Il tre è il numero perfetto... ma il sei lo è due volte

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Prima settimana di Settembre, 1995

-Signor Malfoy, mi spiega perché i suoi occhi sono su un blocco da disegno e non sul libro di testo?- chiese la professoressa Umbridge, dall'altro capo della classe, interrompendo il mio momento di beatitudine.

Se si fosse avvicinata al mio banco e avesse guardato bene il foglio davanti a me, avrebbe visto una sua caricatura. L'avevo ritratta con le sembianze di un rospo vestito di rosa e seduto su un trono fatto di tazzine da tè. Ne andavo molto fiero.

-Ho finito il capitolo- dissi chiudendo l'album con nonchalance, sperando che non mi avrebbe chiesto di consegnarglielo.

E non lo fece.

-Cinque punti in meno a Serpeverde. Che sia l'ultima volta che uno di voi si distragga. Se finite un capitolo dovete rileggerlo altre due volte. Poi potete passare a quello successivo- spiegò lei con il suo tono da nonna gentile, quale non era.

Sospirando riposi l'album nella borsa per riprendere il libro.

Non avevo mai amato Difesa Contro le Arti Oscure come Harry, ma sicuramente le ore di pratica erano un momento di libertà dai libri, come Pozioni.

Con la professoressa Umbridge era tutto diverso. Erano passate solo due lezioni, ma ne sembravano passate trenta. Non facevamo altro che leggere quello stupido libro, in silenzio.

-Che stavi disegnando a lezione?- mi chiese Ron sedendosi difronte a me.

Avevamo preso l'abitudine, a pranzo e a colazione, ovvero quando era permesso sedersi a qualunque tavolata, di mangiare noi sei insieme. Provocando non pochi pettegolezzi tra le mura della scuola. Inizialmente mi ero preoccupato, ma poi Pansy mi aveva fatto notare che nessuno sospettava minimamente che io ed Harry stessimo insieme.

Presi l'album e lo misi sul tavolo, mostrando a tutti la mia opera.

-Se la Umbridge te lo vedeva eri morto, lo sai?- mi chiese Blaise trattenendo le risate.

-Almeno ci sarebbe stato un po' di movimento... Le lezioni quest'anno sono una noia- commentò Pansy.

-Grazie eh- dissi facendo ridere tutti, fuorché Harry.

Erano giorni che si comportava in modo strano. Rideva raramente, parlava poco e cercava sempre una scusa per saltare i nostri appuntamenti prima delle lezioni.

Mentre alzava la mano, portandosi il cucchiaio pieno di zuppa alla bocca, notai che sopra vi erano incisi dei segni irregolari rossi.

Lo guardai meglio. Non.. Non devo dire bugie.

-Che cazzo ti fa quella pazza?- gli chiesi cercando di non farmi sentire da orecchie indiscrete e attirando l'attenzione degli altri quattro.

-Harry... Perché non lo hai detto?- chiese Hermione prendendogli la mano.

-Non è niente...- disse lui.

-Quella ti tortura e non è niente?- chiesi alterato.

-Dobbiamo dirlo ai genitori... A Silente- disse Ron preoccupato.

-Ti ricordo che sono orfano... non è niente, lo posso gestire da solo-

Harry tirò il braccio, costringendo Hermione a lasciare la presa. Poi prese la borsa e se ne andò senza neanche salutare.

-Perché non lo hai notato prima?- mi chiese Ron arrabbiato.

-Sono giorni che ci vediamo solo ai pasti... Lo dovevi notare tu. Manca solo che condividete il letto-

-Ora non litigate. Non siete gli unici che tengono ad Harry e che sono preoccupati- disse Hermione.

-Domani c'è l'uscita ad Hogsmeade... Convincete Harry a venire. Lì almeno possiamo parlare senza essere ascoltati- spiegai.

Un amore proibito || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora