Oltre quello che vedi

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Luglio, 2012

Poche erano le cose che avevo imparato quell'anno ed una di queste era che non potevo fare affidamento su nessuno. Avevo dato retta per anni e per mesi a chi non ci aveva messo nulla a prendermi in giro, fregandomi più volte, senza nessuna possibilità di accorgimento, ignara di tutto mi ero affidata a loro come un bambino alla propria madre. Ed invece avevo illuso chi era stato di sinceri sentimenti con me, chi nonostante un'imminente paternità avrebbe comunque scelto me, chi nonostante la lontananza e l'atteggiamento distaccato, alla fine era me che preferiva difendere, chi nonostante le "brutte compagnie" aveva deciso di andare oltre. Avevo fatto tutte le scelte sbagliate con le persone giuste e tutte le scelte giuste con quelle sbagliate. Ed al centro, c'era lui, la parte neutra ma artefice di tutto, il vero capo espiatorio, il bullo della situazione, colui che alla fine se ne stava da una parte con i suoi ordini, con il suo gusto amaro di provocare e rovinare gli altri per delle cazzate.

Quando T-Boy mi aveva detto che Jemy non aveva ritirato la denuncia, avevo sentito il cuore trafitto da una spada fredda e pungente. Avevo lasciato il ragazzo di cui ero innamorata perché potesse uscire di casa, andare a scuola di nuovo, ritornare a fare quello che voleva senza che qualcuno lo pestasse a morte ogni volta, con la promessa tacita che avrebbe convinto i genitori a lasciar perdere quella storia del riformatorio. Invece, alla fine, Jemy aveva fatto di testa sua come sempre.

Questa sarà l'ultima volta che entrerò in questa sala giochi. Sono quasi due mesi che non ci metto piede, ma Jimmy mi ha detto che Jemy sta giocando a biliardo con dei compagni di scuola. L'unico tavolo in cui posso trovarlo è sicuramente quello accanto al bancone del bar, lo conosco così bene che ormai potrei indovinare anche quello che pensa.

Sono così delusa che neanche la sua t-shirt nera e i suoi capelli scompigliati, riusciranno a distrarmi. Perché mai, come quella volta, avrei pensato che Jemy fosse bellissimo. Non capivo cosa mi stesse prendendo, ero piena di odio nei suoi confronti eppure più lo odiavo più sentivo una forte attrazione salire dalla bocca dello stomaco.

Jemy continua a sorridere, lo sento fare una battuta, e poi si mette in posizione per tirare. Resto a farmi fregare per cinque minuti, ma poi quel suo stesso modo di incazzarsi per la palla non imbucata mi permette di recuperare tutta la decisione che avevo perso momentaneamente.

-La partita è sospesa- non sono mai stata decisa come in quel momento, il primo che osa contraddirmi farà meglio a scappare.

-Come?- uno dei ragazzi, infatti, non è per niente felice di quella mia presa di posizione soprattutto perché non ci conosciamo e non sa minimamente cosa voglia.

-Hai capito benissimo, io e Jemy dobbiamo parlare- quello alza gli occhi al cielo, poi mi ignora e si rivolge direttamente a Jemy, completamente basito dalla mia presenza -Dì alla tua ragazza di farsi gli affari suoi-

-Beh, vedo che non hai capito- senza troppi complimenti lo spingo violentemente a terra, con scarso successo, ovvio, ma almeno riesco a farlo traballare -Tu sei pazza!- mi urla irritato -Non hai ancora visto nulla- lo minaccio, ma Jemy mi blocca per le spalle -Calmati- mi dice in un orecchio. Per un attimo percepisco che qualcosa è decisamente cambiato, qualche settimana fa non avrei sentito nulla se Jemy mi avesse toccata, adesso non riesco a reagire prontamente -Andiamo fuori- mi trascina quasi di peso fuori dalla sala, dopo aver avvisato i ragazzi che sarebbe tornato una volta chiarita la situazione con me. Il ragazzo che ho spinto mi guarda in cagnesco, sono sicura di essermi fatta un altro nemico.

どうして欲しい?// What do you want?Where stories live. Discover now