Capitolo 19

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L'acqua é rilassante. Mi libera da ogni pensiero negativo.

So che Harry non ha messo il preservativo ma penso che non sia successo niente. Credo..

Spengo l'acqua ed esco dal bagno con un accappatoio intorno al corpo.

Prendo l'assorbente sopra il lavandino e lo attacco alle mie mutandine.

So che mi viene domani, ma é meglio che lo metto ora, sennó avrei da pulire sia le lenzula che le mutande. Un peso in piú.

Esco dal bagno con addosso solo l'intimo.

Harry é disteso sul letto. Si gira verso di me e spalanca gli occhi.

"Porca puttana Emm." Dice mettendosi seduto, "Vieni qui." si sposta e dice picchiettando il letto con la mano per farmi sedere sul letto insieme a lui.

Si leva la maglietta e me la dá, "Grazie." Dico infilandomela. Mi siedo sul letto insieme ad Harry.

"Quando andremo a..trovare mia madre?" Dice guardandomi. Ha i capelli incasinati, ed io gli passo una mano per sistemarli. "Riccioluto." Dico ridendo. Harry ha davvero tanti capelli ricci e un po' lunghi. Se li dovrebbe tagliare, ma cosí sono comunque belli. "Che ne dici di questo fine settimana?" Gli dico. So che c'é la festa da Louis, ma Harry é piu importanti di una festa insensata che poi fatta ogni sabato sera.

Se manchiamo per una volta non succederá niente.

"Okay." Dice portando una mano sul mio fianco facendomi attirare di piú a lui. "Ti amo." Dico, é strano molto strano che Harry sia daccordo con tutte le cose che voglio fare.

Sorride e si avvicina a me per un bacio.

--

La settimana é passata velocemente, oggi dovremmo andare a Manchester per trovare la mamma di Harry.

Negli ultimi giorni mi sono informata molto bene e Anne dovrebbe vivere ancora in quella casa dove un tempo ci abitava Harry.

Sono in pena per lui, ha dovuto passare un infanzia tremendamente brutta. Credo che il rincontro con sua madre porterá a dei buoni rapporti? Si.

Scendiamo di casa e andiamo verso la macchina. Non abbiamo nessuna valigia a portata di mano, tanto dovremmo restare per poche ore li.

Harry mi apre lo sportello della macchina. "Grazie." Gli dico.

Lui si limita a rispondere ed entra nel posto del guidatore accanto a me.

Harry oggi non é di tante parole. Lo vedo agitato, insicuro di se. "Andrá tutto bene, Harry." Porto una mano sulla sua coscia e gliela massaggio per tranquillizarlo.

"E se non mi accettano piú? Se nemmeno mi riconosceranno? E se-" Lo interrompo. "Niente se. Harry, ti accoglieranno a braccia aperte. Infondo é sempre tua madre." Dico e in qualche modo lo calmo.

Harry mi ha raccontato altre cose di quando era piccolo. Per esempio, quando lui ritornava a casa di notte ubriaco menava sua sorella e distuggeva le cose. Andava a rubare nei negozi e a volte provava a farsi una canna con i suoi "amici".

Fumava anche ma il vizio l'ha perso poco dopo che mi ha conosciuto.

La macchina é un po' fredda. Beh siamo agli inizi di dicembre. "Hai freddo?" Dice guardandomi e poi riportando gli occhi sulla strada. "Si un po'." Dico e lui alza il riscaldatore.

In pochi secondi la macchina si fá piú calda.

Certi pensieri si presentano nella mia mente. Il giorno dopo della notte con Harry credevo che le mestruazioni sarebbero arrivate il giorno dopo. Ma niente, tutt'ora non ce le ho più. Credo sia un ritardo, mi succede sempre.

Dovrebbero venirmi in uno - due giorni.

Il viaggio é abbasstanza lungo, Harry ha acceso la radio. Ha le mani sul volante, le nocche bianche. Lo vedo ancora agitato. "Adesso dove siamo?" Dico per distrarlo. "Siamo quasi arrivati." Dice. Una voce dice alla radio "E adesso trasmettiamo l'ultima canzone, via con i Coldplay." Dice l'uomo alla radio e passa una musichetta prima che la canzone inizi.

É la mia preferita. Inizio a canticchiarla prima piú piena e adesso sto allo stesso volume della radio. Harry sta sorridendo e la canta anche lui. Credo che anche a lui piacciono.

Credo no. Sono sicura.

"Ci siamo." Dice svoltando a destra con la macchina e parcheggiando in un vialetto con davanti una piccola casetta.

Harry me ne aveva parlato. Stavano in una piccola casa ma abbastanza grande per loro 3.

Al confronto della casa di Harry é molto piú grande la sua che quella di Anne.

Spengne la macchina e usciamo. Harry é fermo sui suoi piedi che sta guardando la casa.

POV'S HARRY

Questa fottuta casa. Mi fa schifo solo a vederla. Vorrei ritornare indietro, scappare via da qui, ma io lo sto facendo per lei, per Emma e per me? Si penso.

Emma si avvicina a me e mi sussurra "Andrá tutto bene, andiamo." Mi prende per la mano e ci avviciniamo lentamente alla porta.

Ho le mani fredde e tremolanti, il cuore a mille e la paura. Paura di non piacere. Paura di quello che diranno. Paura di entrare in casa. Paura di tutti. Paura di questo posto, di tutto.

Non sono ancora pronto di rivedere mia madre e tutta la mia 'vita' vissuta in queste quattro mura di merda.

Arriviamo alla porta di legno. Sotto di noi c'é un tappetino color verde smeraldo con rimarcato un piccolo gattino seduto.

Ai lati dei due muri ci sono dei grandi vasi contenenti piante secche dato il freddo. Fottuta casa.

Sulla porta c'é scritto con una incisione: 'Fam. Styles.'

E sotto della scritta c'é un: 'Benvenuti'.

Ricordo questa scritta, é stata scritta quando sono nato. Tutt'ora c'é.

"Vado?" Emma dice mettendo un dito al campanello. Faccio un respiro profondo e annuisco.

Emma suona alla porta. Il campanello fá un rumore alquanto forte e disgustoso.

Ricordo che da piccolo giocavo a fare gli scherzi citofonici in questa casa. Suonavo cosí forte e poi correvo nel retro della casa.

Ma una volta sono stato picchiato da mio padre. Era ubriaco, stanco dei miei scherzi cosí mentre stavo suonando di nuovo mi prese dal colletto della maglietta e mi diede uno schiaffo.

Schifoso maledetto. Basta ricordare potrei vomitare su questo fottuto tappetino da 4 soldi.

Vedo la maniglia calarsi. La porta si apre. Chiudo gli occhi per un momento e li riapro.

I'm YoursWhere stories live. Discover now