53. "È SOLO L'INIZIO"

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MATT

Non potevano scegliere location migliore. Tutto quel posto addobbato con fiori bianchi e rosa rendeva la scena sul lago ancora più suggestiva. Restai a fissare quel posto incantevole per attimi interminabili vestito necessariamente in grigio chiaro e cravatta in rosa antico. Gli ospiti erano quasi tutti arrivati, compresi mia mamma e mio padre che sembravano voler già piangere dall'emozione. Fu mio padre infatti ad avvicinarsi a me.

'Sono troppo emozionato per vederla, figliolo. E pensare che devo accompagnarla io all'altare! Non ce la farò mai!' Era in modalità panico.

Dietro di lui sbucò improvvisamente zio Marco che sembrava voler incenerire il completo che indossava sotto specifiche istruzioni di mia sorella. Forse la cravatta rosa non faceva per lui?

'Posso sempre prendere il tuo posto, Teo. Tua figlia non se ne accorgerà neppure. Sarebbe un onore per me portare Milly all'altare.' Esordì. Papà lo guardò sotto shock.

'Fino a prova contraria, fratello, io non sono ancora morto e posso benissimo accompagnare mia figlia! E sul "non se ne accorgerà neppure" ho da obiettare: tu sei un pezzo di legno e una lacrima non oserebbe neppure avvicinarsi al tuo viso! Possiamo essere uguali fisicamente, ma abbiamo una personalità opposta. Costringi gli altri due Andersen a sposare le tue figlie e sarai tu a portarle all'altare.' Concluse il suo sfogo sospirando.

'Su una cosa hai ragione: quei due sposeranno eccome le mie figlie. Credono di averle strappate da casa mia in così tenera età per poi sfruttarle senza legarsi a loro legalmente? Se la pensano così si sbagliano. Anzi, presto dovranno fare due chiacchiere con me. Questa proposta sta ritardando un po' troppo per i miei gusti. Mi sa che dovrò far consultare anche a loro il manuale della perfetta proposta e non far dimenticare loro di acquistare quel ridicolo anello che sembra che le donne non possano fare a meno. Chloe lo sfoggia ancora come se fosse chissà cosa.' Volevo coprirmi la faccia con una mano. Non l'avrebbero finita mai.

'Tu sei strano, fratello.'

'Sono unico, il che è diverso.'

'Va bene, va bene, gemelli Valente, è ora di andare a prendere Milly, papà.' Gli feci notare.

'Già! Per questa sera sarò distrutto...' Si lamentò.

'Che esagerato che sei...' Borbottò zio Marco che si guadagnò un'occhiataccia da papà. Quei due erano irrecuperabili.

Zio rimase lì a fissarmi come per volermi dire qualcosa.

'Ehm... zio?'

'Stai per diventare padre.' Affermò.

'...sì?'

'E ce l'hai l'intenzione di sposare quella ragazza, vero?'

'...certo?'

'Non mi sembri convinto. Vedi di fare l'uomo e di sposare al più presto quella ragazza. Non la metti incinta per poi fare il pollo. Prenditi le tue responsabilità.'

'Ehm... questa è proprio la mia intenzione, zio...'

'Ottimo. Ti tengo d'occhio.' Mi fece il gesto con le dita facendomi deglutire. Poi si allontanò. Mamma, zio quando voleva faceva paura...

A quel punto vidi arrivare lo sposo, elegante come mai prima ed... emozionato. Sembrava essere teso e si muoveva ripetutamente. Aspettai che gli altri lo salutassero per poi avvicinarmi a lui. Dopotutto era sempre stato un fidanzato esemplare per mia sorella, nonostante il suo passato poco pulito.

'Sposo.' Gli allungai una mano che lui strinse amichevolmente. Gli diedi poi una pacca sulla spalla.

'Fratello della sposa.' Salutò di rimando.

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