Patronus

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Le settimane passarono velocemente e il ritorno a scuola fu inevitabile.

I giorni passati a Grimmauld Place furono alcuni dei più spensierati e felici della mia vita.

I Weasley avevano molte tradizioni di famiglia, da cui non mi esclusero mai. Remus e Sirius mi raccontarono varie storie della loro adolescenza. Tonks, Emmeline e Moody, nonostante capii che non amassero la mia presenza, non mi fecero mai sentire fuori posto. Scoprii, inoltre, l'arte culinaria di Harry. Era davvero bravo in cucina, non ai livelli degli elfi domestici o della signora Weasley, ma bravo.

Ma la cosa più bella fu quella di non avere mai paura.
Poter tenere la mano di Harry, potergli sorridere e poterlo baciare, senza avere nessuna paura. Paura di essere scoperti, derisi o insultati.

Lì, tutti amavano Harry e tutti volevano la sua felicità.

L'unica cosa che mi mancò fu la presenza di Pansy e Blaise. I miei migliori amici, i miei compagni di avventure e la mia famiglia.

Perciò, quando ci rivedemmo, la sera prima del ritorno ad Hogwarts, la quale avevo deciso di passare a casa mia per sistemare al meglio il baule di ritorno, fu davvero una gioia assoluta. Passammo tutta la notte svegli a raccontare le nostre vacanze.

Loro due erano stati a Parigi, come già sapevo, e avevano passato una vera vacanza romantica. Passeggiate sulla Senna, colazioni ai bar, cene nei ristoranti, una serata all'Opera e, come Blaise aveva specificato ben tre volte, tanto sesso (protetto).

Mentre loro raccontavano, mi immaginai come sarebbe stato un viaggio mio e di Harry a Parigi. Immaginai lui che mi teneva per mano tra le vie parigine, noi che chiudevamo un lucchetto con le nostre iniziali sul Pont des Arts, io che lo trascinavo tra i corridoi del Louvre, lui che mi convinceva ad andare a Les Puces de Saint, quello magico ovviamente, a guardare tutti quegli oggetti di antiquariato che erano appartenuti ai grandi maghi, compreso lo stesso Merlino.

La notte passò e, senza neanche un'ora di sonno, io, Blaise e Pansy salimmo a bordo dell'Hogwarts Espress. Il viaggio con Harry e gli altri fu, come quello di inizio anno, divertente e spensierato.

Preparammo i programmi per le lezioni dell'E. S di Gennaio, mangiammo dolci e, io, Pansy ed Hermione, aiutammo i nostri rispettivi (e futuro, nel caso della riccia) ragazzi con i compiti che avevano dimenticato di svolgere per le vacanze.

Arrivati ad Hogwarts, l'inferno cominciò, per così dire. Le lezioni divennero sempre più pesanti, all'avvicinarsi dei G.u.f.o, le riunioni dell'E.S sempre più pericolose e la Umbridge sempre più potente.

Misi da parte il disegno e la lettura per concentrarmi sullo studio. Trascurai anche Harry. Arrivò un momento, verso Febbraio, dove ci vedevamo solamente alle riunioni.

Era una situazione davvero stressante, soprattutto se sommati anche agli allenamenti di Quidditch. Da quando Harry era stato cacciato, per aver litigato sul campo con Nott(che, sì avevo battuto nei provini al secondo anno, ma era entrato come cacciatore alla fine), gli allenamenti non mi stimolavano più. Per tutti gli anni ad Hogwarts, infatti, l'unico motivo per cui giocavo a Quidditch era per batterlo.

30 Marzo 1996

La situazione migliorò la settimana prima di Pasqua o almeno così ci sembrò.

I professori ci lasciarono un po' di aria per le vacanze e ci concessero alcune gite ad Hogsmeade in più a noi del quinto anno.

Però io, Blaise e Pansy, quella mattina di fine Marzo, non avevamo percorso i corridoi in abiti babbani per andare in gita.

Avevamo trovato rifugio al settimo piano e lo avevamo percorso tre volte, prima di veder apparire il grande portone della Stanza delle Necessità.

Un amore proibito || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora