto, giusto per essere educata, e poi esco velocemente dall'aula. Di certo non voglio ripetere la stessa scena del lunedì appena passato.

Sono le cinque un quarto e la sala giochi dista qualche chilometro dalla scuola, sono ancora in tempo per raggiungerla e fare qualche domanda a Xavier riguardo T-Boy. Forse sapere qualcosa su di lui mi potrebbe aiutare a prendere una decisione, e capire se sia il caso di buttarmi in mezzo a quella storia a discapito di ciò che vuole realmente fare Jemy.

Come al solito il posto è strapieno di ragazzi, che come al solito mi guardano interrogativi. Alcuni mi riconosco e mi salutano, ma io punto al bancone del bar dove Xavier sta pulendo dei bicchieri.

どうして欲しい?// What do you want?Where stories live. Discover now