36. PROPOSTA DI MATRIMONIO

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MATT

Ero praticamente al settimo cielo. Stare finalmente con Giuliana mi faceva sentire completo, come se avessi trovato un vero scopo nella vita, e renderla felice era parte di esso. Averla tra le mie braccia, fare l'amore con lei non una, ma tante volte, era stato stupefacente, a parte il dettaglio del contraccettivo dimenticato. Purtroppo avevo completamente perso la testa e avevo probabilmente dimenticato pure chi fossi in quei momenti, ma ero sicuro che non c'era nulla di cui preoccuparsi. Dopotutto in macchina avevamo fatto i bravi e soprattutto nessuno ci aveva notati sull'autostrada mentre facevamo quella cosa lì. Dannazione, non riuscivo a pensare ad altro che a lei e al suo favoloso sapore. L'avrei voluta ancora e ancora, ma il desiderio calò quando, dopo un intero viaggio di ritorno passato tra lamentele, stop vari e brontolii da parte della donna che mi aveva mandato il cervello in panne, arrivammo allo stremo delle forze.

'Eccoci finalmente arrivati...' Sospirai vittorioso.

'Meno male, non ce la facevo più! Odio i viaggi in macchina!' Squittì con la sua vocina.

'Me ne sono reso conto, Giuliana, ma grazie per avermelo ricordato.'

'Non c'è di che, bronzo di Riace. Ora devo solo lanciarmi sul letto e farmi una beeeella dormita!' Disse mentre entravamo in ascensore.

'Beh, hai ragione. Questo bronzo di Riace non ti ha fatto dormire molto...' Le feci un occhiolino malizioso.

'In realtà un po' mi hai deluso...' Eh? Deluso?! 'Mi aspettavo qualcosa come delle "mutande leopardate"...' Sorrise a trentadue denti.

'Mutande che?!' Esclamai confuso.

'Oddio, non conosci la storia di tuo padre e delle sue mutande leopardate?!?!' Si mise le mani al volto. Ma che cavolo...?

'Dico, è assolutamente da mio padre fare qualcosa del genere, ma come mai io non ne so nulla?!' Dovevo assolutamente farmelo raccontare!

'Chiedilo a Marco e Chloe, saranno sicuramente felici di raccontartelo!' Mi fece un occhiolino uscendo dall'ascensore.

'Zio Marco?! Come mi sono potuto perdere una cosa del genere?!'

'Se avessi guardato meno donne lo avresti sicuramente saputo.' Mi ammonì. Mi misi una mano al cuore e feci l'espressione offesa. 'Ma ti perdono, basta che non guardi le altre mentre stai con me.' E ricevetti un improvviso abbraccio con annesso bacio che mi sorprese.

'Non potrei guardare nessun'altra, perché nessuna è come te...'

'Meno poeta e più fatti, Matt! Ora vado e grazie di tutto!'

La baciai un'ultima volta.

'Grazie a te, principessa.'

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Il giorno seguente al lavoro passò tranquillo e mi sentii finalmente libero di comportarmi in maniera professionale con le mie dipendenti. Notai Melania più rilassata non vedendomi flirtare con lei, e Vittoria con un'espressione curiosa sul volto. Era così ovvio che qualcosa fosse diverso in me?

Verso la fine della giornata lavorativa ebbi una visita da Ilaria del reparto consulenze, nonché mio vecchio flirt.

'Salve, Dottor Valente, posso entrare?' Fece capolino in ufficio.

'Certo, prego venga dentro, signorina Dondi.' La invitai ad entrare e lei lo fece chiudendo la porta alle sue spalle.

'Grazie. Volevo portarle il rapporto di tutte le consulenze fatte quest'oggi.' Mi porse il fascicolo che aveva tra le mani.

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