Hogwarts Non È Più Casa

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-Stamattina mi sono svegliato, ma non per colpa della sveglia. È stata colpa di una sensazione. Una sensazione piacevole, se capite cosa intendo. Il mio primo pensiero è andato ad Harry. Ho immaginato che quella bocca fosse la sua, che quelle mani fossero le sue, che quella bellissima sensazione fosse merito suo. Ma è stato quando il piacere è finito che ho guardato in faccia la dura realtà... -

-Che Astoria ti ha fatto un pompino e sei venuto pensando ad Harry?- disse Blaise masticando una gomma babbana.

-È imbarazzante- dissi nascondendo il mio volto tra le mani.

Eravamo sull'Hogwarts Espress ad un'ora da Hogwarts. Fuori dal finestrino era possibile vedere gli ultimi cenni di un tramonto nuvoloso.

-Non è imbarazzante, insomma, nel giusto contesto anche io mi ecciterei per una donna. Poi tu e 'Storia avete un legame abbastanza intimo ultimamente- mi consolò Pansy.

-Non sicuramente di mia volontà... - mormorai.

L' idea del figlio era un chiodo fisso nella mente di Astoria. Avevo provato varie volte a convincerla a rinunciare, ma aveva preso in ostaggio la mia lettera, minacciandomi di darla a mio padre. L'unica mia via di salvezza fu di accontentarla.

Come poteva una ragazzina di sedici anni essere così sicura di voler un figlio?

-Lo voglio da te perché così sarà il bambino più bello di tutti e con il sangue più puro. E se hai davvero ragione e Potter vincerà, io e lui avremo sicurezza garantita- mi disse una sera.

E io? Volevo un figlio? Non ne avevo idea.

-Quando hai detto che nel giusto contesto ti ecciteresti per una ragazza, cosa intendevi?-domandò Blaise.

-Che se Hermione mi chiedesse di sperimentare accetterei senza pensarci... -

-Cazzo... Ora non riuscirò a pensare a voi due senza vedervi baciarvi- esclamò il ragazzo.

Alzai gli occhi al cielo.

-E ora ogni volta che sentirò nominare Hermione immaginerò te che ci immagini... -

-Ora io esco e torno tra un quarto d'ora- esclamai alzandomi in piedi.

I due sembravano non avermi sentito, ma si fondarono l'uno sulle labbra dell'altra.

Uscii dallo scompartimento e un primino mi guardò quasi scandalizzato. Mi voltai e vidi che dalla porta ancora semi aperta era possibile vedere Pansy in reggiseno e Blaise intendo a sbottonarsi i pantaloni.

Chiusi la porta imbarazzato e sorrisi al bambino che corse via dal corridoio.

Mi appuntai di riferire ai miei amici che avevano rovinato l'infanzia di un povero undicenne.

Camminai tra i vagoni, senza meta.

Incrociai varie persone, ma tutti mi guardarono in modo poco amichevole. Quelli più grandi delle altre casate, del sesto e del settimo anno, mi fissarono dall'alto in basso quasi disgustati. I più piccoli evitarono il mio sguardo, terrorizzati.

In quel momento avrei solo voluto tranquillizzarli.

Assorto nei miei pensieri mi scontrai contro una persona.

La prima cosa che vidi furono i suoi capelli rossi all' altezza della mia clavicola.

-Attento a dove metti i piedi... - disse Ginny, prima di alzare lo sguardo.

Appena mi vide si bloccò.

-Tieni- disse solo allungandomi un foglietto e mi superò, tornando a camminare.

Un amore proibito || DrarryWhere stories live. Discover now