Capitolo 35

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Villar Perosa è come il tempio della Juve, il posto in cui tutto ebbe origine e si sa, per poter guardare al futuro bisogna conoscere il passato, assaporare la storia e continuare a farla.
-Gwen,tutto bene?- seduta accanto a Miralem, guardo fuori dal finestrino persa nei miei pensieri.Le montagne che ci circondano sembrano sovrastarci e il verde mi sembra spento nonostante il sole cocente lo illumini.
Conosci un altro tipo di verde Gwen, in confronto a quello tutto ti sembrerà spento.
Più indietro Paulo è seduto accanto Gonzalo ed è emozionato, come tutti del resto.
Questa giornata è particolare per la Juventus tutta.
-si, sono solo emozionata- gli sorrido cammuffando tutte le altre emozioni.
Mi lascia in pace e si alza per scherzare con gli altri, non devo essere una buona compagnia.
Come biasimarlo, senza sapere il perché agli altri sembrerà che mi sia morto il gatto.
La notte è stata infinita, piena di lacrime e singhiozzi , piena del suo volto nella mia mente, del sul profumo tra i tulipani e tra la maglia che ho indossato, stringendomi ad essa,come a volermela cucire addosso.
Non riesco a parlare di quello che ho dentro, nemmeno con Mat con cui ho praticamente condiviso tutto della mia vita.
Parlarne mi sembra come violare qualcosa che è mio e suo, mai un noi.
La giornata è fantastica,il sole è alto e quando le bussole del bus si aprono le urla da fuori sono forti come quando si è dentro lo stadio per la partita.
-forza ragazzi- li incita il mister e loro gli rispondo urlando.
I vetri del bus devono essere particolarmente resistenti,perché diversamente non mi saprei spiegare come siano ancora interi.
Scendo velocemente,dirigendomi all'interno della villa Agnelli, che ho già visionato ieri sera prima di tornare a casa ma ,dare un'ultima controllata,non fa mai male.
Scappare dal suo volto è la cosa che mi sembra migliore in questo momento.
I suoi occhi sono ancora vivi nella mia mente e sembra come se si fosse impossessato anche di quella,lasciandomi solo il corpo come guscio, per camminare , per rimanere in piedi. Mi sento come se fossi fatta di pilastri di cemento ma le pareti siano crollate via, dopo una scossa forte di terremoto.
-eccomi- tolgo gli occhiali da sole e saluto la dirigenza.
-siete arrivati con solo ventitre minuti di ritardo, un record- sfotte Marotta.
-non è colpa mia- gli rispondo immediatamente
-lo sappiamo cara, scommetto che qualcuno di loro si sarà costruito la Tour Eiffel con i capelli- ridacchio della battuta e mi aggiro attorno ai tavoli,controllando che tutto sia perfetto. Il tovagliato è di un bianco immacolato, le posate sono sistemate ordinatamente e il pane tagliato nel cestino è invitante.
-ottimo lavoro,ma di questo non avevamo dubbi- mi affianca Pavel con quella chioma bionda.
A voi non ricorda un po lady Oscar?
A me tanto.
-questa giornata deve filare liscia come l'olio- lui annuisce perfettamente concorde con me.
Quando anche l'ultimo tavolo è stato visto e controllato, tiro un sospiro di sollievo e poggio la borsa in un angolo,dimenticandomene per un po di tempo.
-dov'è la tua maglia?- quale maglia,vorrei chiedergli.
-ho dimenticato qualcosa?- il tono allarmato e preoccupato della mia voce è palese ; ultimamente un paio di cose non sono andate come volevo ed il lavoro è l'unica cosa in cui posso ancora fare la differenza.
-no,no!- mi dice immediatamente
-vieni con me- mi afferra le mani e mi porta in giardino.
Entrambe le squadre sono presenti e al nostro arrivo,inevitabilmente, si voltano a guardarci.
-bene- richiama l'attenzione il presidente.
-ora che ci siamo tutti,vorrei dirvi quanto vi sono riconoscente e grato per il campionato che è terminato due mesi fa.
Auguro ai nuovi di potersi godere questa maglia, questa esperienza e di prenderne il meglio di quello che accadrà in questo nuovo anno.
Ai vecchi dico sempre si continuare ad essere il carburante di questa famiglia,di insegnare agli altri cosa significa la Juventus, come si vive la Juventus e cosa,soprattutto,vuol dire essere la Juventus. Quest'anno è stato strano e pieno di emozioni contraddittorie; non aver vinto la champions ci ha dato una battuta d'arresto e da quella dobbiamo ripartire,possibilmente più carichi di prima. Per voi, per noi ma,sopratutto per loro ci sono nuovi ed importati traguardi da raggiungere. Non so come avete accolto la mancanza di Bonucci e di Alves,ma confido in voi e so che continueremo a dimostrare che non è il campione che fa la Juve ma, la squadra- applaudiamo tutti e lui passa la parla a Pavel.
-sono totalmente d'accordo con Andrea, io sono stato un giocatore come voi e so quanto sia facile rompere gli equilibri e allo stesso tempo, quanto sia difficile ristabilirli all'interno di una nuova squadra. Il mister sarà come sempre, all'altezza della situazione- si volta verso Allegri che sentitosi chiamare in causa si avvicina.
-sarò ancora più cattivo del solito, sappiatelo- fa ridere tutti e Paulo protesta scherzando.
-a proposito,numero dieci...mi raccomando,testa sulle spalle e cuore in campo- Paulo annuisce ed i suoi compagni lo stringono in un abbraccio.
-per qualsiasi cosa, prima di fare cazzate, sapete dov'è il mio ufficio e sapete dove sono i vostri compagni di squadra. Non perdiamo nessuno strada facendo e cerchiamo di ricordarci che siamo la Juve ed i riflettori sono costantemente accesi su di noi- praticamente la versione MOLTO meno scadente di Grande Fratello.
-Gigi- il capitano si mette al centro e gli altri come d'abitudine lo circondano.
-questo è il mio ultimo anno, sono onorato di avervi al mio fianco, orgoglioso di questa famiglia e di questi colori- porta la sua mano sullo stemma e la lascia li.
-non posso obbligarvi a crederci e a lottarci come ho fatto io, come hanno fatto altri di noi. A maggio passerò la mia fascia ad uno di voi, a quello che reputerò pronto per tenervi a bada e per per prendervi per i capelli salvandovi in corner. Regaliamoci quest'anno e rendiamolo unico,un po' più per me che dal prossimo campionato in poi,vi guaderò dalla tribuna- ho le lacrime agli occhi, forse questo è il momento che più temevo in questa giornata, quello che mi avrebbe strappato ancora di più il cuore dal petto.
-spero di avervi insegnato,la metà delle cose che voi avete insegnato a me e sarà comunque fino alla fine- si lascia circondare dai suoi compagni e qualche lacrima gli scappa via.
-possibile che finisco sempre per piangere?- asciugo le lacrime,sporcandomi le mani con il mascara.
-tieni piagnucolona- Gonzalo mi porge un fazzoletto e mi abbraccia baciandomi tra i capelli.
-questo lavoro mi distrugge- gli dico scherzando, anche se poi, in fondo questa frase nasconde della verità.
A gennaio non mi sarei mai immaginata che dietro a novanta minuti di partita ci fosse tutto questo. Non è solo correre dietro ad una palla, è un concetto più profondo, passione per uno sport che richiede talento, tecnica, tenacia, impegno, sacrificio e rinunce.
-godiamoci questa giornata e per favore, che nessuno si infortuni - Agnelli alleggerisce l'atmosfera e poi ritorna dentro.
-Ginevra-quando sto per seguirlo vengo richiamata.
Mi volto a guardarli, sono tutti uno di fianco all'altro e mi guardano facendomi sentire un vetrino sotto la lente del microscopio.
-questa è per te, da parte nostra- Gigi insieme a Giorgio mi porgono una maglia che afferro contenta.
-guardala bene- mi suggerisce Chiellini.
Appena la giro, il mio cognome è scritto a lettere cubitali "MENEGHINI 10" .
Ho l'ennesimo colpo al cuore e sono senza parole.
-per noi il numero dieci ha un'importante significato, era il numero con cui volevamo ringraziarti per essere stata un'amica,prima di tutto il resto- li abbraccio di slancio.
-mister, gli è piaciuta- urla Cuadrado facendo ridere gli altri.
