Capitolo 69

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-Gwen, svegliati c'è un orso- mi strattonò e mi svegliai di soprassalto
-c'è un orso- mi disse emozionato mentre mi indicava un punto nel buio dalla finestra.
Gattonai evitando di fare rumore e guardai fuori cercando di individualizzarlo; aveva ragione quello era un orso.
-possiamo fare delle foto?- annuii anche se il flash lo avrebbe spaventato ed allontanato.
-guadiamolo un altro pochino e poi puoi fargli tutte le foto che vuoi- annui contento e si appese al collo la canon con un obiettivo cosi grande che sembrava uno di quei fotografi a bordo campo durante le partite.
Non chiedetemi nemmeno perché avesse speso tutti quei soldi per un obiettivo del genere, semplicemente era tornato a casa con una scatola enorme, dalle stesse dimensioni del suo sorriso e un portafoglio meno pesante, molto meno pesante.
-perché sta leccando l'albero?- mi chiese curioso
-perché cosi ha una strada da seguire e saprà di essere passato già cui- gli spiegai
-come quando Abba ha riempito tutta la casa di pipì?- non esattamente
-insomma, quello è perché tu non portavi il tuo cane a fare i bisogni fuori- rise
-il cane è di mia mamma- certo certo
Quando scattò la prima foto, il flash attirò l'orso che girò il volto verso di lui e si alzò su due zampe.
Era alto e grosso come..come un tipico orso bruno e l'adrenalina mi metteva ansia e eccitazione allo stesso momento.
-si sta avvicinando- gli dissi mentre osservavo e sentivo i passi pesanti dell'animale.
Quasi raggiunse i piedi dell'albero ed io non fui mai più cosi contenta di trovarmi ad almeno quattro metri da terra e al sicuro.
-secondo me vuole mangiarci- anche secondo me
-non abbiamo una merendina da lanciargli?- lo guardai per cercare di capire se fosse serio.
Da quanto in qua gli orsi bruni mangiavano le girelle?
-l'unica merendina che gli piacerebbe saresti tu- mi fece il gestaccio dell'ombrello
-col cazzo. Può morire di fame- risi a crepapelle di lui e del suo modo di fare.
-vuoi rimanere vedova così velocemente?- mi chiese
-io sono già una vedova nera- mossi le dita delle mani ad imitare stupidamente quel ragnaccio peloso e super schifoso
-posso sperare solo che i nostri figli prendano da me, altrimenti siamo messi bene- gli diedi uno scalpellotto dietro la nuca
-aiha- mi disse lamentandosi
-cosi impari a prendermi in giro- misi le braccia conserte e lui mi baciò il broncio.
L'orso era passato in secondo forse anche terzo quarto o addirittura quinto piano.
Fare sesso su una casa di legno in mezzo alla natura dopo due giorni senza doccia non era decisamente il massimo ma, in quel momento era la cosa che volevamo entrambi.
-non fare rumore, c'è l'orso e protrebbe sentirci- mi guardò per qualche istante
-che c'è, dico davvero- rise di me ed io lo accompagnai
-mentre io sto cosi tu pensi al fatto che l'orso possa sentirci? Non mi hanno fermato duecento persone su un aereo, mi deve fermare un orso?- arrossì violentemente al ricordo.
-sei di una delicatezza che mi lascia di stucco ogni volta- gli dissi mentre nonostante il freddo assurdo, le mie gambe nude e le mie spalle nude stavamo ferme nell'attesa che riuscisse a sfilarsi i pantaloni.
-questo non mi sembra un momento delicato- afferrò una mano e la portò sui lacci super annodati del suo pantalone.
-ti sembra delicato?- no, quello che avvertivo non era delicato.
-ma che cavolo hai fatto, avevi paura te lo rubassero?- quanti diamine di nodi aveva fatto. Nemmeno se avessi frequantato dieci anni in marina sarei stata capace a fare e disfare nodi del genere.
-mi stava congelando e cosi l'ho messo al caldo- risi per le sue assurde teorie
-caro mio, così l'hai messo in gabbia per davvero- da dove mi venisse tutta quella sfacciataggine non lo sapevo ma con lui d'altronde mi trasformavo come se fossi un camaleonte.
-potresti aiutarmi al posto di continuare a parlare e tenere le mani lì come se niente fosse?- risi ed annui
-Dybala, non ci daremo mai al sadomaso perché per slegarmi ti servirebbero i vigili del fuoco- scoppió a ridere e dopo mi baciò
-nuda di notte al freddo in mezzo ad un bosco nella Svezia con un orso bruno nei paraggi e tu ti fai venire in mente delle battute assurde- mi guardò nel buio mentre io cercavo ancora ci snodare quei pantaloni
-sembrava un testo di una canzone di Cremonini- ridacchiai e sciolsi anche l'ultimo noto spostando l'elastico dei pantaloni dalla sua pelle.
-brava amore- mi elgió mentre con i palmi delle mani mi adagiava sul sacco a pelo.
-dovremmo stilare un elenco dei posti in cui vorremmo fare l'amore, sarebbe carino come hobby- si, come collezionare le figurine dei pokemon
-ti vuoi dare una mossa? Fa freddo- mi lamentai mentre mi baciò la zona vicino l'ombelico facendomi ammutolire all'istante.
Per un breve istante mi venne in mente il mio migliore amico del tutto ignaro che stessi facendo una roba simile, a quattro metri da terra e con un possibile animale carnivoro ancora mei paraggi.
Non ci avrebbe creduto nemmeno se mi fossi fatta il video.
I miei pensieri furono spazzati via dalla bocca di Paulo e dalle mie mani che si strinsero potentemente nei suoi capelli.
Nonostante il buio i suoi occhi ed i miei si cercarono per trovarsi e perdersi insieme, perché insieme tutto aveva un sapore migliore.

Fino Alla FineWhere stories live. Discover now