Capitolo 62

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POV'S EMMA

Perché sono così stupida? Sono sempre io quella che deve perdonare. Tutti. Lo sapevo.

Harry é rimasto tale e quale a pochi anni fa. Fanculo. Fanculo a tutti.

Non ne voglio sapere più niente. Niente. Mi ha solo tradita. Lo sapevo, sapevo che lui andava da Steph. Era così fottutamente ovvio.

Non é cambiato, e non cambierà ne ora ne mai. Sono stufa. Stufa di tutto. Voglio solo scappare da qua, ma tanto so che non volendo saró tra le braccia di Harry, perché tanto,  lui fa gli sbagli e io lo perdono. É sempre stato fottutamente così.

Non so dove cazzo andare. Sto camminando da circa un quarto d'ora senza nessuna meta. Ho freddo e la testa mi scoppia. Il cuore freddo, ha pezzi, e profondo dolore. Dolore che in qualche modo ci doveva essere.

Pensavo che Harry fosse cambiato. Che il passato era passato, nel vero senso della parola; ma niente. Come vedi é tornato al presente. Harry vive nel passato ma lo chiama presente. Sono una cogliona. Lo amo, questo é ovvio, ma mi ha tradita. Ferita e ingannata? Si ingannata é la parola giusta. Mi aveva detto che era cambiato ma non é vero. Harry non é mai cambiato. É rimasto tale e quale. Beh infondo non é colpa sua, la colpa é stata anche dei suoi genitori, che non gli hanno potuto dare l'insegnamento e l'educazione. Al contrario mio.

Le mie lacrime si asciugano velocemente  dal freddo che fa. Sento i brividi su tutto il corpo.

Ci mancava solo questa. La pioggia. Inizio a correre in cerca di riparo.

La pioggia cade a terra provocando un leggero rumore. Il mio cuore adesso é come la pioggia. Vorrebbe piangere, diluviare per poi smettere e arrivare al buon tempo. Magari.

Sento il telefono squillare.

É Harry, ignoro la chiamata e spengo il telefono. Non lo voglio sentire più.

Smette di piovere. Almeno un po' di fortuna la ho.

Cammino verso la strada, trovando davanti a me un palazzo. Oddio.

Mi ricordo perfettamente di questo palazzo. C'ero stata con mio padre e mia sorella quando ancora lei era sul passeggino..

La porta è aperta e io mi ritrovo sulle scale. Questo palazzo non é un vero e proprio palazzo. Ha solo le scale e una porta dove ti ritrovi sul balcone dove puoi vedere tutto.

Tiro giù la maniglia e mi ritrovo sul grande balcone. Ero felicissima quando la prima volta ci ero stata. Era estate, e c'era il tramonto. Mio padre mi fece sedere sopra di lui e mi faceva guardare il cielo, che piano piano si ricopriva di stelle.

Imparai il nome di varie stelle e Amy  era felicissima e molto entusiasta. Rideva così tanto e i suoi occhi luccivano.

Era coì bella quando rideva, il suo sorriso contagiava a tutti. Era bellissima. Non ci posso credere che adesso non é più qui. Con me. A ridere e scherzare. Non ci posso credere che adesso é lassù, circondata da angeli, come lei. Chissà se mi starà pensando. Che starà facendo e come sta? Mi disse una volta che lei, se i nostri si fossero lasciati, lei rimaneva sempre con me, nel bene o nel male. Lei rimaneva sempre con me. Anche nelle brutte circostante. Ci facevamo forza e andavamo avanti. Ma questa forza pultroppo si spense. Il suo sorriso si spense. Il suo cuore. Lei.

Non mi accorgo che il mio viso é pieno di lacrime. Che sto urlando. Che mi manca. Che voglio morire. Voglio tornare da lei.

La mia vista e affannata. Sto barcollando, la testa mi sta fottutamente girando. Un po' troppo per i miei gusti. Arrivo sul cornicione del balcone, credo. Non so cosa sia ma davanti a me c'é in niente. Un vuoto totale. Non capisco dove e su cosa sono sopra.

La mia testa gira e certe voci e risate girano e parlano nella mia mente.

I miei occhi si fermano. Una figura bianca mi appare davanti a me.

"Emma." Dice questa voce. Non la riesco a vedere bene dato che i miei occhi vedono poco.

"Emma sono io Amy." Dice e adesso vedo bene.É mia sorella. Non ci posso credere.

"Amy sei tu? Oddio." Inizio a piangere. Faccio un passo avanti per afferrarla, ma più mi avvicino più si allontana.

"Emma vieni andiamo via." Dice porgendomi una mano. La sua piccola manina rosa. Mi sorride, il suo sorriso splendido.

"Amy piccola vieni qua, non riesco a prenderti." Dico allungando la mano verso di lei.

Faccio un altro passo colpendo un sassolino. "Emma forza, allunga di più la mano, così mi prendi." Dice allontanandosi da me. Faccio un altro passo e la punta del mio piede non é poggiata a terra. "Coraggio Emma un altro passo." Dice mia sorella. Sto incominciando ad avere paura. Non sento più le punte dei mie piedi poggiare a terra. Mia sorella continua a dire di prenderle la mano ma più mi sforzo di prenderla più mi sento di camminare nel nulla? Sotto le mie punte non c'é niente.

Credo di star cadendo di sotto.

I'm YoursWhere stories live. Discover now