Capitolo 22

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Con le cuffiette infilate nelle orecchie, alle cinque del mattino mi dirigo allo Juventus Center di Vinovo, trascinandomi dietro una piccola valigia con dentro due o forse tre cambi.
Sarà stata l'ansia o saranno stato tutti i continui pensieri ad avermi impedito di riposare serenamente sul letto,questa notte, fatto sta che questa mattina, sempre se di mattina si possa parlare, sono scesa giù dal letto con lo stomaco sotto sopra e una sensazione di irrequietezza a cui ho dato una spiegazione.
Dopodomani è la finale di Champions League.
-c'è il buio più buio che ho mai visto e tu indossi gli occhiali da sole?- mi saluta il Pipa,venuto a prendermi da casa.
-non ho dormito per niente e sulle mie occhiaie possono correrci i piloti di formula uno...vuoi vedere?- alzo gli occhiali e lui mi sorride.
-sembra che ti abbiano preso a pugni- annuisco concordando perfettamente con lui.
Afferro la bottiglietta dalla borsa e mando giù le compresse e poi poggio la testa sul morbido sedile della sua macchina.
-non addormentarti perché poi non avrò il coraggio di svegliarti e mi toccherà lasciarti in macchina- ha ragione, ormai devo starmene sveglia,peggio per me che non ho dormito stanotte.
-metti un po' di musica allora- accende immediatamente la radio e stanno trasmettendo della vecchia canzone italiana.
-se Cuadrado stanotte russa,io verrò a dormire da te- lo guardo cercando di capire se sia serio o meno,ma la sua espressione facciale è molto più che seria, cosi seria che Mario Mandzukic probabilmente gli avrebbe dato la medaglia di mister no good.
-d'accordo, ma se russi tu ti ficco un cuscino in gola- lui ride e mi assicura che non russerà.
Si certo,come no!
Quando arriviamo ai parcheggi di Vinovo,altri come noi hanno appena fatto il loro ingresso.
Praticamente mi sembra il raduno mattutino di quando la classe partiva per andare in gita.
Il quoziente intellettivo è quello.
-buongiorno cuccioli- saluta Buffon,estremamente eccitato e ricevendo grugniti in risposta.
-qui l'anziano sono io, andiamo vi voglio carichi- gli urla dietro e io mi chiedo perche debba urlare alle cinque e mezzo del mattino.
-Gigi, sta zitto- gli dice Giorgio, toccandosi la testa.
-spero che la colazione vi faccia riprendere- dice l'altro sconsolato e in fila indiana lo seguono,facendo ingresso nella sala colazione.
Appena entro,la luce accecante mi fa ringraziare tutti gli dei per aver indossato gli occhiali da sole.
-Gwen- mi sorride il presidente e io mi avvicino a loro per salutarli
-presidente- lo saluto e poi saluto gli altri
-ti ho detto di chiamarmi semplicemente Andrea- si si certo, e io sono Rihanna.
Ci accomodiamo tutti e ci viene servita una colazione super abbondante che praticamente per smaltirla, altro che finale di Champions League,mi servirebbe correre due interi campionati.
-non mangi nulla?- mi dice il direttore sedutosi vicino a me -se vuoi qualcosa basta che tu glielo dica- sono lunsingata della sua gentilezza.
-no grazie, è tutto buono solo a guardarlo ma prima del volo non voglio appesantirmi lo stomaco- ottima scusa Gwen.
-quando arriviamo  li c'è il pranzo pronto, se ti venisse fame in aereo hanno tutto- gli sorrido e per gentilezza mordo una fragola e un pezzetto di mela verde acida.
Il rumore dei piatti graffiati dalle posate, le risate dei ragazzi e la serenità che si respira,allenta un po' questa sensazione che provo, come se fossi dentro la lavatrice.
-è normale,lo scorso anno mi sentivo anche io così- mi dice Buffon seduto difronte a me
-con lo stomaco sotto sopra?- lui annuisce
- sparirà tra un po'- lo spero tanto,perché vorrei godermi la cosa e non rimanere chiusa in bagno a rimettere pure l'anima.
-que pasa Nena?- Gonzalo mi abbraccia da dietro e mi bacia la fronte, suscitando l'interesse del presidente che ci sorride.
-mal di pancia- gli rispondo
-non preoccuparti, quando saremo sull'aereo ti addormenterai e passerà tutto- ma come fanno ad essere cosi tranquilli?
Ah giusto, i veri campioni mantengono la calma in qualsiasi situazione.
Il bus che ci accompagna a Caselle non è il nostro solito bus,ma uno che ho noleggiato perché quello ufficiale della squadra è già arrivato a Cardiff e aspetta il nostro arrivo.
Sul bus i ragazzi si siedono dove vogliono, Andrea Barzagli e Gigi si siedono giusto un posto dietro alla dirigenza, tenendosi debitamente lontani da quelle scimmie rumorose.
Cos'è Gigi, te ne sei pentito di aver risvegliato l'animo giovane di quei scalmanati?
Io vengo trascinata dietro da Gonzalo,devo fare attenzione a non lasciare parti del mio corpo tra una fila di sedili e l'altra.
-non possiamo stare seduti cosi stretti, ci sono tanti posti liberi- gli faccio notare ma lui mi ignora.
-Pipa?- si siede vicino Miralem e mi trascina sulle sue gambe.
-scusami- gli dico a Mira che mi guarda sorridendo e si porta le mie gambe sulle sue.
-visto? Sei tu che fai tante storie,ora stettene buona- mi bacia la guancia e porge una delle sue cuffiette.
-non ci sono posti liberi?- mi chiede Paulo,sarcastico, passandoci vicino.
-vuole stare con il suo migliore amico- gli risponde il Pipa e lui annuisce svogliato, andandosi a sedere alla fine.
-non avete litigato, vero?- gli chiedo preoccupata
-no nena, non abbiamo litigato- lo guardo e mi sembra sincero.
- se non fosse cosi,me lo diresti vero?- lui annuisce e io poggio la testa nell'incavo del suo collo.
L'aeroporto di Caselle e gremito di tifosi che sono li per dare ai ragazzi quest'ultima grinta prima di arrivare in Inghilterra.
Io scendo immediatamente ,evitando stampa e qualsiasi mezzo televisivo e mi accodo felicemente al presidente che vedendomi mi porge un braccio che accetto volentieri.
-quei ragazzi lì ti faranno impazzire , fidati di me che ormai li conosco bene- sorrido al Presidente,sapendo bene che ha ragione. Nonostante calpestino kilometri e kilomentri per tutte le settiamene,hanno delle batterie che non gli si scaricano mai.
-impazzire, un eufemismo in confronto- lui ride e ci avviamo verso la pista,avendo superato i controlli.
-grazie- mi dice
-grazie a lei- gli dico sincera, profondamente emozionata.
Quando saliamo sull'aereo, il jet privato e super nuovo e super comodo. Le hostess hanno la divisa con il logo del team,lo stesso che sta sopra alla mia comoda tuta.
-io mi metto qui- dice Paulo, fiondandosi letteralmente vicino al finestrino.
-no quello è il mio posto- gli urla dietro Dani
-ormai ci sono io- si allaccia la cintura
Ve lo avevo detto che sembrava la gita delle scuole elementari vero?
-al ritorno mi ci metto io!- gli dice Alves facendomi ridere
-se ritorni- gli dice quell'altro.
-ritorno ritorno, forse sei tu che se continui non ci arrivi nemmeno- si siede e si scompigliano i capelli a vicenda.
-bambini- li richiama il mister e loro si zittiscono sulserio, il che è assolutamente assurdo.
-facciamo l'appello e vediamo se ci siamo tutti- Agnelli e Marotta sorridono tra di loro mentre Nedved immortata l'imbarazzantissimo momento.
-siete pazzi- dico a Giorgio che mi affianca.
-allentiamo la tensione,altrimenti è persa in partenza- ha ragione,meglio fare gli stupidi adesso e allontanare tutte le negatività.
-amor,dove ti siedi?- mi chiede Gonzalo,accomodandosi davanti al posto di Paulo.
-prima sedetevi voi e poi trovo un posto dove sedermi- gli rispondo evitando lo sguardo di Paulo.
-ragazzi riposatevi e non fate troppo casino...appena non riuscirò a chiudere occhio, il responsabile rimane in panchina- Allegri si che sa come fargli fare silenzio.
Quando tutti sono seduti, io mi accomodo in un posto vicino al finestrino, accanto alla fila di Giorgio e Leonardo.
-vuoi stare tranquilla eh?- mi dice Leonardo
-dormire un po'- gli dico semplicemente,mettendo la borsa sul posto vacante accanto al mio.
Indosso le cuffiette e sento la voce delle hostess che come al solito spiegano tutta la procedura di salvataggio. La sensazione di schiacciamento che si prova durante il decollo mi è sempre piaciuta, per cui mi rilasso e cerco di trovare la posizione più comoda per riposare; porto le ginocchia la petto e porto il cappuccio sulla testa per creare più buio sul mio volto.
Nelle orecchie il cd dei The Giornalisti, rimbomba rasserenandomi, mi concentro sulle parole e piano piano sento la sonnolenza raggiungere i miei sensi.
Più tardi, non so di quanti minuti, vengo svegliata da un mano che mi sposta i capelli; apro un occhio e poi l'altro.
-Pau?- gli chiedo che cosa ci faccia al mio fianco
-Dani ascolta la musica ad un volume illegale e non riesco a starmene tranquillo- annuisco ancora stordita dal sonno.
-posso rimanere qui?- mi chiede sussurrando evitando di svegliare tutti gli altri che dormoro
-si,certo- gli rispondo e indosso nuovamente il cappuccio che mi era caduto.
-ma non stai scomoda?- mi chiede guardando la mia posizione
-no, è comodissima- gli rispondo sincera
-ma come fai ad incartarti cosi, a me mancherebbe l'aria- gli sorrido e alzo le spalle perché non so che risposta dargli.
-vieni qui, dormiamo comodi tutti e due- rimuove il bracciolo che divide e i due posti e si sporge verso di me
-che fai?- gli chiedo agitata
-mi metto comodo?- mi risponde ovvio
-anzi, facciamo cosi...alzati- mi alzo come dice lui e lo vedo sedersi al mio posto, poggiando la schiena nel finestrino e le gambe sull'altro seggiolino.
-vieni qui- mi chiede di sedermi tra le sue gambe.
-vado a mettermi al tuo posto- non faccio in tempo a camminare che mi tira su di se e io sto per cacciare un urlo, che mi tappa immediatamente portando una mano sulla mia bocca.
-shh, sveglierai tutti- mi dice ridendo
-Allegri non può mettermi in panchina ,quindi- lui mi sorride e poi mi tiene stretta al suo petto mentre le nostre gambe automaticamente si intrecciano.
-ora dormiamo- mi dice semplicemente
-mi hai fatto male- gli dico massaggiandomi il fianco
-questo perché sei pelle ed ossa!- mi risponde prontamente e io gli do un piccolo pugno sul petto.
-pensa per te- gli rispondo e lui mi mostra il suo bicipite
-lasciami dormire Dybala!- gli dico accucciandomi e annusando il suo buon profumo dalla maglia che indossa.
Ovviamente la mia mente stava già viaggiando a velocità supersoniche per cui dormire era impossibile e l'istinto di rigirarmi era irrefrenabile.
-Gwen- mi dice Paulo
-si?- sussurro colta in fallo
-non stiamo dormendo, bene- lo guardo alzando il volto verso il suo che mi sta già guardando
-no,direi proprio di no- gli rispondo sorridendo.
-c'è qualcosa che ti turba?- tu! Vorrei rispondergli
-no, non ho proprio sonno...tu, sei agitato?- gli chiedo e lui fa no con la testa.
-la mia testa è piena piena di pensieri- mi dice semplicemente
-posso sapere a che cosa pensi?- lui sembra pensarci su
-alla partita secca contro il Real, a Ronaldo...ai tifosi, a te, a mia madre- a me?
-a me?- gli chiedo
-si a te- si china velocemente sul mio volto e mi bacia.
Staccati subito mi suggerisce la testa ma, ovviamente,io che faccio?
Ricambio il bacio e stavolta è tutto molto più intenso, più cosciente e voluto.
Mi aggrappo alle sue spalle muovendomi leggermente sul suo busto e girandomi per stare più comoda.
-mi fai diventare pazzo- mi dice guardandomi negli occhi prima di catturare le mie labbra.
Il profumo delicato e forte allo stesso tempo, il sapore di cornetto di cui è pregna la sua saliva , il rumore del suo respiro affannato, la morbidezza dei suoi capelli.
-stiamo sbagliando- gli dico piano
-sbagliare mi piace, troppo- mi stringe i fianchi e non mi permettere assolutamente di allontanarmi.
Le mie labbra sembrano essere attratte dalle sue,come se avessimo delle calamite al loro posto.
Lo bacio ad occhi chiusi,ad occhi aperti per ricordarmi di questo momento.
I miei occhi incatenati ai suoi, privi di qualsiasi altro pensiero e complici in questo scambio di respiri.
Ghiaccio,fuoco,vento...è tutto cosi intenso,cosi forte che vorrei potesse non finire mai.
Smettere di baciarci è impossibile,come se avessi un costante bisogno di farlo perché farlo mi farà stare bene.
Il tumulto che avevo alla bocca dello stomaco si è arrestato immediatamente e sembra che abbia appena toccato la felicità.
-sei bellissima- mi sussurra vicino l'orecchio mentre le sue mani sono appena venute a contatto con la mia pelle che gli ha risposto prontamente al tocco.
Lo guardo negli occhi e poggio la mia fronte alle sua,sfiorandoci a vicenda, annusa il mio profumo sulla parte alta del mio collo,dove una scarica di brividi mi parte,scuotendomi persino l'anima.
-no-non ti muovere- mi sussurra rocamente. Mi fermo percependolo,cosi vicino e mi imbarazzo anche se dentro di me qualcosa sta gongolando.
All'improvviso ci arriva una bottiglietta d'acqua sopra e mi si gela il sangue.
Mi giro di scatto,immaginando il mister o ancora peggio il presidente ma troviamo solo quattro paia di occhi che ci guardando sorridendo.
-stavate iniziando a fare rumore e la cosa vi stava sfuggendo di mano- ci dice Giorgio.
Io vorrei lanciarmi dall'aereo immediatemente.
-grazie bro- gli risponde tranquillo Paulo,svitando il tappo dalla bottiglietta e bevendone generosi sorsi.
Leonardo ci guarda sorridendo e ci fa un occhiolino.
-segreto al sicuro- dice infatti mentre porge cinquanta euro nella mani di Giorgio.
-avete scommesso?- gli chiedo allibita.
-ovvio, questo qui agli allenamenti non fa altro che parlare di te...io sono un genio per capire subito queste cose- risponde Giorgio, incassando i soldi contento.
Mi volto a guardare Paulo che mi sorride imbarazzato e lascio schiacciare la mia faccia ,imbarazzata, sul suo petto.
-che figura di merda- sussurro più a me stessa che Paulo,che invece mi abbraccia e appoggia la tua testa sul seggiolino.
-buonanotte Nena- mi dice e io sorrido sentendo scoppiarmi il cuore.
