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La porta di quella grande stanza che sembrava uno studio si aprì e un uomo dai capelli scuri vi entrò, mettendosi di fronte ad un altro, il quale era comodamente seduto su una poltrona color rosso magenta, gambe incrociate e un gatto sulle sue ginocchia.

«Boss» parlò l'uomo e l'altro, di età più avanzata, alzò lo sguardo.

«Avete portato quello che avevo chiesto?» chiese il maggiore, continuando ad accarezzare il felino persiano dal pelo lungo e grigio scuro sul suo grembo.

«Sì» annuì l'uomo in piedi e vide sul viso del suo boss farsi largo un sorriso compiaciuto.

«Perfetto. Va' di là. Tra qualche minuto ti raggiungerò io» ordinò il boss, facendo cenno con la mano e il moro fece un inchino, prima di girarsi e uscire dalla stanza.

***

In quello stesso edificio, in una stanza completamente bianca e dalle luci soffuse, Taehyung giaceva immobile sul pavimento, seduto contro la parete, con i polsi legati e ancora incosciente.

Le palpebre chiuse nascoste da una benda che gli copriva gli occhi, la bocca leggermente schiusa e il petto che faceva su e giù a ritmo continuo avrebbero fatto pensare a chiunque che il castano stesse beatamente dormendo nel comfort del suo letto.

Nella stessa stanza, a fargli da guardia, c'era un altro uomo, più grande di età, quasi del tutto privo di capelli ma con un pizzetto ad adornare il suo mento.

L'uomo era lì da un po' ormai, annoiato, perché era chiaro che il castano non si sarebbe svegliato di lì a poco, né tantomeno avrebbe avuto qualche passatempo in quel momento.

L'uomo si girò verso Taehyung che ancora era privo di sensi. Si leccò le labbra perché, diamine, mai nella sua vita aveva visto un individuo tanto bello, forse persino più bello del suo superiore.

Fece un passo verso Taehyung, accovacciandosi davanti al suo viso, per osservare meglio i suoi lineamenti. Il neo sul naso, la pelle liscia, le labbra soffici e leggermente schiuse.

Abbassò lo sguardo, notando come i  primi bottoni della maglia che indossava erano aperti, lasciando intravedere una parte di petto.

Senza pensarci, l'uomo allungò una mano, per cercare di vedere meglio, sbottonare più bottoni, insomma, approfittare di quella situazione.

La mano raggiunse quasi il petto di Taehyung, ma qualcosa colpì l'uomo alle spalle, facendolo cadere di faccia a terra, fortunatamente non contro Taehyung.

«Non osare sfiorarlo con le tue luride mani» parlò il moro, tenendo ancora alzata la gamba che aveva usato per sferrare un calcio alla spalla dell'altro.

L'uomo per terra fece cenno di sì con la testa, spaventato da quella che sarebbe potuta essere la sua sorte.

«Ed ora sparisci» ordinò il moro e l'altro non se lo fece dire due volte, alzandosi e filando via, lasciando i due in quella stanza.

Una volta soli, l'attenzione dell'uomo ricadde su Taehyung, ignaro di tutto ciò che stava accadendo.

Il moro si avvicinò a lui, accovacciandosi per mettersi alla sua altezza, prima di posare una mano sulla sua guancia e accarezzargliela quasi con dolcezza.

Poi, con movimenti lenti e calmi, si avvicinò ancora, posando le sue labbra sulla bocca schiusa di Taehyung e lasciandole lì per qualche secondo, in un bacio a senso unico.

Quando il moro sentì il castano rilasciare un mugolio, per avvisarlo che ormai era in procinto di svegliarsi, distaccò le sue labbra da quelle dell'altro, rialzandosi in piedi.

S T I G M A ; taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora