29. FUOCO E LEGNA

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AMINA

Da quella domenica a casa Valente i giorni successivi furono molto impegnativi a causa del lavoro. Il progetto del fumetto andava avanti e stavamo sviluppando tutte le immagini della storia. Oltre che a Thomas, era venuta a casa anche Lucy e avevamo lavorato in tre. Da una parte ero contenta che lei fosse venuta, perché l'umore di Tom era dei più negativi. Mi rivolgeva la parola solo ed esclusivamente riguardo ai disegni e neanche la mia magnificenza sembrava fare effetto. Un po' mi dispiaceva perché tra di noi si era creato un bel legame e mi dispiaceva comprometterlo, ma non sapevo cosa dire per ristabilire il rapporto tra di noi. Nei rapporti interpersonali non ero per niente esperta, soprattutto quando c'erano uomini di mezzo, e quindi mi risultava tutto difficile. Solitamente era lui a rendere tutto più facile, ma ora non potevo contare su di lui. Toccava a me dire qualcosa, e il mercoledì successivo decisi di parlargli subito dopo il lavoro.

'Oggi abbiamo fatto un bel lavoro, ragazzi! Credo che al Dottor Valente piacerà!' Esclamò Lucy.

'Al massimo ci dirà che possiamo precedere senza che fa trapelare nulla dal suo viso di marmo...' Mormorai. Lucy scoppiò a ridere.

'Ok, a questo punto io vado. Tom, vieni con me o resti un altro po'?' Gli chiese.

'Vengo-'

'Tom resterà un altro po'.' Lo interruppi.

'Non è vero. Devo andare.' Continuò.

'E invece resti. A venerdì, Lucy!' La salutai mentre sventolava la sua mano all'uscita chiudendo la porta. Lo sguardo che ebbi dal suddetto Tom non fu dei più benevoli.

'Che vuoi?' Chiese sgarbato.

'Sapere che ti prende. È dalla scorsa domenica che non mi parli.' Risposi ovvia.

'Te lo chiedi ancora? Non ci sei arrivata?'

'Spiegami.' Feci spallucce. Io sapevo cosa gli prendeva, ma volevo sentirglielo dire.

'Potevi dirmelo prima che stavi con mio cugino invece di darmi false speranze. Quando ti ho invitato a cena e tu hai detto di volerci pensare su avevi l'occasione perfetta per dirmelo. Sono rimasto male perché a te ci tengo.' Spiegò.

'E chi ti ha detto che sto con tuo cugino? Lo hai pensato tu?' Gli chiesi infastidita.

'Eravate in atteggiamenti intimi in ascensore che erano difficili da fraintendere...'

'E che invece hai frainteso alla grande!' Alzai le mani in aria.

'Allora che ci faceva con le sue mani su di te, eh? Non raccontarmi sciocchezze, Amina. Sarei stato più contento se mi avessi detto la verità prima di doverla scoprire da me. E non ho nulla in contrario alla tua relazione con Junior, solo che credo non sia la persona adatta a te. Lui attira guai...' Continuò a spiegare.

'Sei partito come un carro armato senza neanche lasciarmi spiegare, Tom! Non so che ti prende, ma a me da fastidio che assumi cose senza che mi dai l'opportunità di parlare. Se non ti ho detto niente è perché niente c'è! E poi credevo che fossimo dei buoni amici io e te, non che tu volessi altro da me!' Esplosi. 'E poi Junior un attira guai?! Qui mi sa che tutti scambiate il suo aspetto per qualcosa che lui non è e questo mi da tremendamente fastidio!'

'Ora lo difendi pure quando solo qualche settimana fa vi scannavate fuori da questa porta?! È incredibile!' Rise nervoso.

'Ora puoi andare, Tom. Mi stai solamente irritando. Io sono sempre stata sincera nei tuoi confronti e credevo davvero che potesse nascere una meravigliosa amicizia tra di noi. E invece hai voluto rovinare tutto.' Dissi voltandomi dall'altro lato.

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