-secondo me,avrebbe preferito il numero nove, Higuain la fa disperare di meno- Paulo mi guarda ed io riesco a reggere il suo sguardo solo per alcuni secondi.
Avrei voluto il suo numero.
Nonostante tutto,nonostante il cuore a pezzi, nonostante i pugni allo stomaco e la testa che scoppia.
Quando rientriamo dentro,io corro nel bagno a cambiare la maglia,avere il suo numero sulla schiena è come poterlo sentire più vicino. Mi guardo allo specchio e si, ho avuto giorni migliori.
L'abbinamento maglia da calcio e pantalone di Tailleur color nero fumo, sono un'accoppiata da Milano Fashion Week.
Ovviamente sono ironica.
-sei bellissima- mi si gela il sangue dentro le vene.
-guardami, per favore- è come essere torturata ma allo stesso tempo salvata.
Sento scattare la serratura della porta e so di non poter scappare come ieri.
-io non ti merito adesso, non merito di averti accanto perché potrei fare ancora più casini- il mio corpo è calamitato dal suo. Stargli lontana è impossibile, è come privarmi del respiro.
-sono un casino anche io- perche lo sono, perché sono nata come se fossi una pennellata fuori dai contorni.
-è per questo che devo starti lontano, perché sei il miglior casino della mia vita e non possiamo risolverci insieme- mi accarezza il volto portandomi due ciocche di capelli dietro l'orecchio.
Perché continuare a mettere il dito nella ferita? Non gli basta sapermi cosi logorata.
-cosa vuoi da me?- ho la voce quasi del tutto finita.
-io voglio te e lo sa da un po' di tempo, ma devo imparare ad essere giusto per te- mi accarezza le labbra con le dita e le sento bruciare al suo tocco.
Io ti voglio adesso, con tutti i difetti, cosi rotto come credi di essere.
Ti voglio pieno di ferite, ti voglio e basta.
L'intesa che c'è tra i nostri occhi, questa inspiegabile sincronia tra i nostri respiri e il continuo cercarsi con la pelle e con l'odore , è l'ennesima rovina.
Ci afferriamo il volto a vicenda, le labbra si scontrano e i denti cozzano tra di loro.
È fuoco che arde e neve che cade allo stesso tempo.
È come schiantarsi contro un muro e distruggerlo , è tutto così forte,cosi intenso,cosi vivo.
Non so se piangere è una risposta necessaria per poter rimanere in vita,non so troppe cose e alcune non voglio nemmeno saperle.
L'unica cosa che so è che gli appartengo in un modo che non sapevo fosse possibile, in un modo cosi intenso che mi sembra di non avere più nulla che non sia per lui.
-aspettami- di nuovo questa attesa.
Sono disposta a mettere tempo ad altro tempo?
Ad andare avanti cosi, in questo modo?
-non posso aspettare a lungo, mi sto sgretolando- anche l'ultimo pezzo del mio cuore è nelle sue mani
-aspettami Gwen, aspettami perché sei il traguardo più bello che voglio raggiungere, aspettami perche io..io- un ultimo bacio, casto veloce e puro.
Poi, mi lascia tramortita dai sentimenti e va via chiudendosi la porta alle spalle.
Quanto il mio corpo può reggere ancora?
-allora l'hai portata la maglia- mi dice il presidente ,subito dovo averlo affiancato.
-grazie, è magnifica- lui mi sorride e mi bacia la mano.
-è solo un piccolo gesto per te che sei stata importante in questo campionato ed hai stravolto tutte le mie aspettative ,facendoti valere come solo tu hai saputo fare-
Con i tacchi ai piedi,me ne infischio altamente se si possono rovinare o possa rompermi l'osso del collo, scendo con loro in campo.
Ho guardato per ore intere questi campetti e vedevo come gli irrigatori annaffiavano l'erbetta; ne sentivo persino il profumo e dentro di me capii cosa significasse toccare il terreno.
È come se si creasse un filo di continuità tra il tuo corpo e lo spazio che ti circonda, come se non esistesse nient'altro che il contatto con ciò che di più profondo si nasconde dentro di noi. Quando ne percepisci la consistenza tutti i nodi del tuo corpo sembrano diventare delle serrature che scattano e si aprono ruotando gli uni verso gli altri, distribuendo in maniera equa l'energia vitale.
-vuoi sederti in panchina con noi?- la voce di Miralem mi distrae dalla mia filippica, quasi lunga come il De Rerum Natura di Lucrezio.
-non credo sia possibile- è contro ogni normalità.
-hey mister- lo richiama e Allegri si volta nella sua direzione
-può sedersi qui?- indica me e poi la panchina. Lo guardo scusandomi ma sorprendentemente da un okay con il pollice e ritorna a concentrarsi su chi si sta riscaldando.
-mi dirai mai come fai?- alzo le spalle
-non lo faccio incazzare come fate voi- mi accomodo nel posto più in fondo,dando il meno fastidio possibile.
Al mio fianco siede Douglas,il nuovo ultimo acquisto insieme a Federico Bernardeschi ex della Fiorentina.
The Flash è il suo simbolo di riconoscimento. È stato un acquisto parecchio discusso, ma sicuramente una promessa.
Le gradinate sono piene zeppe di persone giunte da qualsiasi parte d'Italia e d'Europa, il volto di molti bambini, tante ragazzi e molti nonni che nonostante le temperature particolarmente calde, se e stanno li a godersi lo spettacolo che questa magica Juve può regalargli.
-al Borussia non era così-mi dice mentre continua a guardarsi intorno stupito da tutte le persone che ci sono.
-è quello che le altre squadre ci invidiano perché non ce l'hanno. Più volte sono stati loro a tenere in piedi la squadra. È più un credo che una passione- lo stupore che leggo nei suoi occhi mi inorgoglisce.
I veri valori si trasmettono come geni, da famiglia a famiglia.
-ho paura che sia troppo- si confida
-è il punto di partenza migliore che tu possa avere. La paura è sintomo che ci tieni davvero- mi sorride ed io a lui.
-nena- mi saluta il Pibe seguito da Paulo, si siedono un posto dopo il mio.
Mentre viene fischiato il calcio di inizio,il mio cellulare viene intasato di notifiche.
La gente ti riconosce e si affeziona a quello che sei per quello che fai; ti mette al centro di qualcosa che io sono sicura di non saper gestire.
Per non pensare a nulla,scollegandomi dal resto,mi rifugio nel l'unica cosa che so di saper fare ancora.
Una nuova email che non avevo ancora visto,attira la mia attenzione e la apro.
New York.
-che fai?- mi chiede Mira mentre leggo di cosa  tratta l'email.
-lavoro- la parola New York è troppo grande per passare inosservata.
-pensavo fosse una vacanza- magari, mi servirebbe davvero.
-no, mi hanno appena proposto di lavorare come delegato manageriale in America per l'associazione- sento le gambe diventarmi gelatina.
È un'opportunità cosi grande, troppo grande.
-vai via?- quasi lo urla e tutti nella panchina si girano verso di me.
-via?- continua Gonzalo guardandomi ma i miei occhi sono immersi nei suoi.
Il mio istinto mi suggerisce di allontanarmi immediatamente; afferro tutto velocemente e quasi corro a bordo campo.
Quando esco i miei pensieri si scontrano con la cruda e amara realtà.
Antonella sta seduta sulla tribuna,accanto a lei Alicia e i suoi figli più grandi.
"Aspettami" sento l'eco della sua voce rimbombarmi dentro, sbattendo contro quello che rimane.
"Vai via?"
Forse via è l'unico posto che mi rimane.

Life is a metter in black and white.
La vita è una questione di nero e bianco.
Per mesi ho letto quella scritta sulle pareti dell'ingresso dello Juventus Center e ogni giorno mi chiedevo dove fossero finiti tutti gli altri colori.
Purtroppo gli altri colori non esistono,sono solo leggere sfumature di qualcosa che inevitabilmente può essere o bianco o nero.
-che vuol dire che vai via?- la faccia corrucciata e il disappunto che leggo nel suo volto forse è l'ennesima conferma che New York è un bel sogno ma Torino è una viva realtà.
-non ne ho nemmeno parlato con Agnelli, state correndo e io sono stanca di correre- mi porto la testa tra le mani cercando di fermarla. Si siede al mio fianco e mi abbraccia tenendomi stretta come ho bisogno che faccia
-sai che sarò sempre dalla tua parte, che sia Torino o New York- lo sussurra piano tra i miei capelli
-grazie- gli rispondo e chiudo gli occhi riordinando un po dei miei casini
Settembre   non è mai stato un mese cosi bruciante come adesso, le giornate volano e ventiquattro ore non sono mai sufficienti a  risolvere qualcosa, un po come se filassi un tappeto e poi l'indomani mattina dovessi ricominciare da capo.
-sarebbe un onore affidarti la dirigenza a New York; ho pensato fosse un'opportunità che ti sei meritata dimostrando quanto puoi valere,nonostante la tua giovane età- seduta davanti alla scrivania del presidente ,mi chiedo se solo pochi mesi fa avrei mai immaginato di poter far un passo simile.
Mi chiedo se sia tutto troppo grande per me.
Mi chiedo se in questa cosa io sia lo squalo o il pesce rosso.
-so che potrebbe spaventarti ma, è un'esperienza che ti mostrerà un mondo che qui,difficilmente,conoscerai. Non sarai sola, ti affiancherò Pirlo- apre e chiude la penna convulsamente. Forse si aspettava un maggiore entusiasmo che non ho saputo avere,provare, sentire.
Riconosco quanto questa opportunità sia incredibile ma, pensavo di arrivarci piano piano, senza bruciare tutte le tappe così in fretta.
-quanto tempo ho per pensarci?- gli chiedo
-ancora quindici giorni. Pensaci bene Gwen è il tuo futuro- lo leggo nei suoi occhi che si fida di me e che pensa sia  l'occasione più grande che possa ricevere.
-farò il prima possibile- quasi scappo da quell'edificio.
Penso a mia madre, a mio padre e a Mat, a tutto quello che dovrei lasciare qui; come se dovessi frizzare il tempo e le cose ,andare avanti e poi ritornare indietro e ripartire dal rigo  dove avevo messo un punto per sostituirlo con una virgola.
Il problema è che:si muore in mezzo ad una frase.
Non si possono mettere in stand-by le vite degli altri, inesorabilmente il tempo scorre e quel che è perso è andato perso e non lo si può più recuperare.
"aspettami Gwen, aspettami perche sei il traguardo più bello che voglio raggiungere, aspettami perchè io..io"
Il problema è che: si muore di frasi a metà.
-mi spieghi che cosa hai?- il rumore della forchetta che sbatte violentemente sul piatto di porcellana e assordante.
-da quando sei tornata da Villar sembri uscita dal manicomio. Ti prego rendimi partecipe dei tuoi pensieri - osservo il volto di Mat e non so se questo sia il momento adatto per dirglielo.
Mi sono ripromessa che questa decisione, che in questo bivio la strada che avrei scelto  da percorrere l'avrei scelta da sola.
-ho troppi casini per la testa- liquido velocemente la questione e continuo a mandare giù forchettate di cibo di cui no riesco a sentirne nemmeno il sapore.
La notte porta consiglio o forse solo ancora più tormento.
Dove eri Gwen, dove sei e dove vuoi andare?


Apro una parentesi, forse le porte per Narnia.
Online si parla di scambio tra Inter e Juve.
Icardi alla Juve e Higuaín all'Inter....Agnelli non puoi farmi questo. NON PUOI!
Mi documento in pochino e scopro che, solo perché il Pibe non ha fatto vincere la champions alla Juve, pare essere diventato un acquisto inutile.
Sappiate che io potrei commettere un omicidio.
Il fatto che Gonza abbia 31 anni e sia prossimo ai 32, non lo rende vecchio.
Giusto per schiarire le idee.
È stato fondamentale sia per lo scorso che per questo campionato!
Forse nessuno si ricorda che ha salvato la Juve da una sconfitta pesante in casa contro il Toro?
Per cortesia, Rimembrate!!!!
Poi ho visto un video che i miei visceri, vi giuro, sono attorcigliati come i batuffoli di lana.
"Higuaín ha reso poco in questa stagione"
Sanno solo bestemmiare!
Bestemmie gravi.
Li odio!
Dalla rabbia piango, Higuaín è strepitoso il miglior Goleador del mondo.

Fino Alla FineWhere stories live. Discover now