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Quella mattina Taehyung entrò in università con un sorriso stampato sulla faccia. Era più felice e sereno del solito.

E la colpa, o meglio, il merito, non poteva che essere di un certo Jeon.

Ultimamente, Taehyung aveva notato come le cose tra lui e Jungkook fossero cambiate lentamente, come si stavano trasformando in qualcosa di più. Tutti quei baci, quegli sguardi e quei sorrisi che un tempo non c'erano, adesso erano sempre più frequenti. E il castano, non poteva che esserne felice. Perché ormai, aveva già da tempo ammesso al suo cuore di provare qualcosa di più per Jungkook della sola attrazione fisica. Il moro gli piaceva, eccome se gli piaceva. E il castano sperava che ormai l'avesse capito, o si sarebbe confessato, prima o poi.

La giornata universitaria passò in fretta, meno pesante del solito quel giorno, forse proprio per il buonumore del castano.

Scrutò una chioma arancione nel corridoio e a passo veloce, la raggiunse.

«Hey Chim!» chiamò, e il ragazzo si girò lentamente.

«Tae!» sorrise Jimin, salutando l'amico, prima di affiancarlo e camminare al suo passo.

Il ragazzo aveva ancora in mente la storia raccontatagli da Taehyung, aveva mille pensieri che gli fluttuavano per la testa e un senso di vendetta dentro di sè, ma sapeva che il castano non ne aveva colpe. Taehyung era al corrente della situazione familiare di Jimin, ma di certo non sapeva nè il nome della compagnia nè tantomeno che Jeon Jungkook fosse la causa di quegli eventi. Ed era per questo che Jimin aveva deciso di non dire niente all'amico o per lo meno di sopprimere quei rancori, mascherando il broncio con un sorriso, davanti al castano.

«Quest'università diventa sempre più impegnativa» sospirò Taehyung, scrollando la testa.

«Già» ridacchiò l'altro.

I due raggiunsero l'uscita dell'università, conversando del più e del meno, quasi a ricordare i vecchi tempi.

Quando uscirono dall'edificio, Taehyung vide una macchina parcheggiata davanti ad esso, una macchina piuttosto familiare ai suoi occhi. Una BMW nero metallizzato.

Appoggiato ad essa, con un paio di pantaloni neri ed una camicia bianca con i primi bottoni sbottonati e le maniche arrotolate fino ai gomiti, c'era Jungkook.

Il moro si ergeva lì, in tutta la sua bellezza e, quando gli occhi dei due si fissarono, Jungkook sorrise, prima di alzarsi e iniziare a camminare verso i due.

Un'improvvisa contentezza avvolse Taehyung, i quali occhi brillarono a quella vista. Al contrario, Jimin al suo fianco si immobilizzò improvvisamente, mentre lo sguardo diventava sempre più scuro, bruciando negli occhi di quel ragazzo di fronte a sè, che sorrideva quasi a sfidarlo. E, tutti i suoi buoni propositi si infransero in un batter d'occhio.

Taehyung fece un passo verso Jungkook, quasi incantato, ma l'amico al suo fianco schizzò di corsa, sorpassando il castano e avventandosi contro il moro.

E prima che Taehyung potesse capire cosa stesse succedendo, Jimin sferrò un pugno sulla guancia di Jungkook, facendolo voltare completamente, preso alla sprovvista. Un urlo strozzato lasciò la bocca di Taehyung, il quale si portò una mano davanti alle labbra.

Jimin fece per colpirlo di nuovo, ma questa volta, preparato, Jungkook bloccò il polso del ragazzo dalla chioma arancione, stringendolo e mandandogli un'occhiataccia minacciosa.

I suoi occhi però, si scontrarono con un altro paio, ancor più minacciosi e rabbiosi, e il moro corrugò le sopracciglia a vedere il ragazzo dai capelli arancioni così.

Jimin liberò la presa dalla mano di Jungkook, prendendo il moro per il colletto e, nonostante la differenza di altezza tra i due, lo tirò a sè.

«Tu» ruggì Jimin «È tutta colpa tua!»

S T I G M A ; taekookNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