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Taehyung si fermò davanti all'insegna a neon che illuminava appena tutto intorno al locale: Peaches&Cream diceva l'insegna, in luci blu e rosse. Taehyung prese un gran respiro, poi entrò.

Era la prima volta che il castano entrava in un locale a luci rosse e, probabilmente, non ci sarebbe mai più entrato. Non era proprio il migliore dei posti, insomma.

Il locale non era molto spazioso, le luci erano fioche e tendenti al viola-blu, il fumo presente all'interno del locale rendeva tutto molto più irriconoscibile. Taehyung sapeva che non sarebbe stato facile trovare l'uomo. A un lato della stanza, c'era una specie di palco rialzato, dove ballerini in nient'altro che mutande sottilissime, si esibivano, volteggiando intorno a dei pali, sotto gli occhi della gente che esultava e fischiava.

Il locale era inondato di uomini, trattandosi appunto di un gay bar, e quando il moro passò, molti occhi lo puntarono. In effetti, visto il tipo di locale in cui si trovava, la maggior parte degli uomini lì presenti erano adulti e perversi, in cerca di una scopata facile o semplicemente amanti di giovani ragazzini che si strusciavano su dei pali d'acciaio. E ovviamente Taehyung, che era ancora nel fiore dei suoi anni, senza contare la sua immensa bellezza, aveva attirato subito gli occhi di tutti su di sè.

Il castano però, cercò di ignorare ciò che lo circondava, focalizzandosi nel trovare il suo bersaglio. Era il fine settimana ed erano passati alcuni giorni da quando Taehyung aveva parlato con Yoongi. Il boss gli aveva fatto recapitare, tramite Seokjin, tutti i dettagli della missione, l'orario esatto in cui sarebbero arrivati i rinforzi, la foto dell'uomo che avrebbe dovuto incastrare e dove l'avrebbe dovuto portare. Han Donghyun era il suo nome, un uomo trasandato e con la barba incolta, i capelli brizzolati e, dalla foto datagli, sembrava avesse il doppio dei suoi anni.

Taehyung iniziò a guardarsi intorno, ignorando gli "hey" ricevuti per attirare la sua attenzione, o le mani che gli sfioravano il corpo. Si avvicinò al bancone del bar, guardando tra gli uomini seduti, ma niente. Cercò di guardare tra la folla di uomini che ballava, non riuscendo a scorgere nessuno che assomigliasse lontanamente a questo Han Donghyun. Solo quando finalmente decise di farsi strada tra la folla di uomini sotto il palco, scorse il viso dell'uomo nella foto. Era alto più o meno quanto Taehyung e molto più robusto di lui. Poteva scorgere l'inchiostro di un tatuaggio sulla parte superiore del braccio dell'uomo, nonostante la luce fioca, mentre i suoi occhi erano fissi con desiderio e malizia su un ballerino che vorticosamente si muoveva sul palco.

Taehyung deglutì, avvicinandosi con più disinvoltura possibile, prima di entrare in azione. Flirtare non era mai stato un problema per lui.

«Bravo, non è vero?» parlò, o meglio, urlò da sopra la musica, cercando di attirare l'attenzione dell'uomo, il quale però non si smosse neanche per un momento, totalmente assorto dall'esibizione.

«Certo che però, io saprei fare di meglio» disse il castano e solo allora l'uomo lo degnò di uno sguardo, piuttosto annoiato, pronto a dirgli quattro parole. Però, non appena gli occhi di Donghyun si posarono su Taehyung, la sua espressione passò da annoiata a interessata.

«Tu dici?» chiese l'uomo, squadrando Taehyung dall'alto al basso, leccandosi le labbra, mentre il castano trattenne la nausea che sentì salirgli in gola, mantenendo sul proprio viso un sorriso provocatorio.

«Te lo assicuro» continuò il più giovane. L'altro sorrise maliziosamente.

«Come ti chiami?» chiese Donghyun e il castano rimase per un momento in silenzio, non sapendo se dirgli effettivamente il suo nome o trovare un soprannome.

«V» rispose subito Taehyung, decidendo di optare per la seconda opzione. «È il nome con cui tutti mi chiamano quando passano da me» disse, inventandosi la storia sul momento.

S T I G M A ; taekookWhere stories live. Discover now