Il Voto Infrangibile Di Severus Piton

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1 Settembre 1996

Singhiozzi. Parole di conforto sussurrate nell'orecchio. Erano questi gli unici rumori che provenivano dal binario nove e tre quarti. Gli anni scorsi era possibile vedere ragazzi parlare, genitori rincorrere i figli con qualche oggetto in mano, coppie che si baciavano appoggiate ad una colonna e tanto altro. L'annuncio del ritorno di Voldemort aveva cambiato tutto. Probabilmente i genitori stavano mandando i figli a scuola solo perché sapevano che sarebbero stati più al sicuro tra le mura di Hogwarts che nelle proprie case.

Io e mia madre eravamo nascosti nell'ombra di una colonna. Nascosti per dire. Ogni mago che passava, Mangiamorte o no, ci guardava con disprezzo. L'arresto di mio padre non era stato visto di buon occhio dal Mondo Magico. Come se un qualsiasi arresto potrebbe esserlo. I Mangiamorte lo schernivano per essere stato così poco furbo da farsi arrestare. Gli altri erano rimasti, chi più chi meno, sorpresi della notizia dal fatto che mio padre, un uomo così stimato dal Ministero, potesse essere uno dei seguaci del Signore Oscuro.

-Draco, passa un buon anno...- disse mia madre.

La sua voce era spezzata, come se lei fosse sull'orlo del pianto. 

Non poteva dirmi altro, lo sapevamo entrambi. Chiunque lì poteva sentirci. 

-Ti scriverò una volta a settimana. Se non mi rispondi entro due giorni...- iniziai.

-Lo so, Draco. Tu goditi l'anno con i tuoi amici, non pensare a tuo padre- mi disse per poi coinvolgermi nel secondo abbraccio della giornata.

Sapevo cosa intendesse. Dovevo passare più tempo possibile con Harry, Pansy, Blaise e gli altri. Prima di diventare un assassino. L'assassino di Silente.

Mi strinse la mano e mi sorrise. 

Il treno fischiò e lasciò la mia mano.

-Vai e studia- 

Con eleganza mi feci varco tra gli studenti, fino a ritrovarmi davanti al treno. Mi voltai, per dare un ultimo saluto a mia madre, ma lei era scomparsa. Sorrisi e scossi la testa divertito. Era così tipico di Narcissa Malfoy, fare un'uscita di scena senza lacrime e senza ripensamenti. 

Con quei pensieri percorsi il corridoio del treno, sotto gli sguardi disgustati dei miei compagni di scuola. In quel momento, il Marchio sembrava pesare.

-Draco Malfoy! Brutto stronzo!- sentii una voce gridarmi da dietro.

Mi girai, nel corridoio ormai vuoto, e vidi la figura slanciata di Pansy Parkinson. Accanto a lei Blaise mi guardava divertito.

-Due mesi! Senza una lettera! Pensavo che Tu-Sai-Chi ti avesse dato in pasto a quel rettile che chiama animale domestico- disse avvicinandosi e puntandomi il dito contro.

Abbassai lo sguardo verso il mio braccio destro e il suo viso si spense.

-Draco...- mormorò Blaise.

-Pansy come ti capisco! Anche un bigliettino con su cui scritto "Sono vivo", andava bene- disse Harry, apparendo a fine corridoio.

Dietro di lui, Hermione e Ron mi fissavano con uno sguardo tra l'imbarazzato e l'arrabbiato. Non seppi mai se la prima emozione era diretta a me o a loro stessi.

-Scusate. Hanno bloccato l'accesso alla gufiera del Manor- mentii.

Harry alzò le spalle e ci fece cenno di entrare in uno scompartimento vuoto. In quel momento notai come erano cresciuti tutti. Harry, era sempre basso, ma sembrava più adulto. Ron aveva preso altri cinque centimetri di altezza, come Blaise. Ad Hermione e Pansy si erano addolcite le forme e anche loro si erano leggermente alzate.

Un amore proibito || DrarryWhere stories live. Discover now