Attrazione filosofica

163 13 0
                                    

Aprile, 2012

Come aveva promesso, Joon mi sta aspettando fuori l'aula. È appoggiato al muro, con le braccia conserte, quando mi vede sorride. Mi saluta con un altro bacio sulla guancia e mi cinge le spalle con un braccio, mentre usciamo da scuola insieme.
Mi sta raccontando che il compito di greco è andato bene, ha preso sette e mezzo e spera di poter alzare la media con un interrogazione la settimana dopo. Scherzando che mi sarebbe piaciuto che mi desse qualche ripetizione, poiché il greco non era il mio forte per quanto riguardava lo scritto. Joon mi risponde che gli sarebbe piaciuto, ma il suo tono non nasconde nulla di innocente. Continuiamo a ridere, la sua compagnia è piacevole, e non mi capacito di come sia successo tutto così velocemente; soltanto la mattina prima a stento ci salutavano. Stare con lui non mi fa pensare, mi dimentico di tutto e neanche mi accorgo che Karma ci sta guardando e dà un colpo a Seo sul gomito indicandoci con lo sguardo.

- Il tuo amico ci sta guardando - è Joon ad accorgersene, ma io faccio spallucce, non mi interessa, soprattutto ora che sto bene. Joon li guarda ancora per un secondo, senza smettere di abbracciarmi, ha lo sguardo serio, sembra che stia cercando di capire qualcosa.

- Perché è finita tra di voi? - infatti mi chiede subito dopo. Vorrei non parlarne, sebbene siano passati già diversi mesi, ancora non mi sento tranquilla a parlare di quella storia.

- Mi ha lasciato e basta, non mi ha dato spiegazioni - mi faccio coraggio e gli dico la verità, sento che posso fidarmi e non mi sento più in soggezione. Joon non risponde, annuisce soltanto, pensieroso.

- A che ora ci vogliamo vedere oggi? - non penso che Joon voglia sapere molto della mia storia con Seo, anche perché non c'era molto da raccontare. Che eravamo stati insieme lo sapeva tutta la scuola, non era una novità o una cosa fuori dalla norma. Alla fine, quindi, Joon mi accompagna a casa e ci accordiamo che ci saremo visti per le tre, sarebbe passato a prendermi e poi mi avrebbe portato a casa sua. I suoi genitori erano a lavoro e sarebbero tornati soltanto la sera. Non mangio molto a pranzo, lo stomaco è sottosopra, e mi sento ancora frastornata. E come se non riuscissi ancora a metabolizzare quello che era successo. E non riesco a concentrarmi su nient'altro che non sia il bacio con Joon e l'attesa delle tre.

Tuttavia un messaggio mi riporta istantaneamente alla realtà: è Jemy. Mi chiede semplicemente come va. Sono diversi giorni che non parliamo a causa del litigio di sabato e quando leggo quel messaggio mi sento in difetto. Gli rispondo che sto bene, ma nonostante quel sentimento sono ancora arrabbiata con lui. Comunque questa mia apparente freddezza non lo scoraggia, ed infatti mi chiede se il giorno dopo avessi voglia di raggiungerlo a casa sua. Gli rispondo di sì, avevamo diversi discorsi in sospeso e volevo raccontargli di Joon.

Manca ancora un'ora prima che venga a prendermi, mi sto lavando denti e mi ritocco la striscia di eyeliner che è quasi scomparsa, sulla palpebra. Non è passato molto tempo da quando io e Seo ci siamo lasciati e mi sento strana se penso che non è lui che quel pomeriggio mi verrà a prendere per studiare. È strano, ma sono elettrizzata. E non mi sentivo così da un sacco di tempo. Mi chiedo se con lui fossi davvero stata felice ma soprattutto se mi piacesse poi così come avevo sempre creduto. Seo era sicuramente un bel ragazzo, alto, fisico slanciato, occhi scuri e sempre con il taglio del momento, il suo sorriso era contagioso. Denti bianchi e smaglianti. Seo non sorrideva solo con la bocca ma anche con gli occhi. Andava bene a scuola, aveva sempre la battuta pronta, a primo acchito sembrava il ragazzo più felice e allegro sulla faccia della terra. Il ragazzo perfetto, insomma, ma come ogni medaglia anche lui aveva quella "faccia" che nascondeva a tutti, e che per due anni aveva nascosto anche a me almeno fino a quel giorno di gennaio.

どうして欲しい?// What do you want?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora