Torre Di Astronomia

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I corridoi erano bui e vuoti. L'unica luce proveniva dalla mia bacchetta accesa. Una luce molto più fredda di quella di una candela.

Le mie gambe si muovevano senza davvero volerlo. Il mio corpo si dirigeva dove la mia mente non voleva.

In poco tempo mi ritrovai sulle scale della torre di Astronomia. Le salii di fretta, temendo di poter cambiare idea.

Tutto diventava sempre più reale.

Mi ritrovai il professor Silente davanti, a pochi metri di distanza. Dava le spalle alla balconata della torre. Indossava una delle sue solite tuniche, però, a differenza del solito aveva lo sguardo perso, come lo può avere un drogato.

Non aveva niente del Silente calmo con cui avevo parlato quella stessa mattina.

I suoi occhi... I suoi occhi chiedevano solamente pietà. Pietà da un mondo che ne dava davvero poca. Poca pietà ai buoni, poca pietà ai cattivi.

E cosa ero? Un buono o un cattivo?

Ero un Mangiamorte, ma questo mi sistemava direttamente nel lato oscuro?

-Buonasera Draco, cosa ti porta qui, in questa serata primaverile?- mi chiese il preside fingendo di non sapere la risposta.

Fui tentato di cercare con lo sguardo il punto in cui poteva nascondersi Harry. Silente lo aveva detto: anche in quel momento avremmo dovuto fingere. Fingere perché Harry sarebbe stato lì.

-Chi altro c'è? L'ho sentita parlare!- dissi puntandogli la bacchetta contro.

-Parlo spesso da solo ad alta voce, lo trovo eccezionalmente utile-

Immaginai, cosa altamente probabile, che non stesse mentendo... non del tutto.

-Ti sei posto delle domande, Draco? Tu non sei un assassino- mi disse come quella prima volta nel suo studio.

-Come sa cosa sono? Potrei sconvolgerla-

-Come la fattura alla collana di Katie Bell? O la sostituzione dell'idromele con del veleno? Questi tentativi sono così deboli che credo tu non ci abbia messo davvero te stesso-

Io e Piton avevamo lavorato giorni per inscenare i tentati omicidi. Pozione delle simulazione*. Una Pozione capace di simulare gli effetti di qualsiasi veleno o fattura. Una Pozione tanto difficile quanto utile.

-Lui si fida di me, sono stato scelto- dissi mostrando il marchio.

-Ti faciliterò la cosa- disse estraendo la bacchetta.

-Expelliarmus-

Delle risate, attribuibili solo a mia zia Bellatrix, riecheggiarono dai corridoi.

-Bene, bene, vedo che non sei solo. Come è possibile?-

Se avessi parlato avrei spezzato il cuore di Harry, ma era per un bene superiore.

-L'armadio svanitore nella Stanza delle Necessità. L'ho riparato e a Magie Sinister c'è un gemello- spiegai.

-Draco, conobbi un ragazzo che fece solo scelte sbagliate. Lascia che ti aiuti-

Mi aveva già aiutato e gli sarei sempre stato grato per quello.

-Lei non capisce. Io non voglio il suo aiuto. Devo farlo, devo ucciderla o lui ucciderà me-

Delle lacrime solcarono il mio viso. Non stavo recitando e lui lo sapeva bene.

Sentii dei rumori di passi. Io e il preside ci voltammo verso l'ingresso della torre.

Bellatrix e altri Mangiamorte entrarono nella stanza.

Mia zia si avvicinò a me.

-Bel lavoro, Draco- mi disse sul collo.

Rabbrividii al ricordo della sua voce. Al ricordo del suo fiato su di me.

-Credo sia arrivato il momento delle presentazioni- disse sarcasticamente il preside.

-Sarebbe fantastico, Albus. Però abbiamo degli impegni. Fallo, Draco. Uccidilo- disse Bellatrix con la sua solita sete di omicidio.

Cercai di immaginare cosa Harry stesse pensando di me, in quel momento, però tutto era troppo per me.

-No!- disse una voce.

Piton varcò la soglia della porta. Percorse la stanza a grandi passi e mi superò.

Silente passò lo sguardo da me a lui.

In quel momento fui tento di urlare. Quell'incubo stava per avverarsi.

-Severus, ti prego- mormorò il preside.

Solo io sapevo cosa stesse intendendo.

Non un "ti prego risparmiami", ma un "ti prego fallo".

-Avada Kedavra-

Una luce verde uscì dalla bacchetta del professore. Il fascio colpì il petto di Silente.

Il corpo senza vita del preside cadde dalla balconata, cadde per metri fino a schiantarsi nel cortile.

Mi affacciai e lo vidi. Lì a terra.

Mia zia mi affiancò. Se io piangevo, lei rideva. Se io pregavo, lei sognava.

Lanciò il Morsmordre e il Marchio nero venne inciso nel cielo, sopra al cadavere di un uomo innocente.

I Mangiamorte lasciarono la stanza, senza preoccuparsi di controllare che gli avessi raggiunti.

Nel frattempo nel cortile Hogwarts si era riunita intorno al loro, al nostro, preside. Uno dopo l'altro alzarono le bacchette contro il cielo.

Io, dalla mia torre, feci altrettanto. Alzai la bacchetta contro il cielo marchiato.

Poi mi voltai e corsi diretto da qualsiasi parte fuori Hogwarts.

Cercai di immaginare dove mia zia potesse essere e mi venne in mente solo il cortile esterno, dove avrebbe potuto divertirsi distruggendo qualcosa.

Mentre correvo per il cortile buio qualcosa mi tirò il braccio.

O meglio, qualcuno.

Fui costretto a voltarmi e incontrai gli occhi verdi di Harry che, come due smeraldi, brillavano nell'oscurità.

-Harry... -

Non feci tempo a finire la frase che uno schiaffo colpì la mia guancia sinistra.

-Come hai potuto? Eravamo una squadra! Mi avevi promesso che se avessi saputo di un qualsiasi piano di Voldemort lo avresti detto all'Ordine e, soprattutto, a me. Io mi fidavo di te... -

Fui tentato di dirgli tutto. Però Silente non poteva essere morto invano. Non potevo rovinare tutto in quel momento dopo tanti sacrifici.

-Potter, non sei mai stato perspicace- dissi strattonando la presa.

Ripresi la mia corsa e non sentii i suoi passi seguirmi.

Immaginai fosse in piedi, immobile. Un ragazzo che cerca di capire, ma non riesce.

Lottai contro la voglia di voltarmi a controllare. Continuai a correre anche quando sentii Harry litigare con Piton.

Capii parole come "Principe Mezzosangue" e "Incantesimi", ma nient'altro.

Raggiunsi mia zia che, come avevo ben immaginato, stava mandando a fuoco la capanna di Hagrid.

La guerra aveva avuto ufficialmente inizio e, nonostante Harry non lo sapesse ancora, eravamo schierati dallo stesso lato.

*Pozione inventata da me.

EI LÀ,

MI DISPIACE DI NON AVER POTUTO PUBBLICARE IL CAPITOLO PRIMA, MA QUESTA SETTIMANA L'HO PASSATA TRA MAL DI PANCIA E MAL DI TESTA. ANCHE ORA NON STO MOLTO BENE (mi è venuto il ciclo), MA NON VEDEVO L'ORA DI SCRIVERE QUESTO CAPITOLO.

AL PROSSIMO CAPITOLO,
GINNY

Un amore proibito || DrarryWhere stories live. Discover now