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«Un tempo avevo un migliore amico. Il suo nome era Jung Hoseok»

Yoongi iniziò a parlare, mentre Jimin di fronte a lui, all'interno della cella, rimase immobile, pronto ad ascoltarlo.

«Lui... Era molto diverso da me. Lui era vivace, solare, amichevole, gentile... Era esattamente come il sole, portava luce ovunque egli andasse. Ed io sono sempre stato quello silenzioso e scorbutico. Era molto diverso da me.
All'epoca, facevamo parte di un'altra gang. Il suo nome è Red Blood. Eravamo due semplici membri, niente di speciale, eravamo dei ragazzini, in fondo.
Ci eravamo trovati in quell'ambiente per puro caso. Si sa, quando inizi a frequentare cattivi posti, una cosa tira l'altra, conosci persone che non dovresti e ti trovi nei guai. Io non ero d'accordo con quella vita. Soprattutto per Hoseok. Lui era troppo buono d'animo per stare lì in mezzo. Eppure, lui sembrava ogni volta così entusiasta di far parte di una gang mafiosa»

Yoongi sorrise leggermente a quel ricordo, e lo sguardo di Jimin si posò sulle labbra del boss, che si erano teneramente incurvate all'insù.

«All'inizio non era male, in fin dei conti facevamo dei lavoretti da nulla, neanche pericolosi. Ma poi, quando ti trovi nell'ultimo casello di una società gerarchizzata quale è Red Blood, inizi ad avere aspirazioni. Ad ambire al potere. E con il potere, viene anche il pericolo.
Il boss di Red Blood ci prese in simpatia, iniziando a farci fare lavori più seri e pericolosi. Eravamo un duo, non fallivamo mai una missione. E la cosa migliore, era che nessuno dei due era cambiato. Nè tantomeno il nostro rapporto. Eravamo sempre i migliori amici di sempre, lui sempre così sorridente e positivo, e io sempre quieto e riservato. Finchè un giorno...

«Spara» parlò piano il boss di Red Blood, facendo spalancare gli occhi al ragazzo dalla chioma argentata.

«N-non posso» controbattè Yoongi, tenendo ancora puntata la pistola.

Davanti a loro, Hoseok era intrappolato nelle grinfie di un uomo, che lo teneva davanti al proprio corpo come scudo, immobile e indifeso, mentre gli puntava una pistola alla tempia.

«Se volete avere salva la vita del vostro amico, fossi in voi non sparerei» minacciò l'uomo che aveva Hoseok tra le braccia.

Il panico totale stava pian piano mangiando vivo il ragazzo dalla chioma argentea, il quale sentiva di trovarsi ad un bivio.

Da un lato, c'era il suo migliore amico, dall'altro, c'era il suo boss.

Ascoltare gli ordini del capo o buttare via l'arma e tentare di salvare il suo migliore amico?

«Non posso, non posso» scosse la testa il ragazzo, guadagnandosi un'occhiata severa dal suo boss.

Tutto intorno a lui stava iniziando a diventare a pallini bianchi, non riusciva a sentire più nulla, l'attacco di panico che stava avendo al momento lo stava facendo andare fuori di testa.

«Yoongi!» sentì una voce squillante chiamarlo, facedolo uscire da quello stato «Spara! Non preoccuparti per me! Fa come dice il capo. Io me la caverò! Mi soccorrerete dopo e torneremo insieme a Red Blood» annunciò Hoseok «È una promessa»

«Hoseok, io-»

«Muoviti, sparagli!» Yoongi fu interrotto dalla voce del suo capo, che gli ordinò ancora una volta di sparare al suo migliore amico.

Ma lui, aveva già preso una scelta. Non avrebbe per nessun motivo, ferito Hoseok.

Il ragazzo scosse la testa ancora, voltandosi verso il boss.

«Io non-»

Ma poi, qualcosa premette al posto suo sul grilletto, e un colpo partì, perforando il torace di Hoseok e di quello dell'uomo alle sue spalle.

S T I G M A ; taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora