Capitolo 68

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-ma qui si sta troppo stretti- si lamentò cercando di allungare le gambe.
-vuoi lamentarti ancora?- lo ammonii per l'ultima volta, alla prossima gli avrei infilato un tappo in bocca.
-sto solo dicendo la verità- l'avevo costretto a prenotare in economy e il signorino sembrava sull'orlo del suicidio, troppo abituato a viaggiare in Aclass.
-la verità è utopia- gli dissi, somigliando alla professoressa Bassi di filosofia che ogni mercoledì per ben tre ore, ci rompeva il cazzo con tutte quelle infinite teorie e con tutti quelli che venivano dopo e le contraddicevano.
Che vita di merda la loro.
-che cos'è un utopaia?- mi chiese sbagliando le parole
-utopia. Comunque è qualcosa che rimarrà un sogno piuttosto che diventare realtà- mi guardò confuso
-Paulo Dybala alto un metro e ottantanove. Questa è un'utopia- risi per la sua faccia scocciata
-ha parlato Naomi Campbell- risi ancora più forte
-ma magari fossi abbronzata come lei- sapeva che non ero un tipo che mi offendessi anzi, mi piaceva un sacco ridere di me con gli altri.
Alla fine, ridere degli altri era troppo facile.
Si portò l'ennesimo nuovo paio di occhiali da sole sul naso e si strinse nel suo giubotto di jeans imbottito di lana di pecora, preciso identico a quello che stavo indossando anche io.
Mi aveva copiato lui, io questo ce lo avevo da quando andavo al quinto ginnasio e praticamente non era cosi alla moda, ora ce lo avevano cani e porci e quasi avevo preferito relegarlo dentro l'armadio ma a Torino faceva un freddo boia e scommettevo che in Svezia di certo non avrei trovato un sole chissà quanto cocente.
-mi stai ignorando?- lo disturbai mentre durante tutto il volo, con il cappuccio della felpa sulla testa e sopra di esso il solito cappello da fighetto, se ne stava in silenzio a guardarmi ogni tanto mentre osservavo le Alpi che si trovavano sotto di noi.
-ti sei seduta su un cactus?- effettivamente non ero rimasta ferma neppure un attimo e l'anziana signora che si trovava seduta a Paulo, si era addormentata nemmeno due minuti dopo essersi allacciata la cintura.
-stiamo andando in Svezia, cosa vuoi che faccia..piangere?- sorrise e mi baciò la fronte.
- te ves como un grillo loco- parlava lui che a volte sembrava affetto da imperattivismo.
-buongiorno signori, gradite qualcosa?- fummo distratti dalla giovane voce di un hostess dai capelli cosi rossi, che sembrava Goku la versione supersayan con i capelli che gli prendevano fuoco.
-vuoi qualcosa?- mi chiese ed io feci di no con la testa.
-no grazie- rispose per entrambi ma lei rimase ferma in quel piccolo pezzo del corridoio per parecchio tempo.
Se sperava che non mi fossi accorta di come guardava Paulo, beh si sbagliava di grosso.
Soffrivo di una leggera ipermetropia ma i neuroni mi funzionavano tutti e le mani ancora meglio.
Di proposito appoggiai la mia testa sulla spalla destra di Paulo e lui mi sorrise passando il suo braccio sinistro attorno al mio corpo a stringermi.
-tu non senti puzza di cane?- gli dissi e lui annusò l'aria per davvero ed io lo trovai dannatamente tenero.
Non era Mat e chiaramente non aveva colto il giusto senso della battuta.
-no, forse un po puzza di piedi. Te lo avevo detto di prendere i biglietti per la prima classe- gli pizzicai un fianco.
-stavo scherzando idiota. Io mi riferivo ad altro- mi guardò confuso
-altro in che senso?- mi chiese ed io alzai le spalle
-no, adesso me lo dici- non fece in tempo a finire la frase che quella ritornó a rivolgersi a noi.
-volete vedere qualche depliant? Vendiamo profumi a prezzi economici- la guardai senza esprimermi veramente.
-grazie- Paulo per gentilezza e per educazione afferrò i cartoncini e finse di dargli un'occhiata.
A casa sua aveva un'intera mensola stracolma di profumi e nessuno di essi era stato acquistato a prezzi economici.
-ce li hai tutti- gli dissi e lui mi sorrise e schiacciò un occhiolino.
-non ci sono quelli per donna?- gli chiese e la ragazza si piegò in avanti per afferare quelli che gli stava porgendo e consegnargli i nuovi.
Ma perche dovevo litigarmi per forza?
Che avevo fatto di male?!
-prego- gli disse e le sorrise sbattendo due o forse tre volte consecutive le palpebre.
-vuoi sulserio comprare un profumo femminile per una donna?- lui annui
-e per chi, sentiamo?- ora volevo proprio vedere che cosa mi avrebbe detto.
Sapeva che io utilizzavo uno,massimo due tipi si profumi e nessuno di essi era in lista.
Rise cinque secondi e aspettò che la tipa smettesse di guardarlo ostentatamente, poi si avvicinò al mio orecchio.
-per lei, non avevi detto che sentivi puzza di cane?- scoppiai a ridere svegliando addirittura la signora anziana che mi guardò malamente.
Paulo si scusò mortificato e mi trucidò con lo sguardo ma io, stavo asciugando le lacrime dai miei occhi.
-no guardi, non c'è nessun articolo che ci interessa- l'italiano fluente di Paulo,nonostante avesse una cadenza del tutto spagnola, le fece capire che non era interessato ne alle vivande, ne ai profumo, ne a nessun'altra cosa che avessero potuto vendere sull'aereo.
Quando si allontanò alla fila di seggiolini successivi, continuava a buttare lo sguardo verso Paulo ed io mi stavo innervosendo ma non volevo fare scenate assurde.
-puoi guardare me ed ignorala come faccio io?- mi accarezzò la mano che stringevo attorno al suo ginocchio.
-questa persona mi stressa- gli dissi
-solo se tu gli permetti di stressarti, se invece la ignori come faccio io non ci sarà alcun problema- la faceva facile lui ma tra noi donne era una questione di principio. Non dovevi allungare troppo l'occhio oltre quello che ti era consentito altrimenti all'altra si allungava la mano.
Era tutta una questione di equilibri.
-meglio che vada al bagno- gli dissi alzandomi ed infischiandomene della signora che ebbe il coraggio di lamentarsi.
Che cazzo voleva? Come ci arrivavo al bagno ,planando?
Chiusi la porta di quel striminzito posto e non respirai nemmeno perché sapevo che non vi avrei trovato chissà quale aroma delicato; evitai di toccare le superfici che mi stavano attorno ma semplicemente provai a rilassarmi.
Quando mi innervosivo erano due le cose: o mi mettevo a sbraitare come una persona del tutto fuori di se oppure reprimevo e finivo con il piangere silenziosamente.
Per colpa di quella stupida oca del cazzo non volevo fare ne una nell'altra cosa,anche se un pugno su quelle gengive da cavallo gliel'avrei tirato più che volentieri.
Bussarono alla porta e sospirai.
-occupato- dissi ma continuarono a bussare insistentemente
Se ero venuta in bagno nella speranza di rilassarmi, bene avevo fatto male i conti.
Aprii la porta incazzata pronta a vedere quale testa di cazzo stesse insistendo ma non feci in tempo a guardare che venni spinta ancora più dentro.
-che ci fai qui?- gli dissi sussurrando.
-vengo a vedere come sta la mia ragazza?- disse ovvio
-siamo nel bagno, e sto benissimo- gli risposi piccata anche se alla fine lui che colpa aveva?
-se vuoi vado a vedere come sta quell'altra- lo fulminai con lo sguardo e provai a superarlo
-mi lasci andare? Magari te la vado a chiamare io stessa- rise del mio tono scazzato e delle mie labbra serrate in una linea dura.
-che cazzo ridi?- ci mancava solo che mi prendesse per il culo adesso che mi sentivo come se un piccolo hulk si stesse materializzando dentro di me.
-sei proprio carina quando ti arrabbi- provò a baciarmi ma lo scansai
-stupenda proprio- gli risposi sarcastica ma lui mi strinse le labbra con la mano e vi poggiò un violento bacio sopra.
-a me piaci molto- quei pochi centimetri che aveva in più di me in altezza furono sufficienti a farmi avvertire qualcosa all'altezza del mio ventre.
Continuò a baciarmi con passione ed io glielo lasciai fare, lo volevo quanto lui , forse anche di più.
-girati- mi sussurrò nell'orecchio e feci come mi disse, finendo con lo sguardo rivolto verso quel piccolo specchio che sormontava il lavandino.
-non urlare, non voglio che nessun'altro a parte me ti senta- ecco, era questo quello che intendevo quando dissi che ci sapeva fare.
Mi faveva divampare come un fuoco di paglia.
Si appoggiò al mio corpo e il mio per riflesso si chinò sulla ceramica del lavandino e il bottone di metallo del mio jeans sembrò volermi perforare la carne.
Le sue mani alzarono la felpa rossa della nike che indossavo, finirono sul bottone e lo aprirono e poi raggiunsero il mio centro.
Mugulai dal piacere ma lui inclinò il mio collo per potermi baciare la bocca e arrestare i suoni sconnessi che sarebbero voluti uscire.
-shhs- mi disse guardandomi con gli occhi così liquidi e scuri che mi sembrò di essere finita all'inferno.
Le tirò fuori mentre io protestavo non contenta, poi fece qualcosa che mi lasciò senza fiato perchemi guardò per tutto il tempo da quel striminzito specchio che mi faceva sembrare improvvisamente come se fossi dentro al pallazzo di Versaille, le avvicino al suo volto e le portò alla sua bocca baciandone la pelle.
-mia- mi disse mentre io chiudevo gli occhi per non morire d'infarto.
In quello stanzino la percentuale d'ossigeno doveva essere sicuramente bassa perche mi senti come se potessi svenire da un momento all'altro.
Il mio corpo sembra totalmente assoggettato al suo e mi vedevo come un piccolo marshmallows su un falò.
Sentii la sua cintura che venne slacciata, il rumore della zip che venne calata giù e poi le sue mani si portarono prima sugli anelli del mio jeans per tirarli leggermente in giù e poi a spostare le mie mutandine.
-ti amo- mi disse mentre avvertito la sua presenza in me, mentre la sua pelle a momenti si fondeva con la mia e mentre avvertii la più grande delle verità.
Mi piaceva dannatamente troppo e probabilmente sarei finita all'inferno per questo.
Furono stoccate veloci ed intense,cosi intense che non durammo molto e per ogni volta che le mie orecchie avvertirono l'eco sordo dei suoi fianchi che si scrotravano con i miei, ogni singolo neurone si spegneva lasciandomi piano piano in un grande black out.
I miei occhi erano serrati tra loro mentre il suo petto era adeso alla mia schiena e il suo respiro si infrageva come vento prima sul collo e poi sulle mie orecchie.
Istintivamente strinsi le cosce tra loro, nel tentativo di trattenere le urla perche  sentivo che stavo per esplodere ma quello fu troppo per lui che sospirò finalmente soddisfatto.
-Dio- riuscii a dire dopo pochi minuti.
Ebbi il coraggio di guardarlo dallo specchio mentre il suo volto era rilassato e sempre tremendamente sexy.
Mi aiutò a portar su i pantaloni e mi baciò delicatamente, in perfetta antitesi con l'uomo con cui avevo appena avuto la miglior sveltina di tutta la mia ancora giovane vita.
-stai meglio?- mi disse ed io annui ancora a corto di parole.
-forse il mio grillo pazzo e canterino si addormenterà?- gli sorrisi e lui mi accarezzò il volto.
-ti ho proprio sfinita eh?- lo disse con una punta di soddisfazione ed io riuscii solamente a pensare quanto realmente fossi fottutamente innamorata di lui.

Fino Alla FineNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