7. TRENINO TOM

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JUNIOR

Nella mia breve vita molte persone avevano cercato di affrontarmi, la maggioranza di esse sul ring. Qualcun altro aveva cercato di fare a botte per strada e aveva avuto una bella lezioncina. Altri avevano provato a provocarmi per chissà quale ragione, ma ne ero uscito sempre vittorioso. Una cosa avevano in comune quegli episodi: ero stato affrontato sempre e solo da uomini. L'unica provocazione che avevo ricevuto da una donna che non fosse una di casa mia, era stata da Rachele, la mia presunta ex: aveva provato a baciare un tizio davanti ai miei occhi credendo di provocare una qualche sorta di reazione in me. Risultato? Mi aveva fatto un favore.

Nel momento in cui sentii dietro le spalle il getto d'acqua gelida con tanto di cubetti di ghiaccio annessi partire dal collo e scendermi lungo la schiena, capii una cosa: testa riccia aveva appena superato un limite. Avevo capito bene che si era permessa di lanciarmi addosso dell'acqua gelida? Si era appena permessa di affrontarmi in quel modo? Lei, una sconosciuta del cavolo? Una sconosciuta con gli attributi a quanto sembra, Junior- Zitta, maledetta voce della coscienza!

Nel momento in cui strinsi i pugni irrigidendomi, sentii la porta alle mie spalle chiudersi di scatto prima che potessi voltarmi e fare qualche sciocchezza. Ah, prima lanci la sfida e poi fai la vigliacca chiudendoti dentro?

Mi girai di scatto facendo battere i miei pugni sulla sua porta di legno.

BAM! BAM!

Sentivo l'adrenalina scorrermi nelle vene.

BAM! BAM!

Mi sentivo allo stesso modo di quando mi trovavo solo col mio sacco da boxe.

BAM! BAM!

'Apri questa cavolo di porta, codarda che non sei altro!!!' Gridai.

BAM! BAM!

'Ti ho detto-'

'Vorresti un altro po' di acqua fredda per calmare i bollori?' La sentii chiedere impertinente dall'altro lato della porta. 'O hai le vampate di calore come le donne in menopausa?'

'Voglio che tu apra questa maledetta porta e mi affronti come la vera donna che credi di essere!' La provocai. Credeva di essere una femminista? Vediamo se si sarebbe saputa difendere.

'Forse non hai capito che la tua stupida faccia non la voglio vedere più. Sparisci dalla mia vista e non ti azzardare ad entrare dentro senza il mio permesso.' Cercò di intimarmi. Lei? Che cerca di spaventarmi in qualche modo? 'E, a proposito, come sono quei cubetti di ghiaccio dietro la schiena? Freschi abbastanza?' Chiese poi facendosi una risatina divertita. Ah, pensa che sia divertente?

'Sai dove ti metterei questi cubetti di ghiaccio uno ad uno?' La provocai calmando il mio tono di voce.

'Questa domanda mi sa di film a luci rosse. No, grazie, non voglio saperlo. Pervertito!' Rispose nervosa. Sorrisi malvagio. L'idea di fargliela pagare in un certo modo mi deliziava quasi... se non fossi stato io. Ma giocarci su non era sbagliato, no?

'Magari il pervertito qui riuscirebbe a tirar fuori la vera donna che si nasconde in te, cioè quella che ha bisogno di un uomo. E credimi che le donne hanno assolutamente bisogno di noi, te compresa. Non puoi usare la tua stessa mano o dei sex toys a vita, testa riccia.' La provocai ancora di più.

'Ora stai superando il limite della decenza, coso. Se non vuoi essere denunciato anche per molestie sessuali, oltre che a violazione di proprietà, ti consiglio di smammare in fretta. Il giorno in cui avrò bisogno di te sarà il giorno in cui probabilmente mi avranno rinchiuso in un manicomio perché fuori di testa. Una me del tutto lucida non lo farebbe mai.' Concluse il suo discorsetto a cinque stelle.

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