Il bar dei ricordi

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Luglio, 2012

-Mi dispiace per l'altro giorno, JK-

Sono certa che non sia arrabbiato con me, ma sento di averlo comunque costretto a passare un pomeriggio non proprio piacevole.

-Non preoccuparti, non è stato così male- il suo sorriso accennato mi rassicura, mentre sfilo la divisa e prendo la mia borsa.

-Non capisco questa antipatia nei tuoi confronti, sinceramente- nonostante avessi sentito discorsi ambigui, non mi capacitavo del perché Jemy si fosse così accanito nei confronti di JK. E aprire quel discorso con lui, è un modo, probabilmente, di carpire meglio qualcosa.

-Io credo che sia geloso, Key- ma questo già lo sapevo.

-Okay, ma che senso ha?- proprio non riuscivo ad accettare quella situazione, ero lusingata che Jemy tenesse fino a quel punto a me ma non capivo perché dovesse addirittura farmi terra bruciata in quel modo.

-Beh, fino a quando non lo ammette a se stesso penso che non abbia senso, sì-

-Cosa dovrebbe ammettere?- JK non è molto chiaro quando fa quella sua affermazione, anche se credo si riferisca al battibecco che avevano avuto quando erano rimasti soli.

Tuttavia esita un po' prima di rispondere, è come se volesse dirmi davvero quello che pensa ma nello stesso tempo sembra incerto se fare una cosa del genere -Jemy è molto orgoglioso, probabilmente non lo ammetterebbe mai che ci tiene così tanto a te-

-Non sarebbe una cosa tanto negativa palesarsi, però, insomma io ho fatto davvero molto per lui-

-Ah sì? Cosa?-

-È una storia lunga, ma ti basta sapere che per aiutare lui ho dovuto lasciare il ragazzo di cui ero innamorata- non è una cosa tanto facile da dover raccontare, perché alla fine nessuno mi aveva davvero costretto a fare quella cosa.

-Questo cambia un po' le carte in tavola, non credi?-

-Non ti seguo- non capisco cosa sta cercando di dirmi JK, ultimamente parlavano tutti in codice.

-Forse la gelosia di Jemy non è poi così ingiustificata- mi risponde con tutta semplicità, sorridendo amaramente, perché lo si legge dallo sguardo spento che quella mia confidenza non gli è piaciuta affatto. Non so cosa rispondere, lo guardo per un secondo interminabile, ma poi Erik entra nello spogliatoio del retro e siamo costretti a interromperci. Meglio così, JK mi aveva lasciata interdetta.

Quel pomeriggio, dopo pranzo, mentre ascolto un po' di musica sdraiata sul mio letto, ripenso un po' a quella situazione. Mi rendo conto che nessuno sta parlando in codice e nessuno mi ha volutamente nascosto nulla, semplicemente sto facendo appositamente finta di nulla io stessa. Mi sento troppo arrogante ed insicura, nello stesso tempo, a fare un pensiero simile. Pensare che Jemy possa...

Non riesco a pensarci, soprattutto perché io stessa non riesco a immaginare come reagirei ad una realtà del genere.

All'improvviso, presa da tutte quelle fantasie, il telefono squilla. Rimango cinque secondi perplessa quando sullo schermo compare il nome di Jin.

-Pronto?- decido di rispondere alla fine.

-Key, ciao- nonostante tra di noi non ci fosse più astio, la sua voce continuava ad essere irritante.

-Come mai questa chiamata?-

-Avrei bisogno di parlarti di una cosa, sei libera adesso?-

Ero più che libera, ma non avevo proprio voglia di uscire con Jin. Però ero anche curiosa di sapere cosa avesse da raccontarmi o in che situazione assurda volesse cacciarmi.

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