Capitolo 50

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Il ricordo di ieri continuava a vivere dentro la mia testa e i miei occhi; persino mentre cercavo di impegnarmi nell'afferrare i miei capelli ,ancora troppo corti, per fare una cosa simile ad una coda o comunque qualcosa che tenesse i miei capelli legati e lontani dal mio viso.
Non era cambiato nulla o almeno apparentemente sembrava cosi; alla fine le persone che volevo lo sapessero mi ero resa conto che lo avevano capito ancor prima di me e forse quella fu la vera sorpresa per loro, scoprire che nonostante tutta la scaltrezza lavorativa, per quello che riguardavano i sentimenti ero ancora un neonato a cui bisogna imparare a camminare ma, iniziavo a cavarmela bene perche accanto a me non avrei avuto un maestro ma un bambino come me, con cui cadere e sbucciarsi le ginocchia per poi ridere e rialzarsi e cadere ancora, come un circolo vizioso; dentro di me speravo di non impare mai a camminare perché sarebbe diventanto monotono e non vi avrei più dedicato tutte le mie attenzioni.
-pensi di farcela per questa mattina?- la voce insolente dell'attacante numero dieci, echeggiava tra le pareti del mio bagno mentre il suo volto si affacciava dalla porta e mi guardava dal riflesso dello specchio.
No, non avevamo dormito insieme e non perche i miei ormoni o i suoi fossero spenti ed anestetizzati, più probabilmente perché aspettavamo il momento giusto e adoravo da morire il fatto che non ci fosse fretta.
Bruciavamo al contatto ma sapevamo spegnerci quando capivamo che non era così che volevamo consumare il nostro primo momento insieme.
Ci avevo pensato per nottate intere e molte volte era il pensiero stesso a tenermi sveglia.
Il desidero che il mio corpo ,ma molto di più la mia mente ,aveva di lui era come una scossa di magnitudo sette nella scala Rickter.
Avvertivo la percezione di sentirmi una preda e allo stesso tempo il cacciatore, perché quando il suo corpo si chinava sul mio, la mia pelle sembrava calamitata dalla sua come se due magneti si stessero attraendo e poi, il profumo intenso del suo corpo , quello che nonostante gli shampi sportivi e i doccia schiuma maschili per coprire la puzza di sudore, erano comunque inutili al confronto della sua pelle.
Amavo la sensazione di poter riconoscere la sua fragranza, quella che non avrei potuto acquistare in nessun supermercato e che avrei custodivo nelle vibrisse del mio naso e ogni volta che le risvegliavo, inevitabilmente il mio cuore cominciava a scalpitare fuorioso nel mio petto.
Mi ero girata a guardarlo con i miei stessi occhi perché,non avrei mai voluto che essi dimenticassero tutti i piccoli dettagli del suo volto, sfumature delicate del colore dei suoi occhi verdi ma che vicino l'iride si schiarivano cosi tanto da sembrare il colore dell'acqua.
Quella piccola cicatrice vicino il sopracciglio destro che gli si era sanata da sola, era quasi impossibile da vedere a meno che i tuoi occhi non fossero estremamente vicini ai suoi e il pensiero che qualcuno avrebbe potuto avere la possibilità di avvicinarsi cosi tanto a lui scatenò un senso di gelosia dentro di me.
-a cosa sta pensando la tua testolina?- si avvicinó al mio corpo avvolgendolo con le sue muscolose braccia; indossava una delle sue felpe che gli fasciavano il petto e lo tenevano al caldo. Non aveva per niente l'aspetto di un uomo che stava crescendo ma, al contrario conserva quei tratti ancora bambineschi che avevano il potere di renderlo eternamente giovane.
Non c'era il tempo a scandire la sua vita, lui ne era padrone e pensai che fosse la ricompensa a tutto quello che aveva dovuto subire.
Anche ad occhi chiusi sentivo la sua aura vibrarmi attorno, come fosse uno di quei potenti dei dell'Olimpo.
Marte o Ares, dio della guerra e la mia mente continuava a restiturmi l'immagine del suo corpo in tensione dentro quel campo di calcio, facilmente paragonabile ad un campo da guerra ed io sarei scesa in battaglia insieme a lui, bruciando nel fuoco più ardente del mondo.
Il mio corpo scattò inevitabilmente verso il suo,in una muta richiesta di stargli vicino, di tenermi salda tra le sue braccia forti come rocce. Tutto di me aveva voglia di lui, il bisogno misto a giovane desiderio carnale sfavillavano prepotentemente dentro di me e dai sui occhi, che si iscurivano, emettendo un campo elettrico che piano piano iniziava a crescere.
Indietreggiai sbattendo contro la porcellana del lavabo; ero preda e come tale gli offrii libero accesso al mio collo che in automatico si piegò verso un lato.
Mi afferrò le coscie e le sollevò adagiandomi sul lavandino, si spinse tra le mie gambe e morse un lembo del mio collo annusando il profumo, scatendano una tempesta dentro di me  che avrei difficilmente arrestato.
Ogni volta ci spingevamo sempre un po più in la e poi frenavamo di colpo;iniziavo a pensare che piacesse ad entrambi questa situazione di profonda passionale cupidigia che iniziava a dilaniare la mia e la sua ragione, ormai schiavi del desiderio.
- sei bellissimo- perche era vero, perche lo pensavo veramente e soprattutto perche adoravo vedergli le gote imporporarsi di un rosso quasi scarlatto mentre le sue iridi si stringevano come a volersi nascondere.
Era bello da far male, come se vederlo anche a non far nulla fosse diventato il mio obiettivo nella vita.
Il suo corpo era atletico al punto giusto, non aveva quei muscoli super accentuati che odiavo da morire e soprattutto il suo corpo per quanto  allenato fosse, aveva mantenuto i giusti contorni rispettando le regole dell'anatomia umana.
Mi baciò delicatamente e passionalmente le labbra e glielo lasciai fare molto volentieri, volevo percerire il suo sapore per il resto della giornata, lasciandomi accompagnare da esso per tutto il tempo come monito per quello che , alla sera, avrei riavuto indietro.
Probabilmente gli avrei detto ti amo come i miei occhi stavano facendo ma volevo che quel momento fosse tanto bello da poterlo ricordare come il migliore della mia vita.
Volevo che fosse bello per lui perché era giusto che sapesse quanto apprezzassi la sua persona, quanto mi facesse sentire bene e amata ma, volevo allo stesso modo che fosse un momento indimenticabile per me che non ero ancora riuscita mai a dire quelle due parole.
Girai il mio volto verso lo specchio, i nostri corpi sembravano fusi e i nostri sguardi erano carichi di tutto, tante cose trattenute che sbattevano prepotentemente contro quelle catene che iniziavano a cedere. Il verde dei suoi occhi era color bosco e si sposava perfettamente con l'intenso marrone che viveva dentro i miei.
Entrambi segni della terra, entrambi segni del fuoco.
-a lavoro nenita- mi aveva guardata  e mi aveva baciato le labbra mordendole e poi la punta del naso,in un modo tenero ed estremamente affettuoso ed era perfetto così. Tutto ed il contrario di tutto!

Fino Alla FineTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon