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Taehyung seguì Jungkook fuori dall'edificio.

«Bene, molto bene» aveva detto Yoongi con un sorriso stampato in viso. Poi, aveva dimesso tutti.

Ed ora, il castano camminava dietro il moro, il quale era silenzioso e con un'espressione chiaramente di irritazione in viso.

Taehyung sospirò, mettendo le sue mani nelle tasche dei pantaloni, ma rimanendo determinato nella sua scelta.

«Perché l'hai fatto?» parlò il moro, rimanendogli di spalle a poca distanza davanti a lui.

Taehyung corrugò un sopracciglio confuso, cosa che però il moro non poté vedere ovviamente, ma rimase in silenzio. Solo allora Jungkook continuò.

«Perché hai accettato di entrare in questo mondo?» il moro si girò, guardando fisso negli occhi dell'altro.

«Perché mi andava» parlò Taehyung, non curandosi di come il moro strinse i pugni davanti a sé «E poi, avrei avuto altra scelta?»

«C'è sempre un'altra scelta»

«Ah sì? E quale sarebbe stata? Farmi ammazzare perché tu sei stato in silenzio tutto il tempo?» alzò leggermente il tono di voce il castano.

«Yoongi è pur sempre il mio capo Taehyung. Forse non ti rendi conto-»

«E io che cosa sarei allora? Qualcuno da mandare direttamente all'altro mondo?» lo interruppe.

«Nessuno, Taehyung. Tu non sei nessuno per me»

Il castano aprì la bocca dallo stupore, un po' ferito e un po' per controbattere, ma la richiuse non appena il moro continuò.

«Ed ora, sarai anche una palla al piede nel mio lavoro. Sono stanco di fare il babysitter»

Taehyung digrignò i denti e strinse i pugni finché le sue nocche non diventarono bianche.

«Babysitter? Fino a prova contraria sei stato tu a tenermi segregato nel tuo appartamento per preservare la mia incolumità» urlò il castano, chiaramente ferito.

Jungkook accennò una risata.
«La tua incolumità? Taehyung, non c'è niente di più importante per me che Yoongi hyung e Stigma. Tutto quello che faccio è per loro» spiegò calmo il moro «Non montarti la testa, quello che ho fatto è stato per preservare Stigma, e si è dato il caso che per proteggerla, avrei dovuto proteggere anche te»

Al finire di quella frase, Taehyung pensò che mai come in quel momento avrebbe voluto colpire una persona in pieno viso. Ma si trattenne, prendendo un respiro profondo. Quindi era questo che fin dall'inizio aveva pensato Jungkook? Non che si fosse fatto film mentali, ma il castano ci aveva sperato, almeno un pochino, che il moro si fosse preoccupato per lui.

«Quindi è per questo? Bene, dal momento in cui ho deciso di entrare in Stigma e diventare come te, un criminale, me ne torno a casa» parlò pungente Taehyung e giurò di aver visto il viso di Jungkook scurirsi. Poi gli passò accanto, ignorandolo.

Arrivò a casa sua in non molto tempo e quando fu all'interno della sua stanza, prese un gran sospiro, lasciandosi cadere a peso morto sul letto.

In cosa si stava cacciando, neanche lui era sicuro.

———

«Taehyung!» si sentì chiamare la mattina dopo e, voltando lo sguardo, trovò Jimin che camminava verso di lui.

«Chim!» salutò con la mano, finché il suo migliore amico non lo affiancò.

«Sei tornato finalmente! Com'è andato il matrimonio di tua sorella?»

S T I G M A ; taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora