12.

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Ore 23:00, dormivano tutti nell'appartamento ma Jisung non riusciva a chiudere occhio. Si alzò silenziosamente e si diresse al balcone per prendere una boccata d'aria, aveva decisamente bisogno di schiarirsi le idee.

Era scalzo ma il contatto con il pavimento freddo gli dava una sorta di sollievo visto il caldo che sentiva.

Non si era accorto della presenza di qualcuno fino a quando sentì un rumore, o meglio, tirar su con il naso.

Jisung si girò di scatto per trovarsi un Felix seduto perterra con le ginocchia rannicchiata sul petto. «Felix ma stai piangendo?»

«n-no» rispose Felix con la voce tremolante, cercando di asciugarsi il viso

Jisung si sedette accanto a lui ma non lo guardò, sapeva quanto poteva essere difficile farsi vedere vulnerabili. «vuoi parlarne?»

Felix annuì «è che mi manca l'Australia, vorrei tornare a casa»

Jisung fece una O con la bocca, rimanendo zitto per qualche minuto. «perché?»  fu l'unica cosa che riuscì a pronunciare

«non so se ce la farò. Voi siete tutti molto più bravi di me dai e poi parliamoci chiaro: non so nemmeno il coreano»

«ma ora stai parlando in coreano» Jisung sperava di farlo sorridere, cosa che avvenne.

«si ma, hai capito. Non basta. Nonostante io mi impegni così tanto la mia pronuncia non è mai perfetta, ma non ci si avvicina nemmeno»

«Felix senti, ho visto tante persone straniere venire qui e ti posso assicurare che tu hai imparato molto in fretta e anche bene»

Felix non disse niente.

Jisung decise di continuare a parlare. «vuoi seriamente tornare in Australia?»

«io... Non lo so. Ci sono questi momenti no in cui vorrei mollare tutto, poi però penso a voi e voglio mettercela tutta» Felix sospirò

Questa volta Jisung guardò il suo amico negli occhi «non voglio fare lo sdolcinato ma, ti voglio bene. Puoi contare su di me, sempre»

«lo so» sorrise Felix.

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Dopo giorni di estenuanti allenamenti era arrivato il fatidico giorno. I ragazzi avevano lavorato sodo: avevano composto una canzone, intitolata Hellevator, e deciso la coreografia.
Avevano intenzione di far vedere alla JYP quanto si erano impegnati.

Si trovavano nella sala in cui sarebbe avvenuta la valutazione del loro operato.

L'ansia si percepiva ad un chilometro di distanza. C'era chi non riusciva a stare fermo e chi, al contrario, rimaneva fin troppo immobile perso nei propri pensieri.

«comunque vada, voglio che sappiate quanto vi siete allenati duramente e quanto io sia fiero di voi» affermò Chan

Changbin gli diede una pacca sulla spalla «hyung, grazie, senza di te non saremmo qui»

«siete pronti?» chiese d'un tratto Chan

«sempre» rispose Woojin

Jisung avrebbe voluto contro battere perché non si sentiva pronto, tutt'altro.

Aveva una tremenda paura di sbagliare come l'ultima volta e non voleva che il suo gruppo ci rimettesse per un suo errore.

I pensieri di Jisung vennero interrotti quando sentirono la porta della sala aprirsi.
La valutazione era ormai vicina.

Angolo autrice:
Ehi ehi, eccomi con un altro capitolo!
Come il solito vorrei scusarmi per non aver aggiornato velocemente e per il capitolo così corto.
Vorrei scriverne di più lunghi ma servirebbe più tempo e purtroppo non ne ho.
Comunque, volevo informarvi che, una volta conclusa questa ff, procederò con la revisione. Perché mi sono accorta di alcuni errori di battitura e vorrei anche migliorare i capitoli.
Detto questo, come il solito appena ho un minuto libero, posterò il 13esimo capitolo.

Ah... GRAZIE A TUTTI COLORO CHE STANNO SEGUENDO QUESTA FF, GRAZIE A CHI HA VOTATO, A CHI HA COMMENTATO E ANCHE A CHI HA AGGIUNTO LA FANFICTION NEL PROPRIO ELENCO DI LETTURA. PER ME SIGNIFICA MOLTO 💞💞

The survival show - minsung. Where stories live. Discover now