L'arrivo a destinazione si è verificato intorno alle dodici e mezzo locali,il tempo fuori è un po' nuvoloso ma il sorriso che aleggia sulle bocche di tutti, non ha intenzione di abbandonarci.
-mister, quanto manca ancora?- si lamenta Stefano
-abbiamo fame- continua Rugani.
-altri venti minuti e siamo arrivati- gli risponde e poverino lo capisco, quanta pazienza ci vuole?
-Gwen, perché ci ha mandato cosi lontani- mi chiede Mehdi mentre io sto cercando di sistemare le ultime cose sul mio ipad.
-ordini dalla presidenza- gli rispondo
-siamo fuori dall'universo- commenta Marco Pjaca osservando le verdi campagne che ci circondano
-dovete allenarvi,non siamo venuti in vacanza- li rimprovera il mister.
Più tardi, dopo aver superato ettari di terreno utilizzati per praticare il golf, arriviamo davanti al Vale resort che è trentacinque kilometri lontano dal Millenium stadium. Roba da folli penserete,ma Allegri ha richiesto espressamente un posto lontano che possa tenere i ragazzi concentrati sulla partita.
-ragazzi?- richiamo la loro attenzione
-avete il tempo per sistemarvi in camera e farvi una doccia...alle due a pranzo- afferro la mia borsa e scendo dall'autobus sgranchendo le gambe,ormai troppo indolenzite per le troppe ore da seduta.
All'ingresso l'accoglienza è strepitosa, ovviamente me lo aspettavo...certo qualche ragazza fastidiosa che gira attorno a Paulo mi fa inasprire ma lui non se le sta calcolando,quindi no problem.
-che guardi?- mi domanda Mira avvicinandomi e abbracciandomi
-nulla- gli rispondo prima che Paulo ci osservi e Mira lo segue immediatamente.
-scusa- mi dice,correndogli dietro.
Io raggiungo la hall,per parlare con lo staff che si occuperà di noi.
-si, mi raccomando niente glutine e assolutamente niente fritture- gli ricordo,avendo già lo staff medico con il fiato sul collo.
Mettere piede sulla soffice moquette è stato rigenerante, una doccia veloce e rinfrescante e poi ancora abiti comodi.
Niente tailleur e tacchi fino a sabato,posso sentire gli angeli cantare.
-Gwen- bussano alla porta e gli apro
-che c'è?- rispondo mentre mi sto allacciando le sneakers ai piedi
-perché tu hai un letto matrimoniale?- mi chiede Paulo curioso.
-ci deve essere per forza un motivo?- gli rispondo tirandomi su.
-no,tanto non dormirai con nessuno ,quindi- lo guardo inarcando le sopracciglia e gli darei una delle risposte più pungenti del secolo,ma finiremo per discuterne.
-ho una domanda, ma i nostri familiari dormiranno qui?- si butta dul letto
-no, l'ultima sera avete le camere prenotate in un hotel al centro- annuisce e si alza.

Sabato sera, dentro quel grande stadio con quel grande pubblico, le emozioni tornano a farsi sentire.
Il respiro bloccato in gola e l'ansia in tutto il corpo.
Comunque andrà,fino alla fine.

Eccolo, ho scritto e cancellato questo capitolo almeno tre volte, non sto scherzando.
Prima avevo pensato che scrivere la partita era una pessima idea,mi sarei intristita troppo e avrei trasmesso la tristezza anche a voi.
Al secondo giro, ho scritto la partita ma oltre a sembrare un commento tecnico alla Enrico Zambruno era tutto una serie di parolacce e invettive contro Ronaldo,stile Claudio Zuliani.
Poi sono passata al capitolo successivo e solo dopo quello ho saputo cosa avrei dovuto scrivere.
È stato come un parto gemellare ma alla fine ce l'ho fatta.
Spero ci piaccia ❤️

Fino Alla FineWhere stories live. Discover now